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Elia Passa Al Werder Bremen
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di FeroceSaladino in Archivio Calciomercato
C'è tempo fino al 31 agosto. Lo lascio lavorare tranquillo il marmottone. -
O I Soldi O Gli Scudetti...
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di gobbo_dal_76 in Calciopoli (Farsopoli)
In Italia fare ragionamenti/previsioni sulla base del diritto e della giurisprudenza è complicato come procurarsi gli ingredienti per fare una frittata di formiche, uno per uno. - Spesso le cose vanno così: http://3.bp.blogspot...00/Sentenza.jpg - Nel migliore dei casi le cose vanno così: http://www.notapolit...ziaingiusta.jpg - Nel peggiore dei casi, (capita spesso in processi/procedimenti di un certo peso e importanza), vanno così: http://lucabagatin.i...ORTORA2.JPG.jpg - O così (a seconda delle convenienze) http://us.123rf.com/...lla-spiaggi.jpg - E questo perché siamo un paese particolare: http://2.bp.blogspot...cgQ/s1600/3.jpg - Un paese dove, pur non essendoci più la monarchia, regnano persone sedute sul trono: http://www.finanzaon...eduto_cesso.jpg - E quando si parla di calcio gli italiani, di qualunque ceto sociale, cultura, professione, religione, ecc, diventano tutti così: http://lusignolo.fil...12/03/cesso.jpg - Si può guardare la situazione da diversi prospettive, si possono infilare nel ragionamento anche degli aspetti di ottimismo, più o meno illuminato, ma la sostanza non cambia: http://www.fuochidip...mages/cesso.jpg - Molto di ciò che accadrà dipende dalla solita spinosissima questione della: http://1.bp.blogspot...e+s-s+2012+.jpg -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
C'entra poco, anzi nulla, ma la butto lì ugualmente. I nuovi proprietari hanno cominciato la ristrutturazione della vecchia sede di Exor, acquistata di recente, Corso Matteotti 26, (ex palazzo della famiglia ai tempi di Gianni e Umberto bambini, quando vestivano alla marinara... per capirci). Ovviamente qualche tempo fa sono anche passato al Lingotto per vedere se nella nuova sede Exor era tutto a posto (insegna, cancello, ecc), e lo è. Trasloco fatto da tempo, e tutto in ordine. Per ciò che invece riguarda la Juve, sono passato davanti alla sede spesso in questo periodo, e ho notato la presenza di qualche dirigente anche dopo le 20, evidentemente è un periodo dove si lavora parecchio. Così sanno che tengo sempre d'occhio la situazione... -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Ifil-Exor: Grande Stevens e Gabetti tornano sotto processo 20 Giugno 2012 - 20:32 (ASCA) - Torino, 20 giu - Nuovo processo d'appello per Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti in relazione alla vicenda Ifil-Exor. Lo ha stabilito oggi la Corte di Cassazione che ha annullato il verdetto di assoluzione nei confronti dei due manager del gruppo emesso dalla corte d'Appello di Torino nel dicembre scorso. La Suprema corte non ha invece cancellato l'assoluzione del terzo manager chiamato in giudizio, Virgilio Marrone, che esce quindi dal processo. I tempi per il nuovo giudizio d'appello sono comunque molto stretti perche' nel febbraio del 2013 scattera' la prescrizione del reato. Sara' molto improbabile il giudizio definitivo prima di quella data. Gabetti e Grande Stevens erano stati accusati di aggiotaggio informativo a causa di un comunicato alla Consob nel quale sarebbero state fornite comunicazioni false al mercato in relazione alla operazione finanziaria di equity swap che nel settembre del 2005 consenti' alla Ifil di mantenere la quota di controllo del 30% sulla Fiat senza ricorrere ad un'Opa. Nessun commento da Torino. Le motivazioni della sentenza dovrebbero essere rese note entro 60 giorni. eg/mau -
Elia Passa Al Werder Bremen
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di FeroceSaladino in Archivio Calciomercato
Vai se Marotta riesce a piazzarti... che non è mica detto eh... -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Norme antiriciclaggio, lo Stato vaticano bocciato otto volte su sedici di Marco Lillo Il Vaticano è stato bocciato giovedì scorso agli esami scritti in una materia che storicamente pratica poco: l’anti-riciclaggio. E ora confida negli orali che si terranno a Strasburgo dal 2 al 6 luglio prossimo, per agguantare almeno una sufficienza risicata (il 4 luglio sarà esaminata la posizione del Vaticano). Il Fatto Quotidiano è in grado di anticipare le linee principali del rapporto Moneyval, il comitato degli esperti anti-riclaggio europei, consegnato giovedì scorso agli Stati membri dalla segreteria dell’organismo del Consiglio d’Europa. Sulle 16 raccomandazioni fondamentali in materia di anti-riciclaggio prescritte dagli organismi europei per l’inserimento all’interno della cosiddetta lista bianca degli Stati virtuosi, lo Stato Vaticano è stato bocciato otto volte su sedici. La valutazione è stata effettuata sulla base delle 40 raccomandazioni sull’anti-riciclaggio e sulle nove raccomandazioni relative all’anti-terrorismo. Per ognuna di esse la disamina della situazione del Vaticano si conclude con un voto che può essere positivo, nel senso del rispetto della raccomandazione Gafi, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale costituito a Parigi dal G7 per lottare contro il riciclaggio e il terrorismo, con due gradazioni (compliant, cioè conforme, o addirittura largely compliant) oppure negativo con due gradazioni (non compliant; partially compliant). Il rapporto è stato consegnato anche a Giuseppe Maresca, direttore dell’ufficio V del ministero dell’Economia e Finanze, per la “prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a fini illegali”. Lo Stato della Città del Vaticano, come un qualsiasi paradiso fiscale alla ricerca di una migliore reputazione, aveva chiesto e ottenuto nell’aprile 2011 di essere sottoposto alla valutazione di Moneyval. Lo scopo della Santa Sede era quello di essere posizionato nella “lista bianca” dei paesi affidabili per le loro procedure e normative. Una valutazione positiva permette infatti maggiore fluidità nei rapporti internazionali e avrebbe quindi favorito l’attività delle istituzioni finanziarie come lo IOR. Il rapporto è stato stilato da cinque esperti dei vari paesi più due membri del segretariato Moneyval e la parte più importante della valutazione è quella che riguarda le 16 raccomandazioni fondamentali sulle 49 complessive. La valutazione di otto delle 16 previsioni core and key, come le definisce il rapporto, è negativa cioè “non conforme” o solo “parzialmente conforme”. Ora, l’inclusione della Città del Vaticano nella lista grigia dei paesi poco affidabili durante l’assemblea plenaria di Strasburgo che si terrà dal 2 al 6 luglio, sembra sempre più probabile. A nulla sono serviti i trattamenti di riguardo agli ispettori quando sono venuti a Roma per studiare sul campo lo Ior: erano stati alloggiati nella residenza SantaMarta, all’interno della Città del Vaticano, dove i cardinali sono ospitati durante il conclave. Ma la pace delle suite color pastello dell’ex convento ristrutturato alla fine degli anni Novanta e il silenzio dei giardini vaticani non sono riusciti a mettere di buon umore gli esperti europei al punto da ribaltare il verdetto negativo. Il rapporto raffronta le procedure in vigore all’interno dello IOR, l’Istituto per le Opere Religiose che tutti chiamano banca del Vaticano, anche se in realtà si comporta come una fiduciaria che scherma i suoi clienti, con le 49 raccomandazione elaborate dal Gafi. Il Moneyval è il fratello minore del Gafi che si occupa di dare le pagelle agli Stati del Consiglio d’Europa o anche esterni (come Israele) che però chiedono di essere valutati da Moneyval per poi essere ammessi alle procedure semplificate al fine di snellire le operazioni bancarie dei loro istituti. Per questa ragione, nell’aprile del 2011 il Vaticano, che è un osservatore del Consiglio d’Europa anche se non ne fa parte, ha chiesto di essere valutato. L’obiettivo era quello di incassare i meriti della legge anti-riciclaggio voluta da Benedetto XVI in persona approvata nel dicembre del 2010 ed entrata in vigore proprio nell’aprile 2011. La valutazione era partita sotto i migliori auspici anche perché quella normativa istituiva un’autorità anti-riciclaggio interna al Vaticano, l’Aif, che avrebbe dialogato con l’italiana Uif e le altre omologhe autorità anti-riciclaggio degli Stati membri e che avrebbe potuto raccogliere informazioni grazie ai suoi autonomi poteri di ispezione sullo Ior. Peccato che con una legge successiva del gennaio 2012, il Vaticano ha fatto una brusca marcia indietro. Così l’Aif, presieduta dal cardinale Attilio Nicora, ha perso i suoi poteri ispettivi a beneficio della Segreteria di Stato, diretta dal cardinale Tarcisio Bertone. I poteri congelati, secondo la nuova legge del 25 gennaio scorso, sarebbero stati riattribuiti dalla Commissione Pontificia con un regolamento che però non è mai stato emanato. Inoltre, con un’interpretazione caldeggiata dall’avvocato Michele Briamonte dello studio Grande Stevens e dal presidente del Tribunale del Vaticano, Giuseppe della Torre del Tempio di Sanguinetto, è stato stabilito che lo Ior non fornirà alcuna indicazione sui movimenti dei conti dei suoi clienti antecedenti all’aprile 2011. Una retromarcia che avrà fatto piacere agli illustri correntisti che hanno potuto così chiudere i conti prima della data fatidica dell’aprile 2011 (come ha raccontato anche Ettore Gotti Tedeschi ai magistrati) e che così hanno ottenuto per sempre il segreto sui loro affari, ma che però è costata molto cara al Vaticano. Almeno 4 delle 8 bocciature Moneyval potrebbero essere state influenzate proprio dalla nuova legislazione meno rigida. In particolare, il Vaticano è stato bocciato in cooperazione internazionale e non è un mistero che il flusso di informazioni tra le autorità finanziarie anti-riciclaggio del Vaticano e italiane (Aif e Uif) si è fermato; anche la bocciatura sulla supervisione dell’Aif sullo Ior è stata influenzata dalla cancellazione dei poteri ispettivi autonomi che ha di fatto impedito all’Aif di rispondere in modo esaustivo sui movimenti dei conti che interessavano alla Procura di Roma. E pure la bocciatura in “adeguata verifica” cioè le informazioni che devono essere richieste dagli intermediari finanziari per identificare i propri clienti e l’origine dei loro fondi potrebbe essere figlia delle modifiche normative, come anche la bocciatura sulla segnalazione delle operazioni sospette. Ora il Vaticano spera nella riunione plenaria di Strasburgo per convincere gli ispettori a modificare almeno qualcuna delle 8 bocciature. Il “Select Committee of experts on the evaluation of anti-money laundering measures” detto Moneyval, è stato costituito nel settembre del 1997 dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure anti-riciclaggio adottate dai paesi aderenti allo stesso Consiglio (in tutto 49), ma non membri del Gafi, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale formato a Parigi dal G7 per lottare contro il riciclaggio e il terrorismo. Si tratta, in particolare, di paesi dell’Est europeo e dell’ex Unione Sovietica, nonché di Malta, Andorra, Cipro, Liechtenstein, San Marino e, da ultimo, Monaco e Montenegro. Moneyval nel 2011 è stato elevato al rango di organismo indipendente che opera sotto il coordinamento del Comitato dei ministri dell’Economia all’interno del Consiglio d’Europa e che è composto da un board in carica fino al 2014, che vede un russo alla presidenza (Vladimir Nechaev) e quattro membri: Anton Bartolo, vicepresidente (Malta), Alexandru Codescu (Romania), Elzbieta Francow-Jaskiewicz (Polonia), Nicola Muccioli (San Marino). Il Comitato si riunisce a Strasburgo in assemblee plenarie due volte l’anno. Dal 2 al 6 luglio, nell’assemblea di Strasburgo alla quale parteciperà la delegazione dello Stato Vaticano, si deciderà la sorte della Santa Sede. http://www.ilfattoqu...-sedici/267237/ ------------------------------------- Agnelli: la lussemburghese Old Town riduce i profitti. Niente dividendo Milano, 18 giu - Diminuisce a 3,4 milioni di euro dai 5 milioni del 2010 l'utile del 2011 di Old Town Sa, ex Exor Sa, holding lussemburghese controllata dalla Giovanni Agnelli & C. Sapa. Secondo quanto ricostruito da ilmondo.it, il board, contrariamente all'esercizio precedente, non ha deliberato la distribuzione di un dividendo così che la voce dei profitti portati a nuovo è salita a quasi 30 milioni. Con un capitale di 82,5 milioni la finanziaria lussemburghese, fondata nel 1964, è una delle holding storiche della famiglia Agnelli, essendo stata fondata nel 1964 e negli ultimi anni le sue funzioni e attività si sono assottigliate. Tuttavia nel 2011 gli asset residui sono diminuiti a 121,5 milioni dai 136,4 milioni dell'esercizio precedente. Nel portafoglio di Old Town c'è l'8,8% (era il 9,9% nel 2010) della statunitense Graphic Packaging, società americana quotata a New York e attiva nella produzione di materiali per l'imballaggio, per un valore di 82,4 milioni, gli investimenti nei fondi Usa Permal per un netto di 4,7 milioni (dai 5,3 milioni dell'esercizio precedente) e i vigneti francesi Greysac controllati al 99,99% e in carico a 8,8 milioni. Alle immobilizzazioni finanziarie per 96 milioni si aggiungono un credito di 20 milioni concesso alla accomandita nel 2008 e altri titoli per 3,5 milioni, ridotti dai 21,3 milioni del 2010. Old Town è guidata dal presidente e a.d. Jacques Loesch e nel board siedono Pierre Martinet ed Enrico Vellano, cfo di Exor. Andrea Giacobino http://www.ilmondo.i...ndo_36292.shtml -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
ALBUM FOTO LUCA: http://static2.oggi....pg?v=1289921600 http://static2.oggi....pg?v=1289921612 http://static2.oggi.it/wp-content/blogs.dir/9/files/sulle-orme-di-luca/montezemolo_35.jpg?v=1289921650 -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
1- SIGNORI, IN CARROZZA. STA PER PARTIRE IL SUPER TRENO CHE CI PORTERA' FIN NEL VENTRE DELLA TERZA REPUBBLICA: DA AIRONE PASSERA A CIRINO POMICINO, DA MASTELLA A BO*****O, ECCO I PILASTRI DEL PROGETTO POLITICO DI LUCHINO MONTEPREZZEMOLO - 2- A FINANZIARE “ITALIA FUTURA” CI SONO LO SCARPARO MARCHIGIANO E GIANNI PUNZO, MA E’ IN ARRIVO ANCHE CIRINO POMICINO CON LA SUA “IMPRESA SPA” E BO*****O CHE HA VIRATO SUL “PARTITO DEI CARINI” DOPO AVER MOLLARO I TIPINI FINI SENZA FUTURO - 3- TRA GLI AMICI DEL PROGETTO LUCHINO CI SAREBBE ANCHE ALFREDO ROMEO, IL CHIACCHIERATO IMPRENDITORE NAPOLETANO CHE HA FATTO LITIGARE DE MAGISTRIS E NARDUCCI Andrea Cinquegrani per "la Voce delle Voci" http://www.lavocedel...ste1.php?id=527 Signori, in carrozza. Sta per partire il super treno che ci portera' fin nel ventre della Terza Repubblica. Confortevole, veloce, competitivo, proprio come l'Italo nazionale, inaugurato in pompa magna a fine aprile. Ormai il leader maximo, il semprepallido Luca Cordero di Montezemolo, ha deciso di rompere gli indugi e scendere in campo aperto a un anno dal voto, subito dopo la batosta elettorale per la Casta alle amministrative di maggio e la stravittoria del partito dell'astensione (quasi 50 per cento) e dei grillini (gia' sondaggiati al 15 per cento). Sono i giorni in cui Silvio Berlusconi lancia in pista la «grande novita'» annunciata nei mesi scorsi, il «presidenzialismo alla francese», con un Cavaliere che, disarcionato dal governo, si allenerebbe dunque per la salita verso il Quirinale. Con un "forse si'", per ora, da parte dei montezemoliani. Ma e' il colossale vuoto politico che va presto riempito. Un deserto di macerie: centrosinistra senza identita', centrodestra annientato, terzo polo morto prima ancora di nascere. «E' dentro questa totale confusione - notano parecchi in Transatlantico - che si fa spazio l'Italia Futura di Montezemolo e company. Si tratta di un gigantesco minestrone politico e d'interessi spacciato per il nuovo che avanza, per l'innovazione attesa messianicamente dagli italiani, per la politica diversa perche' dell'altra ne hanno le scatole piene». Ed e' cosi' che ritroviamo un po' tutti sotto lo stesso ombrello: pezzi di Pd con una serie di veltroniani ma anche ex dalemiani in testa, poi una bella manciata di tecnocarati, docenti e professori in perfetto stile Monti-Passera, quindi una sfilza di lib, di berlusconiani pentiti, anche di reduci della prima repubblica, che servono soprattutto per portare ossigeno alle finanze di una formazione che sta decollando. Quindi che spazio politico occupera' la "Cosa"? Sara' il neo Centro da sempre vagheggiato, la nuova Balena bianca storica aspirazione di tanti ex dc, berluscones e non solo? Il partito della Nazione sognato da Pierferdinando Casini e abortito dopo il naufragio del Terzo Polo? Oppure il Nuovo Partito Conservatore, i Tories de noantri, quindi il vero erede di una destra "illuminata" (sic) e mai nata, comunque a presidiare lo spazio politico ex Forza Italia-An, e poi Pdl? O cosa, visto che la porta verso il centrosinistra (con tanti pezzi pd nel motore) e il gruppo De Benedetti non sembra del tutto chiusa? Per adesso, ci sono tanti nomi e sigle in campo. E la voglia matta di mister Cinzano (a quella poltrona lo aveva assegnato il nemico storico Cesare Romiti dopo le bufere di casa Fiat): guidare il motore Italia, stavolta non piu' a bordo di una Ferrari o di un Italo, ma dalla poltrona piu' alta di palazzo Chigi. Una voglia che comincia da lontano, e matura un paio d'anni fa. La sua "celebrazione" durante un puntata prenatalizia di Che tempo che fa. Sotto l'albero di Natale, nel salottino di Fabio Fazio, ecco scendere in pista Elisabetta Canalis, Aldo Cazzullo e lui, Luca, a dettare il suo verbo: «non mi piace il modo di fare politica oggi». Tutti da leggere i commenti a caldo, via telefono, con l'amico di sempre, Luigi Bisignani, l'uomo della P3 (le conversazioni fanno parte dei maxi fascicoli raccolti dalla procura di Napoli). Bisignani lo accoglie con un «grande!». E lui, timido ma deciso: «Io ho fatto il 22 per cento, loro non erano mai andati oltre il 15-16 per cento». L'altro gongola: «Mamma mia!». Lui: «Con sei, sei milioni di persone e la rete 3 e' la prima volta di domenica che vince la serata, quindi bene anche come attenzione». Dopo l'euforia per il botto da Fazio, entra in scena l'imprenditore sempre vigile, che cerca l'appoggio dell'ubiquo Bisignani per una faccenda che riguarda l'associazione degli industriali a Napoli: «Sai che ho un grande amico fraterno che si chiama Gianni Punzo. Li' c'e' uno, un mascalzone, che vuol fare il presidente degli industriali. Te la faccio breve, la Marcegaglia ha posto il veto su Punzo, allora sia lui che un altro molto bravo, proprietario della Ferrarelle, un altro proprietario della Yamamay, escono perche' dicono che non accettano che ci siano veti sulle vicepresidenze. (....) Allora posso farti chiamare da Carlo Calenda per spiegarti la situazione, perche' in questo momento, quello che noi vorremmo tutti...». E Bisignani lo anticipa: «... che questo si ritirasse...». In un'altra conversazione, poi, si parla di Stefano Lucchini, responsabile per le relazioni esterne di Eni. Cosi' spiega Montezemolo ai pm partenopei: «chiesi a Bisignani di chiedere al Lucchini quali fossero le posizioni dell'Eni in ordine al rinnovo delle cariche di Confindustria Napoli; lo chiesi perche' era interessato il mio amico Punzo». Punzo e Calenda, due grandi amici che si ritroveranno accomunati da un idem sentire imprenditoriale, in quel di Nola, con il rampante Calenda, manager ex Sky e Ferrari, a dirigere da un paio d'anni lo strategico Interporto Campano, creatura nell'arcipelago societario di Punzo e tassello-base nell'operazione Italo sulle piste arcimilionarie dell'Alta velocita'. Li ritroveremo piu' volte, Punzo e Calenda, nel racconto che segue, lungo la mappa della strategia targata Montezemolo per passare dagli ozi capresi (abusi edilizi compresi nella sua villa Caprile ad Anacapri) alle vette del Potere. Ricordano ancora oggi al palazzo della Provincia di Avellino, storico feudo di casa Dc: «A inizio anni ‘80, dopo il terremoto, i contatti di Ciriaco De Mita con Montezemolo erano frequenti. Lui era li' li' per essere candidato, poi non se ne fece piu' nulla». Ad opporsi fu l'avvocato Gianni Agnelli in persona e cosi' quella candidatura, prevista per le elezioni del 1983, sfumo'. Si potra' riproporre adesso, a vent'anni esatti, e caso mai qualche pezzo da novanta di quella Balena bianca nel motore (o almeno nel poderoso think tank). Un nome facilmente arruolabile - per rimanere in zona - e' quello di Clemente Mastella che, perso per strada (e per alcune vicende giudiziarie) l'appeal politico, puo' comunque contare sulle storiche "truppe mastellate" e sull'innata vocazione a fiondarsi sul carro del vincitore (da ministro del Lavoro - quello dei 100 mila posti promessi - con l'esecutivo Berlusconi, alla casacca di Guardasigilli nel governo Prodi, e causa della sua caduta). Altro ingrediente-base, l'inossidabile amicizia che lega il leader di Ceppaloni con l'altro storico amico di Montezemolo (e terzo eccellente nell'avvetura Italo-Ntv), ovvero Diego Della Valle. Passiamo ad un altro big, Paolo Cirino Pomicino. E' rientrato alla grande in politica con la maglietta Udc, organizza kermesse a tutto campo per impartire lezioni di politica economica a Tremonti prima e Monti poi, detta le nuove regole dell'urbanistica all'ombra del Vesuvio (riesumando i suoi vecchi arnesi da prima repubblica "Neonapoli" e "il Regno del Possibile"), pontifica sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno (diretto dall'amico Marco Demarco). «Pomicino potrebbe giocare a breve un ruolo strategico - commentano a palazzo Partanna, sede della Confindustria partenopea - nel convincere Casini a seguirlo verso il progetto di Montezemolo, vista ormai la morte del terzo polo. Questo significa avere in gioco la forza economica del gruppo Caltagirone che non e' poco». Come del resto e' piu' che cospicuo il bottino, la "cassaforte" che potrebbe portare in dote lo stesso Pomicino. Quella cassaforte - come vedremo piu' avanti - le cui chiavi sono condivise con l'altro partner "d'oro", Italo BO*****O. Era destinata a ossigenare le casse di Fli, e visto che Fli fa flop, ecco che - magicamente - tutto puo' tornare in gioco per il dream team di Montezemolo. In questa ottica, con un Pomicino capace di catalizzare significativi pezzi Udc (e ex Dc), BO*****O portera' con se' un consistente pezzo di Futuro e Liberta', lasciando al suo destino l'ex capo Gianfranco Fini. Continuiamo lungo il versante "politico". Per scoprire che una parte dell'esecutivo vagheggiato da monsieur Cinzano e' gia' all'opera alacremente sotto i vessili del premier-tecnocrate Monti. A cominciare dall'uomo forte, il superministro Corrado Passera, il mega banchiere-finanziere prestato alla politica, il grande finanziatore del sogno che e' appena diventato realta', il Treno della Cuccagna, Italo, capace di produrre milioni a palate senza aver staccato il primo biglietto ferroviario. Meraviglie della finanza creativa dei tremontiani? No, anche dei Montiani piu' ferrei. A cominciare da Passera, per i quali i bookmaker di Montecitorio preconizzano un SuperTicket proprio con lui, il pupillo dell'Avvocato. «E' per questo che Passera sta prendendo lezioni di "sinistra" - commentano in Senato - pare addirittura abbia chiesto consigli a Roberto Saviano, per rappresentare il volto progressista del tandem, con un Luca moderato». Fantapolitica? Staremo a vedere. Pezzo forte del team governativo con un occhio (anzi due) al dream di Montezemolo e' Piero Gnudi, attuale ministro per il turismo, lo sport e gli affari regionali. Altro pedigree, il suo, chilometrico: ex vertice Enel, membro del cda di Unicredit, amicizie politiche trasversali, da Romano Prodi a Casini (per restare in ambito bolognese), fino a lui, il leader maximo futuro, Luca. Si sono ritrovati insieme (e con un altro felsineo doc, Gaetano Maccaferri), nella compagine della Manifatture Sigaro Toscano spa, comprata dal colosso statunitensa BAT (il quale, a sua volta, aveva acquisito dalle privatizzazioni di casa nostra l'Ente Tabacchi Italiani). Restiamo ancora in casa Monti ed eccoci al ministro per le politiche sociali Andrea Riccardi, storico fondatore della Comunita' di Sant'Egidio, cattolico di lungo corso e da sempre vicino alla fondazione Italia Futura. E poi al vice ministro per il Lavoro (il numero due di Elsa Fornero), Michel Martone, figlio di Antonio, l'ex presidente dell'Anm (il cui nome ha fatto capolino nelle pagine dell'inchiesta sulla P4): docente di diritto del lavoro all'universita' di Teramo e alla Luiss di Roma, avvocato cassazionista nonostante la giovane eta', Michel e' oggi fra i promotori-fondatori di Italia Futura. «E' proprio quel milieu universitario, bocconiano, louissiano - ricostruiscono in ambienti politici romani - di docenze in economia oppure storia, scienze politiche o giuslavorismo che rappresenta uno dei terreni su cui lavora Montezemolo, per accreditare un'aura di rinnovamento, di gioventu', di diverso rispetto alla vecchia offerta politica». E sono un copia-incolla i curricula di molti tra i fondatori di Italia Futura. Come quello di Mauro Bussani, docente in universita' di mezzo mondo e a Trieste di diritto comparato; dell'economista Luca Di Mauro; del docente di scienza e comunicazione politica alla Luiss e alla San Pio V° di Roma Angelo Mellone (collabora a Radio Rai e si definisce «un giornalista che dice qualcosa di destra»), in passato molto vicino a Fini; del direttore dell'istituto di Igiene alla Cattolica Walter Ricciardi; del docente di storia all'universita' di Bergamo Adolfo Scotto di Luzio; di Irene Tinaglia, docente di «innovazione, creativita' e sviluppo economico» (letterale dal curriculum) prima alla Carnegie Mellon Univesity di Pittsbourgh e poi alla Carlo III° di Madrid; di Marco Simoni, docente di capitalismo comparato alla London School of Economics and Political Science; di Andrea Romano, che piu' modestamente insegna storia contemporanea all'Universita' Tor Vergata di Roma. Con Simoni e Romano approdiamo al terzo "terreno" in cui vuol affondare radici e far proseliti la Montezemolo band. E' la prateria del fu centro sinistra. Gia' editorialista per l'Unita', giovane promessa veltroniana, Simoni e' oggi tra gli uomini macchina di Italia Futura; il cui timone e', pero', nelle mani di Romano, gia' dalemiano convinto, livornese, un pallino (in comune con Simoni) per «i giovani precari», pronti a sfornare una ricetta per loro (sarebbe poi la Rossi-Ichino). Ed eccoci al big che viene dal Pd, l'economista che sussurava al leader Maximo D'Alema le misure da adottare, le terapie anticrisi per lo sviluppo, Nicola Rossi, al timone dell'Istituto Bruno Leoni, altro think tank del pensiero lib, avamposti a Torino e Milano. Non e' finita. Perche' a "sinistra" s'e' fatto le ossa (sic) Giuliano Da Empoli, gia' al timone di Marsilio Editore, nel curriculum la presenza nel cda della Biennale di Venezia, oggi assessore alla cultura nella giunta Renzi che governa Firenze. Allo stesso rottamator Matteo - sembra - piaccioni i progetti «innovativi», «per una politica diversa» e bla bla continuando dei Monteprezzemolo boys (e il Comune di Firenze ha dato disco verde ai lavori per il tram veloce di un'impresa che potra' portar propellente al Nuovo Progetto). Dalla Toscana al Lazio il salto non e' poi cosi' lungo, ed eccoci alla provincia di Roma guidata da Luca Zingaretti, Pd, che ha pensato bene di stanziare mezzo milione di euro circa di fondi per la "formazione professionale" delle nuove leve che dovranno lavorare nell'Italo superveloce del futuro. Potra' mai mancare, last but not least, una blogger doc, una conduttrice germogliata rigogliosa alla corte di Michele Santoro? Certo che no. E' Giulia Innocenzi, segretario giovanile Pd mancato: e' addirittura tra i pochi, selezionatissimi fondatori di Italia Futura. Passiamo all'organizzazione, alla macchina. Due uomini li abbiamo gia' visti, gli ex pd Romano e Simoni. Ma ecco gli altri pezzi forti. Numero uno e' il gia' ricordato Carlo Calenda, l'uomo ora fifty fifty tra Montezemolo e Punzo, il sigillo dell'amicizia fraterna tra ‘o pannazzaro Punzo e il pupillo dell'Avvocato. A lui sono affidate le redini del movimento che in quest'anno dovra' spiccare il salto verso l'appuntamento poltico del 2013. Gli potranno dare una grossa mano Simone Perillo (si occupa dello sviluppo territoriale del movimento) e, sotto il profilo delle "pubbliche relazioni", una sorta di Gianni Letta in salsa montezemoliana, Alberto Stancanelli. Pezzo da novanta del Palazzo, ex consigliere alla presidenza del consiglio dei ministri, capo di gabinetto alla Funzione pubblica quando era ministro Luigi Nicolais (napoletano, pd, da alcuni mesi al vertice del Cnr), anche Stancanelli ha dovuto occuparsi dei problemi di Napoli, in particolare la monnezza: ai tempi di Guido Bertolaso commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, infatti, venne designato dall'ex capo della Protezione civile (e ora coordinatore in pectore delle truppe berlusconiane da riorganizzare dopo lo tsunami elettorale) per mettere ordine nella giungla di consorzi mangiasoldi: una mission fallita, perche' ancor oggi i cittadini della Campania hanno sotto gli occhi quello sfascio ambientale ed economico, con la camorra a farla, come al solito, da padrona, e i partiti a spartirsi le poltrone, in un'orgia di sperperi milionari. Gran consigliori di Italia Futura sara' infine un altro big dell'establishment amministrativo-finanziario: Mario Ciaccia, per anni braccio destro di Passera al vertici di Imi-Intesa San Paolo, trascorsi come vicecapo di gabinetto del ministro delle Poste nel primo governo Prodi del 1996, l'avellinese Antonio Maccanico. E' proprio in quegli anni (siamo nel ‘98) che Passera va ad occupare una poltrona che conta, amministratore delegato di Poste (forte, a quei tempi, l'influenza dei finiani, con il bocchiniano Antonio Pezzella nel motore). Consigliere della Corte dei Conti, Ciaccia diventera' poi capo di gabinetto anche col centro destra berlusconiano (al ministero dei beni culturali con Guliano Urbani). Intanto, il posto di Ciaccia al fianco di Maccanico era stato preso da Antonio Catricala', ora braccio destro di Mario Monti nel governo dei tecnocrati. E passiamo alla "polpa". Alle casse, ossia all'ossigeno che potra' vitalizzare Italia Futura e, soprattutto, dar forza e gambe a quel "Cantiere per il 2013" che dovra' portare sul palcoscenico elettorale le truppe targate Montezemolo. Per metter su le fondamenta, ci vuol poca fantasia, provvedono i soci-amici di Luca nell'avventura del super treno (per ora fortunatissima, capace di produrre una montagna di utili prima ancora di entrare in concorrenza con le Frecce Rosse di Mario Moretti): ossia le grandi liquidita' di Mister Tod's Diego Della Valle e di Gianni Punzo ‘o pannazzaro. Poi, ci saranno i tanti "amici" coltivati ai tempi della presidenza in Confindustria, caso mai oggi vogliosi di mettersi in mostra dopo l'elezione - non gradita, ma comunque digerita - di Giorgio Squinzi al vertice di viale dell'Astronomia (i fans di Luca tifavano per Alberto Bombassei). Un folto gruppo, quindi, seguira' i primi gia' folgorati sulla via di Italia Futura: come Anna Maria Artoni, a capo del gruppo leader nei settori di trasporti e logistica; Massimo Ferrarese, impegnato nel mattone, molto attivo in Confindustria e anche in politica (al timone della Provincia di Brindisi); il gruppo Monsurro' (pasta) e quello che fa capo alla Coelna (gruppi elettrogeni industriali e marini) di Stefania Brancaccio; quello, armatoriale, riconducibile al salernitano Agostino Gallozzi, per anni al vertice della locale autorita' portuale. Passiamo alla banca "amica". Si tratta della Banca Popolare di Sviluppo, non a caso quartier generale a Nola (sede di Cis e Interporto), creatura di Punzo. Ha appena presentato il suo bilancio (utile netto per il 2011 a quota 635 mila euro), i 300 nuovi soci (per un totale che arriva a 2.600), le entre'e di peso, i progetti ambiziosi. Un "pannazzaro" in forma smagliante, orgoglioso dei suoi gioielli coltivati in tempo di vacche magre e critico verso le autorita' locali e il numero uno di Confindustria Napoli, Paolo Graziano («il prossimo anno invece di investire in locomotive proporro' ai miei amici di organizzare una corsa campestre», nota malizioso a proposito della America's Cup). «Diventeremo almeno la prima banca della regione», gonfia il petto il presidente del cda di BPS, Luigi Gorgia. Un consiglio nel quale figurano, tra gli altri, in rappresentanza di Cisfi (la cassaforte del Cis) Gianni Cacace, amico storico di Pomicino; Sergio Russo (per Interporto Servizi Cargo); Agostino Borselli, il mattonaro partenopeo da sempre vicino a Sua Sanita' Francesco De Lorenzo, a bordo della Borselli e Pisani Costruzioni; Alessandra Rubino (Kimbo-Cafe' do Brasil); Antonio Ferraioli (La Doria, grosso gruppo alimentare); Diego Pacella (per il gruppo armatoriale Grimaldi); Carlo Pontecorvo (presidente del gruppo Ferrarelle, che negli ultimi anni ha fatto man bassa di sigle del settore e non solo); l'avvocato Raffaele Ferola. Dulcis in fundo, l'ex procuratore generale del tribunale di Napoli Vincenzo Galgano, una toga prestigiosa fresca di pensione, come si conviene per le compagini a' la page. Ma eccoci alle indiscrezioni sul futuro ormai prossimo. Risulta alla Voce che buona parte della "cassa" e' in arrivo dalle falde del Vesuvio. Non solo quella made in Punzo (la creatura per il commercio al dettaglio, il Vulcano Buono partorito dal compasso di Renzo Piano), ma soprattutto quella targata Paolo Cirino Pomicino, del resto amico storico di Punzo. La cassaforte si chiama Impresa spa, gia' destinata a finanziare Fli, e ora pronta ad essere riconvertita sulla via del progetto di Italia Futura. «Ci sono tanti segnali - commentano a Palazzo Partanna - che portano in questa direzione. Pomicino vuole un suo spazio, l'Udc non gli sta piu' bene, e quindi e' lui che puo' dettare le regole, anche a Casini. O vieni con me da Montezemolo, o resti li' da solo, col tuo centro che non nascera' mai». Cos'e' Impresa ? Una sigla sbocciata con prepotenza pochi anni fa e diventata in brevissimo tempo una delle star del mattone a livello nazionale e non solo. «Come fece Icla col dopo terremoto - viene ancora osservato - una sfilza di maxi appalti tutti dovuti ai buoni uffici di ‘o ministro che garantiva i flussi prima come presidente della commissione bilancio, ‘o sportello, e poi dal ministero stesso del Bilancio. Tutto facile, appalti a go go per le imprese amiche, le portappalti, come in primo luogo l'Icla». Stesso copione, ora, per Impresa, ma ancor piu' "rombante" - per la quantita' di lavori in portafoglio, nonostante la crisi - e piu' "manifesta" che un tempo. Se una volta Icla era affidata ai due "amici" Agostino Di Falco e Massimo Buonanno, due geometri che improvvisamente si trasformano in imprendotori multimiliardari, ora Impresa fa direttamente capo a lorsignori: Raffaele Raiola (il mattonaro che a fine anni ‘80 ribattezzo' la Sorrentino Costruzioni tanto cara a Pomicino, levandola e "lavandola" delle custodie giudiziarie dopo i sequestri per camorra), Ludovico e Maria Grazia Greco (rampolli di Vincenzo Maria Greco, l'uomo ovunque di ‘o ministro da sempre), Domenico Chieffo, commercialista di fiducia di Italo BO*****O. Tra i tanti appalti, come detto prima, Icla s'e' aggiudicata anche quello - arcimilionario - per il tram veloce che colleghera' l'aeroporto di Peretola con il cuore antico di Firenze. Non e' finita qui. A quanto pare altri bocconi si sono in fase di "cottura" sempre a Napoli. Dove lo stesso Pomicino e' tornato in sella, alla guida di Tangenziale spa, con grossi progetti per l'area occidentale e non solo (vedi articolo a pagina 28). Nell'area opposta, quella orientale, sono ormai cantierati i lavori per Naple'st, la creatura di Marilu' Faraone Mennella e di Antonio D'Amato, storici amici di Pomicino (il padre, Salvatore D'Amato, fondatore della Seda, era tra i finanziatori piu' assidui della rivista pomiciniana Itinerario negli anni ‘80) ed habitue' anacapresi con la loro villa Damecuta, a un passo dalla maison di Luca. Del resto, l'ex presidente di Confindustria D'Amato, a poche settimane delle elezioni dello scorso anno, sbalordi' tutti scoprendosi un cuor bolscevico e invitando a votare De Magistris contro il collega industriale (e coinquilino di palazzo Partanna) Gianni Lettieri. La torta, per la coppia dorata, si arricchisce dei faraonici progetti - a quanto pare in fase di start - non solo per il costoso restyling del vecchio stadio San Paolo (a proposito, uno degli sperperi dovuti alla gestione allegra del Col per i Mondiali ‘90, guidato da Montezemolo), ma anche per la realizzazione del nuovo impianto in partnership con il patro'n del Napoli calcio Aurelio De Laurentiis (che e' socio di Della Valle e Luigi Abete nella Italian Entertainment Group, sigla che gestisce gli studi di Cinecitta'). Dulcis in fundo, i "progetti" di Alfredo Romeo - l'uomo ovunque nella gestione dei patrimoni immobiliari pubblici - per l'area "antica" e fronte porto di Napoli, la cosiddetta "Insula": Romeo e' stato il protagonista dell'inchiesta Global Service, finita in flop, nella quale sono stati coinvolti pezzi grossi della Casta, a cominciare dal suo principale referente politico Francesco Rutelli. Ma l'amico del cuore, comunque, resta sempre lui, ‘o ministro. E ora - tutti insieme - cosi' come scoprono un cuore prima bolscevico, poi arancione, sono pronti - armi e bagagli - a catapultarsi sul'Italo che sta sfrecciando a tutta birra. Dagospia -
Oh Magrìn-Magrìn-Magrìn, tira la bomba-tira la bomba!
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Elia Passa Al Werder Bremen
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http://www.youtube.com/watch?v=9IJ24Gayi8A -
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Credo che sia solo ottimista per il futuro della squadra, e che si possano vincere un altro paio di scudetti in tempi brevi... -
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Visto quanto accaduto, direi che tifa Inter. -
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Non sono un espertone di questi temi, ma ne ho sentito parlare più di una volta. E mi sono confrontato professionalmente un paio di volte con temi attigui. Nonostante i fatti dicano che egli tifa per la seconda squadra di Milano, mi sento di avallare quanto dice Franzo nell'intervista. -
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Bilderberg 2012, sorpresa: ci sono anche Lilli Gruber e Enrico Letta Con una mossa a sorpresa, insolita, quasi a voler lasciar intendere che non c'è niente di strano e di segreto, il sito ufficiale del Meeting Bilderberg ha pubblicato un comunicato stampa ed un elenco dei partecipanti1 prima dell'inizio della conferenza del 2012, in programma dal 31 maggio al 3 giugno a Chantilly, Virginia, USA. Il comunicato stampa del Bilderberg spiega come la "conferenza si occuperà principalmente di questioni politiche, economiche e sociali, come le relazioni transatlantiche, l'evoluzione del paesaggio politico in Europa e negli Stati Uniti, l'austerity e la crescita nelle economie sviluppate" ma anche della "cyber sicurezza, delle sfide energetiche, del futuro della democrazia, della Russia, della Cina e del Medio Oriente". Naturalmente, viene precisato che "l'incontro è privato al fine di incoraggiare la discussione franca e aperta" e che il Bilderberg è solo un "forum dove partecipa un'ampia sezione dei cittadini più importanti (del mondo, ndr) che si riuniscono per tre giorni al fine di portare avanti una discussione informale e off-the-record su argomenti di interesse vigente". Quasi una adunata di filantropi, insomma. Tra i 145 partecipanti del Bilderberg 2012 c'è anche qualche rappresentante per l'Italia, sempre pronta naturalmente a contribuire allo sviluppo dell'umanità. Scorrendo la lista, stilata in rigoroso ordine alfabetico, si scopre quindi che quest'anno i "rappresentanti italiani" al Bilderberg sono Franco Bernabè, presidente e CEO di Telecom Italia (le compagnie di telecomunicazioni a questi "forum" sono spesso ben accolte), Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel e John Elkann, presidente della Fiat. Ma non solo. Un po' a sorpresa appare poi il nome di Lilli Gruber, giornalista di La7 TV (di proprietà Telecom Italia) e "miracolosamente" (citando una sua famosa missiva indirizzata al premier Mario Monti2 quando si insediò a Palazzo Chigi) anche quello di Enrico Letta, deputato del Partito democratico. Di cosa parleranno i nostri dirigenti di aziende, giornalisti e politici probabilmente difficilmente si saprà (con certezza), anche se qualcuno apprezzerebbe di sicuro se alla Camera venisse proposta una interrogazione parlamentare per chiarire per esempio in che veste un rappresentante del popolo italiano è presente al Bilderberg, e per l'interesse di chi. Ad altri invece, scoprendo la partecipazione di Lilli Gruber al Bilderberg, sarà tornata in mente l'intervista che fece a Mario Monti3 (da oggi una sorta di collega, visto che è stato membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg), quando domandò innocentemente al premier: ma lei è un massone? La risposta ormai probabilmente la conoscono tutti. Sante Mapelli Morro http://www.mainfatti.it/Bilderberg/Bilderberg-2012-sorpresa-ci-sono-anche-Lilli-Gruber-e-Enrico-Letta_044025033.htm .read ELENCO PARTECIPANTI 2012: http://www.bilderbergmeetings.org/participants2012.html -
K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -
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Processo Telecom, in aula il testimone chiave Tavaroli Capo della security all'epoca di Tronchetti Provera, conosce tutti i segreti dei dossier su politici, giornalisti e concorrenti di Luca Fazzo - 06 giugno 2012, 15:16 Un processo che si trascinava stancamente da quasi un anno, con le accuse che una alla volta si avviavano verso la prescrizione, e la sensazione che la vera storia dei dossier illegali di Telecom non sarebbe mai stata scritta. Invece questa mattina nell'aula bunker della Corte d'assise milanese si materializza l'uomo che della creazione di quei dossier conosce tutti i segreti: Giuliano Tavaroli, capo della security di Telecom all'epoca di Marco Tronchetti Provera, l'uomo sotto la cui direzione vennero commissionati e raccolti decine di migliaia di dossier su politici, giornalisti, concorrenti, e persino sui familiari di Tronchetti. Tavaroli é uscito dalla scena del processo principale patteggiando una condanna a quattro anni di carcere, ma fino all'ultimo sembrava che fosse destinato a non venire mai interrogato in pubblico. Invece, dopo una lunga incertezza accompagnata da qualche manovra sotterranea, il presidente della Corte d'assise Pietro Gamacchio ha deciso: Tavaroli deve rispondere alle domande. Le uniche domande cui potrà opporre il silenzio sono quelle che riguardano i reati fiscali per cui é ancora sotto inchiesta. E tra le domande che lo attendono ce n'é una decisiva: chi fu, nei vertici di Telecom, a ordinare la creazione dei dossier? L'ufficio Security era una "scheggia impazzita" o invece, come sostiene anche una recente sentenza della Cassazione, agiva per conto della proprietà? 11:33 - Tavaroli ha iniziato a rispondere alle domande del pubblico ministero Stefano Civardi. Il pm chiede di ricostruire la genesi degli incarichi che la security di Telecom assegnava agli investigatori privati Cipriani e Bernardini. Tavaroli: "Tutti gli incarichi venivano dall'interno dell' azienda, un manager o una funzione aziendale ci segnalava una esigenza e noi la trasmettevamo al professionista più idoneo". Per le indagini sui parenti di Tronchetti Provera, il cosiddetto dossier " brothers" sui fratelli di Afef Jenin, Tavaroli dice che l'incarico venne direttamente da Tronchetti. 11:53 - Il pm affronta il tema del dossier sull'acquisto di Telecom da parte di Pirelli nel 2001 e del fondo Oak Fund, il Fondo della Quercia che figurava come azionista di minoranza di Bell e che secondo il dossier portava ai vertici del Pds. Tavaroli: "Questa attività è stata chiesta da Buora e da Tronchetti. Esistevano sospetti e chiacchiere che dietro questo socio di Bell non meglio specificato ci fossero dirigenti di Telecom che avessero tratto vantaggio da questa operazione. Si voleva capire chi ci fosse veramente dietro questo fondo che poi liquidò la sua partecipazione in Bell. Fu una attività che Cipriani svolse in modo molto professionale ricostruendo partecipazioni incrociate di società offshore fino a giungere a una ipotesi di proprietà. Questa ipotesi fu oggetto di conversazione tra me e Tronchetti che si sorprese molto e decise di dimenticare questa circostanza". Tavaroli non fa il nome del Pds e il pubblico ministero rinuncia ad approfondire. 12:18 - Il pm interroga Tavaroli sui rapporti tra Telecom e servizi segreti, e in particolare sul ruolo di Guglielmo Sasinini, giornalista di Famiglia Cristiana e consulente di Telecom. Dice Tavaroli: "Sasinini é un professionista che aveva relazioni con tutte le istituzioni di sicurezza del paese, aveva rapporti dal direttore del a funzionari di polizia e carabinieri. Mi ha presentato persone sue amiche che poteva essere importante per noi conoscere. Tra questi il generale Mori del Sisde. Grazie lui organizzammo un incontro istituzionale tra il dottor Tronchetti e il generale Mori". La security di Telecom riceveva informazioni dai servizi di sicurezza? "Telecom riceveva informazioni con le modalità informali con cui questi rapporti vengono tenuti nel nostro paese". 12:44 - La Procura ha concluso il suo interrogatorio di Tavaroli, sfiorando appena i temi chiave. Ma la parola adesso passa alle parti civili. 13:10 - I legali di Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera e oggetto di un dossier, chiedono a Tavaroli di spiegare la genesi del dossier sul giornalista. "Un venerdì sera sono stato convocato in via Negri (uffici della presidenza di Telecom) dove mi fecero vedere un articolo del Mondo che ipotizzava la cessione del gruppo Pirelli Cavi, questo anticipava decisioni che erano in corso estremamente riservate di cui i manager potevano essere chiamati a rispondere alla Consob. Mi chiesero di analizzare eventuali rapporti e fughe di notizie che potessero essere andati verso la stampa. Nei giorni successivi venne fatta una riunione in cui si ragionò del Corriere e delle fughe di notizie. Venne chiesto di iniziare a capire le attività che ruotavano intorno ai giornalisti. Anche Carlo Buora mostrò grande determinazione nel dire: voi della sicurezza dovete capire da dive escono queste informazioni e come vengono trasferite all'esterno, trovate il sistema di capire chi, come e quando". L'incursione nei computer di Rcs, dice Tavaroli fu "una stupidaggine sesquipedale di cui mi prendo la responsabilità. Nessuno ha detto mai a Ghioni di entrare nei computer di Rcs. Purtroppo è successo, ma i dati che vennero prelevati non furono mai divulgati a nessuno". 14:17 - "L'operazione Ladroni mi venne commissionata dall'Inter nella persona di Moratti, poi la feci con Facchetti": lo ha detto Tavaroli rispondendo alla domanda del legale dell'ex arbitro De Santis. L'operazione "Ladroni" portò l'ufficio sicurezza di Telecom a indagare sui rapporti tra Luciano Moggi e alcuni arbitri di serie A. 15:03 - "Non fu Tronchetti Provera a dirmi di indagare sui Ds". Tavaroli lo ha detto rispondendo all'avvocato dei Democratici di sinistra che torna a chiedere dell'operazione sull'Oak Fund, il fondo che, secondo il dossier realizzato dall'investigatore Cipriani, portava al partito di D'Alema e Fassino. L'indagine, spiega Tavaroli, era partita perché si temeva che dietro il fondo ci fossero in realtà manager infedeli di Telecom. "L'operazione - dice Tavaroli - andò avanti a lungo. Solo all'ultima pagina dell'ultimo rapporto mi resi conto che la attività investigativa riguardava un partito italiano". Il legale dei Ds chiede: perché comunque disse di andare avanti? "Non ricordo se dissi di andare avanti. C'era una struttura di società che rimandavano ad altri. Quando si ipotizzo quel risultato finale il report fu chiuso, ultimato e non utilizzato". Il legale dei Ds ricorda a Tavaroli che in una intervista disse che il dossier sui Ds era stati ordinato da Tronchetti. "Non l'ho mai dichiarato. Non smentii l'intervista perché in quel momento avevo altre preoccupazioni. Ma nell'intervista c'erano anche altre inesattezze. Comunque Tronchetti non mi diede mai incarico di indagare su nessun partito italiano, estero o extraplanetario. Quando gli portai il risultato dell'indagine Tronchetti si preoccupò molto e si arrabbiò perché non c'entrava nulla con le motivazioni del incarico". Che utilizzo faceste del dossier? "Nessuno". "L'operazione di controsorveglianza su Kroll fu richiesta da Buora che era il mio capo e dal dottor Tronchetti Provera". Lo ha detto Tavaroli rispondendo alle domande sulla incursione informatica ai danni dell'agenzia investigativa privata Kroll, che assisteva i rivali di Telecom nella lotta per il controllo dei cellulari in Brasile. 15:16 - Udienza chiusa: ma Tavaroli dovrà tornare in aula mercoledì prossimo per gli interrogatori dei legali degli imputati. E a quel punto forse si comincerà davvero a capirci qualcosa. http://www.ilgiornal...ge=0-comments=1 -
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CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Ora con 30 scudetti cè il nodo della terza stella. Lei come la pensa in merito? «Noi tifosi siamo consapevoli di aver vinto 30 scudetti in campo ma io sono abituato a rispettare le regole. Così la Juve, in questo senso è al di sopra di ogni sospetto. Si troverà una soluzione intelligente. E poi la terza stella senza possibilità di contestazioni credo che arriverà presto...». Riccardo Grande Stevens, Tuttosport 28/05/2012 -
Juventus Campione D'Italia 2011/2012 [E Sono 30]
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Mille Miglia: vince il duo argentino Scalise-Claramunt su un'Alfa del '33“ Elkann 152/mo Il vincitore dell'edizione 2012 delle Mille Miglia è il duo argentino Claudio Scalise e Daniel Claramunt a bordo dell' Alfa Romeo 6C 1500 GS del 1933. L'equipaggio ha avuto la meglio alla fine di una lotta serrata contro la Bmw-328 Roadster del 1939 dei veterani Giuliano Canè e Lucia Galliani.“ Terzo classificato Giovanni Moceri su una Aston Martin Le Mans del 1933, assistito dal bresciano Tiberio Cavalieri.“ Il presidente di Fiat Group John Elkann, che partecipava alla competizione su una Fiat 8v del '54, accompagnato dalla moglie Lavinia Borromeo, si è classificato al 152esimo posto.“ http://www.bresciatoday.it/cronaca/vincito...ane-elkann.html Grande Stevens: "Godo per le vittorie del Napoli ma ovviamente tifo Juve" Napoletano di nascita, torinese d'adozione. Franzo Grande Stevens ha raccontato a Il Mattino il suo incontro con l'Avvocato Agnelli e la sua fede juventina: Com’era la Napoli di Grande Stevens? «Durante la guerra il collegio dei Benedettini di Montecassino, dove vivevo dall’età di 8 anni, chiuse e tornai a Napoli per frequentare il ginnasio al Vico, dove insegnavano maestri, ad esempio, come Sannia e l’Arcuno. Mio padre aveva un piccolo pastificio, mia madre fu isolata dai tedeschi in un campo di concentramento a Chiaiano, colpevole di ascoltare Radio Londra dove parlava mio zio, il colonnello Stevens. Vivevo da una zia sulla collina dei Camaldoli e scappavo nei boschi se arrivavano i tedeschi. Quando ci raggiunsero le forze dell’Ottava Armata britannica venni accolto nelle vicinanze dell’ospedale Cardarelli dalla Brigata palestinese, composta da soldati ebrei guidati da Tiberius Iritz». Quando arrivò a Torino? «Mi laureai con il massimo dei voti con Alessandro Graziani, maestro di diritto commerciale, ed entrai nello studio del grande avvocato civilista Francesco Barra Caracciolo. Volevo conoscere Paolo Greco, insigne giurista napoletano che insegnava a Torino, e andai a trovarlo. Venni ”sequestrato” e inserito nello studio di Dante Livio Bianco, da poco deceduto, allievo di Manlio Brosio e collaboratore di Piero Calamandrei. Vivevo in una camera ammobiliata. Così cominciò la mia avventura torinese». Lei è stato soprannominato l’Avvocato dell’Avvocato. Come nacque il suo rapporto con Agnelli? «L’Avvocato mi chiese l’assistenza legale nella cessione di una sua azienda. Mi disse: quando mio nonno ebbe bisogno di un avvocato civilista si affidò all’avvocato napoletano Vincenzo Janfolla, ho sentito parlare bene di lei e anch’io mi affido a un avvocato napoletano. Da allora, seconda metà degli anni ’50, il rapporto è diventato sempre più assiduo e si è esteso alla famiglia, in particolare a Gianni e Umberto Agnelli». È stato presidente della Juventus per tre anni. «Quando morì Vittorio Chiusano, il grande penalista torinese presidente del club, il lavoro mi assorbiva molto. Umberto vinse la mia riluttanza, dicendo che dovevo accettare perché era un tributo all’amico scomparso. E io accettai». Da napoletano avrà seguito la crescita del Napoli, dal fallimento alle partite di Champions. «Certamente. Conosco le vicende della squadra, dai campioni come Maradona a quelli attuali come Cavani, Lavezzi e Hamsik». Ha simpatia verso il Napoli? «Confido e godo della vittoria del Napoli, quando non gioca contro la Juve o non c’è un interesse della Juve». Domani l’ultimo atto di Del Piero alla Juve. «Ha giustamente voglia di continuare a giocare anche se con minore intensità e minore stress di quelli del campionato italiano. C’è tempo per lavorare a tavolino.Del Piero resterà sempre una bandiera e un esempio della Juve oltre che un grandissimo calciatore come Sivori e Platini». Il pronostico per la finale? «Spero che sia una bellissima partita, esemplare non solo per abilità tecnica ma anche per correttezza, sia dei giocatori che del pubblico. E che, naturalmente, vinca la Juve». http://www.tuttojuve...idnotizia=95157 Ahia... -
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Elkann: «No comment sul caso Conte» 18 Maggio, 2012 TORINO - Avvicinato dai media alla sosta a San Sepolcro della Mille Miglia, il presidente del gruppo Fiat, John Elkann, non ha commentato il caso dell'allenatore della Juventus, Antonio Conte, tirato in ballo nello scandalo del calcioscommesse. Elkann, insieme alla moglie Lavinia, sta partecipando all'edizione 2012 della Freccia Rossa, a bordo di una berlinetta Fiat 8V del '54. http://www.tuttosport.com/calcio/calciosco...nte%26%23187%3B Fiat: inizia marcia verso fusione con Chrysler (Giornale) ROMA (MF-DJ)--Parte la marcia di avvicinamento alla fusione di Fiat con Chrysler e, allo stesso tempo, potrebbe iniziare l'operazione di reverse merger che porterebbe le azioni di Fiat Industrial a essere assorbite da Cnh, quotando la societa' solo sul mercato americano. E' quanto si legge sul Giornale che aggiunge come passo fondamentale e' l'annunciata semplificazione della struttura azionaria che si concretizzera' la prossima settimana. Lunedi' prossimo, infatti, avverra' la conversione obbligatoria di tutte le azioni Fiat privilegiate e le azioni Fiat di risparmio in azioni Fiat ordinarie. Semplificare e' la parola d'ordine che si sono dati John Elkann e Sergio Marchionne, soprattutto in vista della prossima fusione tra Fiat e Chrysler, che sara' resa piu' agevole, evitando in questo modo tutti i problemi legati ai concambi. Tra gli analisti si scommette anche sulla doppia quotazione, a Milano e a Wall Street. La semplificazione relativa a Fiat Industrial, invece, sarebbe propedeutica a possibile operazioni straordinarie come, appunto, il passaggio di Industrial sotto Cnh (l'11,6% e' quotato negli Usa), rafforzando quest'ultima e beneficiando, come gia' sottolineato da Marchionne, dei vantaggi offerti dal mercato americano. Il nuovo soggetto, che potrebbe essere ribattezzato, comprenderebbe anche Iveco e la parte di Powertrain di Fiat Industrial. pev http://borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-d...976〈=it Fiat, ultimo giorno per privilegiate e risparmio Marchionne pronto a trasferirsi a Wall Street MILANO - L'antipatia per gli interlocutori italiani di Sergio Marchionne è nota. E il fatto che punti sempre più a voler essere "internazionale", che poi vuol dire americano, è altrettanto risaputo. Là le grandi corporation godono di privilegi che in Italia non esistono e così è là che Marchionne vede il destino della Fiat. Non solo come azienda, dopo l'acquisto di Chrysler, ma anche come titolo quotato. E per farlo potrebbe iniziare con un piccolo, ma neanche tanto, importante passo, come la fusione inversa tra la controllata Cnh, già quotata a New York e la controllante Fiat Industrial. La produzione di trattori, pulmann e camion è già in gran parte destinata a trasferirsi dove i costi sono inferiori, con buona pace dei sindacati, e la stessa sorte potrebbe toccare ai titoli azionari. Oggi è l'ultima giornata di contrattazione delle Fiat risparmio e privilegiate, dopo di che sia le Industrial che le Auto verranno convertite in ordinarie. Il rapporto di conversione è pari a 0,85 azioni ordinarie per ogni privilegiata e 0,875 per ogni azione di risparmio. Secondo gli analisti e il mercato che sembra crederci, sarà il primo passo verso la semplificazione dei titoli in vista di una fusione con Chrysler. Ma ancor prima del matrimonio fra i due marchi dell'auto, potrebbe arrivare un reverse merger tra i titoli della Cnh e le Fiat Industrial, l'operazione porterebbe di fatto il passaggio delle azioni da Piazza Affari a Wall Street. Una fuga all'estero che ricorda la clamorosa quotazione di Prada, il marchio del made in Italy, quotato a Hong Kong. http://www.repubblica.it/economia/finanza/...treet-35382581/ Tempo di pulizie in Exor La semplificazione del portafoglio voluta da Elkann impone di vendere le partecipazioni più piccole. Per le prime cessioni si pensa a Sequana, Vision Investment e Banijay. Invece Almacantar per ora resta http://www.milanofinanza.it/giornali/previ...zie%20in%20Exor Sergio Marchionne conquista il primato riesce a mettere in cig tutta Mirafiori La Fiat lascia a casa per la prima volta tutti i 5.400 impiegati di Mirafiori, mentre sale la tensione a Termini Imerese, dove circa 300 operai della ex fabbrica del Lingotto bloccano l'autostrada Palermo-Catania. Sono preoccupati anche i lavoratori dello stabilimento di Cassino, che sollecitano nuovi modelli. I sindacati chiedono la conferma degli investimenti e annunciano un incontro con i vertici Fiat a giugno. In Sicilia la situazione e' sempre piu' difficile. Un nuovo tavolo e' convocato al ministero dello Sviluppo economico per lunedi' 4 giugno con Fiat, Dr Motor, sindacati, Regione Sicilia e ministero del Lavoro ''Dopo ben 19 giorni di lotta - afferma il sindaco Salvatore Burrafato - la mobilitazione dei lavoratori della Fiat e dell'indotto ha portato finalmente il ministro Passera ad occuparsi direttamente di Termini Imerese. Sono molto preoccupato, e' una citta' che rischia di esplodere''. Il ministro Corrado Passera rassicura: ''dobbiamo trovare una soluzione solida in cui i soldi pubblici vengano impiegati al meglio. Se il piano di Dr Motors puo' essere realizzato daremo il massimo appoggio. Abbiamo dato 15 giorni a Dr per confermare o meno la loro capacita' e disponibilita' ad attuare l'impegno preso. Il giorno dopo e' stato convocato il tavolo. Se la risposta arrivera' prima anticiperemo l'incontro''. Per il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ''una soluzione al problema dello stabilimento siciliano deve venire dal governo e da Fiat. Il sindacato non accettera' mai che Fiat possa semplicemente chiudere e licenziare''. Le difficolta' del mercato dell'auto e il calo delle vendite Fiat cominciano ad avere contraccolpi in tutti gli stabilimenti italiani. A Mirafiori per la prima volta tutti i colletti bianchi andranno in cassa integrazione sei giorni: 14, 15 e 21 giugno, 12, 13 e 19 luglio. Altri erano già programmati per il 22 giugno e il 20 luglio quando lo stabilimento torinese restera' chiuso utilizzando i permessi personali dei lavoratori. http://www.ilmanifes...zie/mricN/7458/ John Elkann affida il volante alla moglie Nuova staffetta al volante della berlinetta Fiat V8 del ’54 con a bordo il presidente di Fiat John Elkann e la moglie Lavinia Borromeo che stanno disputando la terza e ultima tappa della Mille Miglia, gara di regolarità automobilistica da Brescia a Roma e ritorno sul percorso della storica Millemiglia di velocità degli anni ’30, ’40 e ’50. Dopo il controllo timbro a Viterbo, Elkann che aveva guidato dalla partenza di Roma è passato alla navigazione mentre la moglie ha imbracciato il volante. Evidentemente la buona prestazione ottenuta ieri da Lavinia Borromeo durante la seconda parte della tappa da Ferrara a Roma ha fatto cambiare strategia all’equipaggio. Rispetto alla prima tappa infatti al termine della seconda la Fiat V8 ha recuperato ben 60 posizioni e ora viaggia intorno alla 150/a. Ora la carovana sta per affrontare una delle prove più difficili del percorso attraverso le Crete Senesi prima e le colline del Chianti fiorentino poi. Ci saranno anche prove su sterrato e in salita. Come sempre instancabile continua l’attività su Twitter del numero uno della Fiat. Da stamattina, Elkann ha postato già diversi messaggi arricchiti da foto scattate dall’auto: l’ultimo dice: «Toscana eccoci». http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/j...oglie-1.1208726 Processo Giovine, la difesa "Firme false? Così fan tutti" L'avvocato del consigliere regionale condannato invoca una pena più bassa in appello: "Si è uniformato a quello che facevano gli altri" Il mestiere di politico o amministratore "è un mestiere che porta a uniformarsi a quello che fanno tutti gli altri" ed è anche per questo motivo che la pena a due anni e otto mesi inflitta in primo grado a Michele Giovine per la vicenda delle firme elettorali false è troppo alta: lo ha detto oggi al processo d'appello uno dei suoi difensori, l'avvocato Cesare Zaccone. Il legale, dopo avere invocato l'assoluzione del consigliere regionale imputato per irregolarità elettorali, si è soffermato sulla diffusione dei comportamenti che sono contestati dall'accusa. "Basta leggere i quotidiani - ha osservato - per rendersene conto. Succede ovunque, anche in Piemonte. Ma sono condotte prive di conseguenze troppo rilevanti e, per questo motivo, punite con pene molto più basse: è stato il legislatore a dire che non sono fatti gravi, al punto da scegliere di declassarli". Il pg Vittorio Corsi è stato di parere opposto. "Non condivido il discorso del 'così fan tutti'. Bisogna, anzi, dare sanzioni che scoraggino quello che fanno tutti". http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/0...tutti-35471527/ Chrysler richiama 87mila Jeep (ANSA) - DETROIT (USA), 19 MAG - La Chrysler sta richiamando quasi 87.000 Jeep Wrangler negli Stati Uniti, in Canada e in altri Paesi, perché potrebbero essere esposte a rischi di incendio. Il provvedimento riguarda esclusivamente le vetture del modello 2010 che hanno la trasmissione automatica e che sono state prodotte prima del 14 luglio 2010, riferisce il Washington Post online, aggiungendo che la Chrysler ha ricevuto almeno 14 segnalazioni di protesta di Jeep Wrangler andate a fuoco. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/to...ep_6898547.html -
J-Museum: Oggi Inaugurazione Ufficiale
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di Dio nico11 in Allianz Stadium & Places: archivio costruzione
Attenzione, io ho solo riportato ciò che ho sentito dire da quei due, ma non è affatto detto che abbiano ragione. -
Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in Calciopoli (Farsopoli)
Lapo, lo show alla Bocconi tra autografi e foto ricordo L'appuntamento era fissato per un incontro con Gianluigi Gabetti, presidente onorario della Exor spa e da sempre legato agli Agnelli, per un incontro sul tema 'Finanza, credito ed economia reale'. La scena, però, l'ha conquistata Lapo Elkann, arrivato in Ferrari nella sede dell'università Bocconi per salutare l'amico di famiglia e subito preso d'assalto dagli studenti, che hanno approfittato per farsi fotografare con lui e chiedere un autografo, come testimoniano queste immagini http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/0...apo-35279425/1/ "Coraggio e passione per uscire dalla crisi" Gabetti: “"Giovani, affermate i vostri diritti" FRANCESCO MANACORDA «Coraggio e passione», come negli istituti di credito del Dopoguerra che - erano i miei inizi alla Banca Commerciale - assumevano dei rischi, «mentre oggi c’è una tale passione a stare fuori dai rischi che non so più le banche che ci stiano a fare». Ma anche coraggio e passione che servono ai giovani e al Paese perché «la competitività dipende dalla nostra volontà di battersi e di combattere». Metti Gianluigi Gabetti, oggi presidente d’onore Exor, davanti agli studenti della Bocconi e a un nutrito gruppo di amici e allievi che si sono fatti strada nel mondo finanziario e ne esce un pomeriggio a metà tra la lezione di un grande protagonista, classe 1924, del capitalismo italiano e un dibattito senza ipocrisie: «Se voi siete stati la classe dirigente del Paese - domanda uno studente - che cosa è andato male per consegnarcelo in queste condizioni?». Invitato all’Università da Giuseppe Berta e al tavolo degli oratori assieme all’ex banchiere, e suo compagno in Olivetti, Nerio Nesi, a Camillo Venesio della Banca del Piemonte e all’editorialista del Corriere della Sera Massimo Mucchetti, quella di Gabetti è una cavalcata «in quello che hanno chiamato il secolo breve» con molti spunti legati all’attualità. Il credito e il ruolo delle banche, prima di tutto, quando quel ventiduenne laureato con lode in legge viene assunto nel ’46 alla Comit «e lì notai che da un collega vicino, che si occupava di conti correnti, passavano operazioni nuove. Erano i primi segnali del Piano Marshall, uno strumento meraviglioso con cui gli Stati Uniti offrivano credito al resto del mondo e le banche potevano offrire credito ai propri clienti, selezionandoli in modo responsabile». Sul rapporto di oggi tra finanza e impresa, Gabetti non vuole dare giudizi, ma sottolinea come la revoca del Glass-Steagall Act - le legge Usa del ’33 che fino al ’99 ha sancito la completa separazione delle attività di banca commerciale da quella di banca d’affari - abbia aperto la porta alla crisi degli ultimi anni. Compresa quella bolla immobiliare Usa «che capii quando nel 2006 amici che lavoravano nelle banche ci offrivano denaro a gogò», chiedendo come unica garanzia un immobile di pregio. «Mi sembrò una follia e compresi che se c’era chi faceva incetta di immobili di ottima qualità era perché nel retrobottega qualcuno li mescolava con immobili di pessima qualità» per poi venderli sul mercato. Nella sua vita da manager Gabetti è stato in Comit, Olivetti e gruppo Agnelli, «tre entità a cui devo molto» e di cui ha conosciuto, con gradi diversi di vicinanza, i protagonisti. Dal banchiere Raffaele Mattioli «di cui ho sempre ricordato una cosa che mi disse: “La finanza segue sempre”, come indicazione a privilegiare le ragioni e i progetti dell’industria», a Adriano Olivetti, che un giovane Gabetti riesce a scandalizzare identificando la propria maggiore qualità nella «diplomazia». «”Ma è l’arte della menzogna!”, mi disse lui. “Per me - risposi - è l’arte di saper dire sempre la verità, ma in un modo che sia accettabile all’interlocutore». Dell’Avvocato Agnelli un ricordo partecipe e divertito: «Nel ’71 mi chiamò a New York, dove vivevo, e mi chiese se potevo fargli fare una visita privata di una mostra al MoMa, di cui ero consigliere. Poi aggiunse: “Ah, e verrebbe a fare il direttore generale dell’Ifi?”». «Un vero maestro di vita non l’ho mai avuto - dice Gabetti parlando del suo rapporto con Agnelli - però ci vogliono dei punti di riferimento; e di lui ho sempre apprezzato il grandissimo rispetto verso gli altri». Ma questo è il passato. Ai giovani che lo interrogando qui alla Bocconi, il presidente d’onore di Exor spiega che «non devono avere timore di affermare i loro diritti, ma che le cose non si risolvono protestando, bensì collaborando e lavorando nei propri ruoli. Noi lavoravamo come pazzi, ci buttavamo a capofitto nel lavoro. E questa è stata anche la chiave del miracolo italiano». http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/a...lo/lstp/454560/ Mille Miglia: sfida tra capitani industria, Elkann per Italia BRESCIA - Costruire bolidi da sogno evidentemente non basta, provare l'emozione di sfidarsi in gara é questa una rinnovata passione dei n.1 delle case automobilistiche europee. Alla Mille Miglia 2012 ce ne sono cinque in gara e la sfida e' sempre la stessa: Italia contro Germania e Inghilterra. Per la difesa del tricolore sarà un affare di famiglia con John Philip Elkann, presidente Fiat Group, sostenuto al roadbook (ovvero alla navigazione) dalla moglie Lavinia Borromeo (n. gara 234). Per la Germania l'attacco è a tre punte: Dieter Zetsche, n.1 di Mercedes-Benz Cars e Chairman Board del Management di Daimler AG (n. gara 273), Matthias Muller, Ceo di Porsche AG (n. gara 300) e Franz Jung, ad Bmw Italia. L'Inghilterra si affida invece alla tradizione con Adrian Hallmark, Brand Director di Jaguar Cars Limited (n. gara 198). Altra battaglia è quella tra i designer. La Germania schiera Wolfgang Egger, head designer di Audi AG (n. gara 334), l'Italia si affida ai giovani con Fabrizio Giugiaro, Co-Chairman e Styling Director di Italdesign Giugiaro (n. gara 334) e all'esperienza di Andrea Zagato, presidente di Zagato (n. gara 362). A fare da arbitro, ci penserà un'altra presenza importante dell'industria dell'auto, Alberto Bombassei, presidente Brembo (n. gara 281), che a 'far frenare' chi troppo insiste è meglio di Collina coi cartellini rossi. Sul percorso ci sarà anche il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che però scenderà in campo, con la sua abituale eleganza decontracté, solo per la cena di gala di Roma, a Castel Sant'Angelo, dove la Mille Miglia va di scena venerdì sera. http://www.ansa.it/motori/notizie/rubriche...ia_6884098.html «Fiat tassa le buste paga» Ha tutta l'aria di essere una ripicca quella della Fiat che ha fissato una sorta di tassa di 7-8 euro sullo stipendio mensile di ogni lavoratore per pagare i contributi sindacali degli iscritti a Fiom-Cgil. Una ripicca sì, perché è arrivata proprio dopo l'ondata di sentenze che hanno accusato il Lingotto di condotta antisindacale, conseguenza delle numerose cause intentate da Fiom-Cgil contro varie aziende del gruppo per avere impedito le nomine delle Rsa o di avere rappresentanti sindacali in fabbrica o ancora di cedere le quote dei lavoratori al sindacato. FIAT E IL VIZIETTO ANTI-SINDACALE. Cause, nella maggioranza dei casi, vinte da Fiom-Cgil (tranne il recente caso di Torino, con 21 ricorsi rigettati): ultima vittoria in ordine cronologico quella della Sevel di Atessa, mentre si resta ancora in attesa del verdetto su uno dei primi casi, quello di Pomigliano. Una battaglia senza esclusione di colpi, dunque, quella tra Marchionne e la Fiom che passa dal mancato diritto di rappresentanza nelle sedi Fiat, con il conseguente e arrabattato tentativo del sindacato di costruirsi sedi di fortuna nei pressi delle industrie, fino al rifiuto di prelevare le quote associative per le parti sociali, salvo poi una serie di sentenze in tribunale che hanno dato contro alle decisioni del Lingotto. VIA DALLA BUSTA PAGA 7-8 EURO. E così i metalmeccanici di Torino si sono visti recapitare intorno a metà maggio una lettera in cui viene spiegato che, per poter sostenere le trattenute sindacali, è necessario detrarre dalla busta paga di ogni iscritto circa 7-8 euro al mese, fatto che ha indignato il segretario generale della Fiom Maurizio Landini (già impegnato nella lotta per il riassorbimento delll'ex stabilimento di Termini Imerese, terreno di sit in quotidiani) che ha tacciato il provvedimento di Marchionne come una «tassa sulla libertà sindacale». La vicenda, rivelata da Il Fatto Quotidiano il 17 maggio, va inserita nel particolare contesto della Fiat di Torino, condannata a inizio maggio per attività antisindacale a causa del rifiuto del Lingotto di prelevare le quote associative degli iscritti della Cigil (circa 15 euro al mese) dalle buste paga dei dipendenti. Una decisione, quella del Lingotto, presa da quando la Fiom di Maurizio Landini aveva rifiutato di firmare il 'contratto Mirafiori' secondo cui la Fiat aveva cessato l'opera di sostituto di imposta, appellandosi allo statuto dei lavoratori nella sua versione odierna: in pratica, non era più compito dell'azienda sostenere il sindacato. FIAT SCONFITTA IN 11 CASI SU 11. La decisione ha portato in tribunale azienda e parti sociali, generando un risultato poco lusinghiero per il Lingotto: in undici casi su undici è arrivata infatti la condanna a ripristinare la sua funzione di sostituto d'imposta. Le quote dei lavoratori al sindacato vanno cedute, lo ha stabilito il giudice e non si può impedirlo. Da qui l'applicazione della così detta 'tassa sulla libertà', tacciata di essere un'azione ritorsiva di Marchionne contro Fiom-Cgil: IN ARRIVO LETTERE AGLI ISCRITTI. Da inizio maggio sono iniziate infatti ad arrivare delle lettere ai dipendenti Fiat, in cui viene annunciata la detrazione di 7-8 euro dallo stipendio per poter coprire i contributi sindacali. Secondo quanto hanno scritto i legali dello studio De Dominicis, che rappresenta il Lingotto: «Le società da noi rappresentate ritengono di avere diritto comunque a ottenere il pieno e totale rimborso di ogni qualsivoglia onere conseguente alle attività di carattere gestionale, amministrativo e contabile». LA SOLUZIONE: «PAGHINO I LAVORATORI». E perché dovrebbe essere la Fiat a pagare, si è chiesto Marchionne. Soluzione: che paghino i lavoratori. Gli iscritti ai Fiom-Cgil stanno quindi ricevendo delle lettere per spiegare la faccenda: «Questa difesa ritiene di dover stimare, avuto riguardo dei costi di una risorsa impiegatizia, un costo medio di 4,5 euro per ciascuna cessione». E non solo: «Avuto riguardo ai costi nei praticati dagli istituti bancari per ciascun bonifico e agli oneri connessi per la materiale gestione contabile di tre euro», il totale dei soldi prelevati mensilmente dalla busta paga potrebbe diventare anche di 7-8 euro. LANDINI: «È UNA TASSA SULLA LIBERTÀ». La notizia non ha spaventato il segretario della Fiom Maurizio Landini, il quale ha dichiarato: «Marchionne si lamenta di essere costretto alle cause, ma è con questi comportamenti che ci costringe solo alle cause». Da qui l'accusa: «Con questa tassa sulla libertà sindacale non sta facendo altro che intimidire i lavoratori iscritti al sindacato». http://www.lettera43.it/economia/industria..._4367551089.htm -
J-Museum: Oggi Inaugurazione Ufficiale
CRAZEOLOGY ha risposto al topic di Dio nico11 in Allianz Stadium & Places: archivio costruzione
Ho visto un paio di persone uscire dal museo oggi e si lamentavano tra loro dei prezzi. Piccolo, per quello che costa il biglietto, dicevano. Chissà... Comunque le piante e il tappetone bianconero non ci sono più, erano solo per l'inaugurazione. E' tornato tutto come prima. -
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Dimettermi da cosa, da simpatizzante? -
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http://quintarete.blogspot.it/ -
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C'è un angolo della memoria per l'Heysel.