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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. Ma più che altro è che sono argomentazioni che non tengono conto che: 1- all'epoca c'era Blanc, che tutto è, meno che un mangar con una visione prospettica di alto profilo. Alla fine doveva solo garantire che l'Inter vincesse i suoi 5 scudetti consecutivi. Il progetto stadio è stato più un problema che altro, per lui. 2- attualmente ci sono ancora aspetti del progetto da definire, quindi ancora non sappaimo se davvero le cose andranno come dicono i giornali. 3- non bastano i soldi per poter fare tutto quello che vuoi. Servono i permessi, ecc, ecc. 4- Anche a me sarebbe piaciuto uno stadio un po' più grande, ma non sarebbe stato sempre pieno, e servivano molti soldi in più da dedicare al progetto, così come ne servirebbero molti molti molti in più per fare quello che dice lui... Ma John Gabetti e compagnia onesta sappiamo bene che quando si tratta di scucire anche solo un euro... Questo Daniele dove vive? Lo sa in che mani siamo? E' già tanto se non ci ributtano in B di nuovo per fare un nuovo piacere a Moratti...
  2. Molto bene. Vedo che si stanno muovendo come speravo e come ho suggerito a suo tempo.
  3. L'importante è fare cose che portino costantemente soldi nelle casse, e non solo una tantum. Il progetto immobiliare per esempio, ha senso se le villette di lusso con piscina vengono assegnate temporaneamente ai giocatori per il periodo in cui sono a Torino, o affittate, o che ne so. Perché se vengono vendute siamo da capo. Incassi in quel momento poi stop. Il progetto complessivo deve essere funzionale alla Juve stessa.
  4. ECONOMIA 24/05/2013 Lapo Elkann sbarca in Borsa Il 29 maggio l’assemblea di Italia Independent Group Italia Independent Group fa rotta su Piazza Affari. Il primo passaggio formale è fissato per mercoledì prossimo, 29 maggio, con l’assemblea della holding del gruppo attivo negli occhiali da vista e da sole e in una serie di svariati prodotti `lifestyle´. I soci, guidati dal presidente Lapo Elkann, che detiene il 64% del capitale di I-I, sono chiamati a dare il via al processo di quotazione che si concluderà, secondo i programmi, col debutto il mese prossimo all’Aim, il mercato alternativo dei capitali dedicato alle piccole aziende. L’impresa fondata sei anni fa dal nipote di Gianni Agnelli con Giovanni Accongiagioco (attuale direttore operations della società operativa Italia Independent Spa e azionista della holding al 4,49%) e Andrea Tessitore (amministratore delegato e terzo socio con una quota pari all’11,13% del capitale, dietro Mario Ginatta all’11,7%) ha registrato nel 2012 ricavi per 15,6 milioni (da 9,6 milioni del 2011) e un Ebitda di 2,9 milioni (da 1,4 milioni) e punta a crescere, fuori dall’Italia e dall’Europa, guardando anche a Oriente. Oggi il gruppo con sede a Torino, una filiale negli Usa, tre unità locali a Milano, Parigi e Barcellona, due outlet gestiti direttamente e un sito per l’e-commerce, ha aperto a Rivoli, nei pressi del capoluogo piemontese, il nono negozio monomarca. «È il primo realizzato grazie alla partnership con la branch italiana di Essilor, multinazionale francese leader nel settore ottico-oftalmico», ha sottolineato Tessitore. «Grazie alla partnership con Essilor - ha osservato Accongiagioco - i clienti potranno avvalersi di un servizio completo, dalla scelta della montatura all’installazione delle lenti oftalmiche, oltre ad un servizio di assistenza after-market». http://www.lastampa.it/2013/05/24/economia/lapo-elkann-sbarca-in-borsa-z3dK3Kwt7jd40Eew2tfB7J/pagina.html
  5. ECONOMIA 24/05/2013 Elkann entra nel board di New News Corp Il presidente di Fiat a Bagnaia: “I giornali di qualità hanno futuro Bisogna puntare sulle tecnologie” BAGNAIA (SIENA) News Corp si divide in due: il consiglio di amministrazione del colosso dei media approva formalmente la separazione in due società, una editoriale l’altra di intrattenimento, con effetto dal 28 giugno prossimo. E annuncia la composizione dei loro consigli: in quello della nuova News Corp., la divisione editoriale che include il Wall Street Journal e HarperCollins, entra il numero uno di Fiat John Elkann, che affiancherà Rupert Murdoch e i suoi figli, James e Lachlan, ma anche José Maria Aznar. Nel cda di 21st Century Fox, la divisione intrattenimento, siederà, oltre alla famiglia Murdoch, anche Delphine Arnault, la figlia di Bernard Arnault, il numero uno di LVMH. Le due nuove società saranno ambedue quotate. «L’annuncio odierno è un significativo passo nel creare due società indipendenti con un portafoglio di asset fra i maggiori al mondo» afferma Rupert Murdoch, che sarà presidente e amministratore delegato di 21st Century Fox e presidente esecutivo della nuova News Corp. «Continuiamo a ritenere che la separazione possa liberare il vero valore delle due società e dei loro asset, consentendo agli investitori di beneficiare di opportunità strategiche diverse, risultato di un management più concentrato su ognuna delle due divisioni - mette in evidenza Murdoch -. La separazione creerà due leader del settore, che saranno guidati da persone che hanno mostrato acume delle loro attività e che portano esperienze diverse». Nell’approvare la separazione, il cda di News Corp ha approvato anche la distribuzione di tutte le azioni della nuova News Corp agli stockholder: un’azione della nuova News Corp per ogni quattro azioni di News Corp. La nuova News Corp procederà, una volta avvenuta la divisione, anche all’acquisto di 500 milioni di azioni proprie. Approvata anche una clausola che punta a bloccare eventuali scalate ostili nel periodo della separazione, durante il quale sono previsti scambi sostenuti: le azione delle due società includono il diritto di acquistare più titoli nel momento in cui singoli investitori acquistassero una quota superiore al 15%. I diritti agli acquisti scadranno per la divisione editoriale fra un anno a partire dalla separazione e a un anno da oggi per 21st Century Fox. Il presidente di Fiat ha parlato di editoria intervenendo all’Osservatorio Permanenti Giovani-Editori a Bagnaia. «Sono fiducioso che gli azionisti» di Rcs «facciano le scelte» nell’interesse della società, ha affermato Elkann in qualità di azionista del gruppo del Corriere della Sera in vista dell’assemblea degli azionisti chiamata a varare l’aumento di capitale. «Sarei molto sorpreso se per egoismi, interessi personali e calcolo volessero bocciare la proposta e di fatto mettere in condizioni di grandissima difficoltà una delle istituzioni più importanti del Paese». Elkann lancia uno sguardo sul futuro dei media: «La complementarietà tra carta e digitale al momento sta premiando. Nel futuro i tablet cambieranno, saranno modulabili e quindi più simili alla carta. L’innovazione comporterà quindi un minore consumo di carta». Poi l’editore Elkann ha parlato de La Stampa: «Siamo quelli che crescono più di tutti sul digitale». «Chi è focalizzato sul proprio mestiere affronta meglio le sfide del futuro», ha detto Elkann facendo riferimento alle operazioni Oltreoceano nel campo dell’editoria realizzate da Newscorp e Time Warner. «La Stampa sul digitale ha avviato dei progetti molto ampi sotto la guida di Bardazzi e Calabresi e stiamo registrando progressi enormi». «L’esperienza dell’Osservatorio Permanenti Giovani-Editori offre a noi editori lo scambio di opinioni con i ragazzi offrendo stimoli nuovi. L’iniziativa fa leggere di più i ragazzi; le testate divengono “garanti di informazione” e la diffusione dell’informazione assume un risvolto sociale, legato alla voglia di partecipare al dibattito civile», ha detto il presidente de «La Stampa», intervistato da Ferruccio de Bortoli, al convegno «Crescere tra le righe». «Warren Edward Buffett ha investito sui giornali locali con l’idea chiara che i giornali hanno importanza nei confronti dei lettori. È interessante il fatto che i giornali di qualità hanno continuato a progredire nel mondo come l’Economist di cui sono azionista. La cosa interessante - ha aggiunto tra l’altro Elkann - è capire chi è produttore di tecnologia (ad esempio Google) e come la applica all’informazione, rispetto all’editore di quotidiani che ne fa uso». L’editore focalizzato sul proprio mestiere, ha affermato tra l’altro Elkann - è capace «di affrontare meglio le sfide del futuro». «Con la Stampa.it abbiamo fatto progressi molto ampi, siamo la testata che cresce più di tutti anche su applicazioni mobili: il mobile è la novità di questo periodo». Anche la carta stampata «punta sull’innovazione: sono molteplici gli esempi come contenuti speciali, oppure giocare sul cartaceo e digitale, che apre scenari nuovi che consentono di leggere ádal giornale fisico gli articoli e poiá vedere il film da tablet». Il tablet, ha sottolineato ancora Elkann, «crescerà molto di più in futuro della carta, ma la complementarietà con la carta premia». «L’innovazione ci porterà ad avere meno consumo di carta. Il digitale sta crescendo molto rapidamente, anche la pubblicità sta aumentando sul digitale, mentre sul cartaceo sta diminuendo notevolmente, fino al 50%. L’integrazione tra tablet e cartaceo incrementa i lettori, tutti noi leggiamo molto di più rispetto un tempo, occorre vedere però l’aggregato tra i due. I lettori persi nelle copie cartacei non penso verranno recuperati». «Avere accesso a maggiore informazione ci rende più consapevoli e critici, la partecipazione che le persone possono avere è molto più reale, nell’evoluzione del mondo tutti possono avere informazione a costi più bassi. Aumenta la possibilità di partecipare ai cambiamenti, sperando in maniera evolutiva piuttosto che rivoluzionaria», ha concluso Elkann. http://www.lastampa.it/2013/05/24/economia/elkann-entra-nel-board-di-new-news-corp-rxcWpOpn2iNIuxqmPLGMdK/pagina.html
  6. VERGOGNA FIAT! MARPIONNE SCAPPA A LONDRA E SOTTRAE AL FISCO 600 MLN L’ANNO MA LA CASSA INTEGRAZIONE LA PAGANO I CONTRIBUENTI ITALIANI Quella che era Fiat Industrial diventa “DutchCo”, una società olandese che avrà sede, e pagherà le tasse, in Essex - I camion, i trattori e gli autobus della Fiat saranno formalmente “made in England” - Oggi in Italia la Fiat paga il 36%, alla Regina verserà solo il 20% I camion, i trattori e gli autobus della Fiat saranno formalmente "made in England". In questa maniera la società che li costruisce pagherà le tasse al Cancelliere dello Scacchiere anziché a Fabrizio Saccomanni. La notizia è contenuta nel documento che Marchionne ha depositato alla Sec (la Consob di Wall Street) perché la nuova società sarà quotata a New York. In Italia, invece, non resterà molto. 2. FIAT IN FUGA DALLE TASSE SCAPPA A LONDRA: L'ITALIA PERDE 600 MILIONI Nino Sunseri per "Libero" Si chiamerà DutchCo e sarà il frutto della fusione tra Fiat Industrial e la filiale americana Cnh. Conterrà tutta la parte del gruppo torinese (ma chissà se è corretto chiamarlo ancora così) che non è auto. A cominciare, per esempio, dagli autocarri dell'Iveco. «La società - è scritto nel prospetto - intende operare in modo da essere considerata residente nel Regno Unito». Per lo Stato italiano una perdita secca di 536 milioni per imposte sul reddito e 28 milioni come Irap. In totale circa 600 milioni l'anno che aumenteranno quando il gelo della recessione sarà placato. la decisione di Marchionne ha suscitato immediate polemiche. Tanto più che l'operazione è molto complessa. La sede della società non sarà più in via Nizza 250 a Torino ma ad Amsterdam dove già è collocata Iveco. La sede operativa sarà a Basildon, nell'Essex, in Cranes Farm Road. Quindi a incassare le tasse sarà il fisco di Sua Maestà. Il fuoco di fila delle proteste non ha tardato a manifestarsi. Il più deciso, ovviamente, Maurizio Landini che chiede l'immediato intervento del governo per bloccare l'emigrazione. Il supermanger si mostra consapevole affrettandosi a spiegare che «in ogni caso, DutchCo intende fare in modo che la struttura dei manager e organizzativa sia tale che la società venga considerata residente nel Regno Unito dall'incorporazione, sulla base del trattato fiscale Italia-Regno Unito».A fargli da sponda il vice ministro dell'economia Stefano Fassina che ha dichiarato il governo «contrario » alla decisione della Fiat. Non tutto il governo, a quanto pare. Maurizio Lupi, titolare delle Infrastrutture, si è tenuto ben lontano dalle condanne. «È una decisione che deve stimolarci a creare le condizioni affinché le imprese restino in Italia». Probabilmente intorno a questa emigrazione si aprirà un duro braccio di ferro tra Marchionne e l'Agenzia delle Entrate. Tutt'altra, ovviamente, per un'azienda come la nuova DutchCo che su 68 stabilimenti ne conta appena quattordici in Italia. Inoltre sta progressivamente spostando gli investimenti: Stralis, il modello di punta di casa Iveco sarà fabbricato in Spagna. Quanto accade con camion e trattori è solo il prologo di quanto accadrà l'anno prossimo con la fusione tra Fiat e Chrysler. La sede sarà Detroit. Per il fisco italiano si annuncia un altro buco piuttosto consistente. Troppe tasse.Il problema non è all'ordine del giorno dell'incontro di oggi fra Cameron e Letta. Né sarà facilissimo sollevarlo in futuro. Tanto più che la partita si gioca tutta all'interno dell'Unione europea. Perché una cosa sono Valentino Rossi o Giancarlo Fisichella che pur abitando stabilmente in Italia avevano fissato la residenza a Montecarlo. Tutt'altra, ovviamente, per un'azienda come la nuova DutchCo che su 68 stabilimenti ne conta appena quattordici in Italia. Inoltre sta progressivamente spostando gli investimenti: Stralis, il modello di punta di casa Iveco sarà fabbricato in Spagna. Quanto accade con camion e trattori è solo il prologo di quanto accadrà l'anno prossimo con la fusione tra Fiat e Chrysler. La sede sarà Detroit. Per il fisco italiano si annuncia un altro buco piuttosto consistente. Troppe tasse. http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/vergogna-fiat-marpionne-scappa-a-londra-e-sottrae-al-fisco-600-mln-lanno-ma-56258.htm
  7. 1. TEMPESTA ALL’INCROCIO MPS-BERTONE-AGNELLI: INTERDETTO L’AVVOCATO BRIAMONTE - 2. IL LEGALE CHE FU PERQUISITO CON IL SEGRETARIO DI TARCISIO BERTONE È ACCUSATO DI INSIDER TRADING NEL CASO MPS PER LA FUGA DI NOTIZIE SULL’AZIONE CONTRO NOMURA - 3. NON SOLO: SAREBBE STATO LUI LA “CERNIERA” TRA DAVID ROSSI E I VECCHI MANAGER DELLA BANCA, CADUTI IN DISGRAZIA. E CI AVREBBE PARLATO PER ULTIMO PRIMA DEL SUICIDIO - 4. BRIAMONTE AVREBBE CHIESTO PROTEZIONE A BERTONE, MA IL NUOVO PAPA HA FATTO CAPIRE AL CARDINALE CHE IL SUO TEMPO, E I SUOI AFFARI IN VATICANO, SONO PROSSIMI ALLA SCADENZA. COSÌ COME QUELLO DEI “LAICI” CHE RONZANO INTORNO ALLO IOR - 5. LO IOR È STATO “SEGNALATO” PER OPERAZIONI DI RICICLAGGIO, COME RIVELA OGGI L’ISPETTORE BRUELHART, CHE “HA AVVIATO SCREENING SUI CORRENTISTI” (MO SO’ c****) - 1 - MPS: MISURA INTERDITTIVA PER COMPONENTE CDA (ANSA) - La Guardia di Finanza ha notificato oggi a Perugia una ordinanza interdittiva dagli uffici direttivi nei confronti dell'avvocato Michele Briamonte, componente del Cda della banca Monte dei Paschi. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Siena su richiesta della procura della Repubblica. Nei confronti di Briamonte, la magistratura di Siena ipotizza il reato di insider trading. Secondo l'accusa, Briamonte avrebbe riferito ad alcuni giornalisti i contenuti di una riunione del Cda del Monte dei Paschi, che aveva deciso poco prima di avviare un'azione di responsabilità nei confronti della banca finanziaria Nomura. 2 - MPS:BRIAMONTE INTERDETTO PER 2 MESI,INDAGATO INSIDER TRADING (ANSA) - La misura interdittiva nei confronti di Michele Briamonte, indagato per insider trading, è valida per due mesi ma è rinnovabile. A lui i pm titolari dell'inchiesta su Mps, Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, sarebbero arrivati grazie ai tabulati telefonici. Gli uffici e l'abitazione di Briamonte, erano stati perquisiti lo scorso 5 marzo nell'ambito dell'inchiesta aperta dopo un esposto denuncia per insider trading, contro ignoti, presentata dall'ad di Mps, Fabrizio Viola. La notizia della decisione presa dal Cda del Monte, il 28 febbraio, di avviare l'azione di responsabilità nei confronti dei vecchi vertici, e quella risarcitoria verso Banca Nomura e Deutsche Bank, era apparsa su un quotidiano il primo marzo, prima che la banca depositasse al tribunale civile l'azione di responsabilità. Sempre il 5 marzo venne perquisito anche un altro consigliere di Mps, Lorenzo Gorgoni, risultato estraneo. L'inchiesta per insider trading, di fatto, con il provvedimento nei confronti di Briamonte, secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, viene chiusa e ciò, secondo le stesse fonti, permetterà di chiudere anche quella sulla morte di David Rossi, l'ex responsabile della comunicazione di Mps suicidatosi il 6 marzo. All'epoca, infatti, qualcuno all'interno della banca avrebbe ipotizzato che l'autore della soffiata al quotidiano fosse stato Rossi e che quest'accusa fosse uno dei motivi che lo aveva spinto al suicidio. 3 - VATICANO:BRUELHART,IOR STRUTTURA INTERESSATA DA SEGNALAZIONI (ANSA) - Lo Ior è "una delle strutture interessate dalle transazioni segnalate". Lo ha detto il direttore dell'Aif vaticana, lo svizzero René Bruelhart, commentando in conferenza stampa i dati del Rapporto annuale da cui sono emersi sei rapporti su transazioni sospette. 4 - BRUELHART, AVVIATO SCREENING SU CLIENTI IOR (ANSA) - In Vaticano è stato avviato, ed è attualmente "in fieri", uno "screening profondo" per "avere una situazione chiara" di chi sono i clienti dello Ior. "Nei prossimi mesi avremo i risultati", ha detto il direttore dell'Aif, René Bruelhart, durante la conferenza stampa sul Rapporto annuale dell'Authority. "Bisogna collegare questo - ha aggiunto - anche alle segnalazioni fatte sulle transazioni sospette. Se ci sono segnalazioni, vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta". 5 - BRUELHART, NON PIU' PROBLEMI INFORMAZIONI DA IOR (ANSA) - "Non ci sono più limitazioni, per l'Aif non ci sono problemi per ottenere informazioni". Così il direttore dell'Aif, René Bruelhart, ha risposto a una domanda dei giornalisti sulla retroattività delle indagini rispetto all'entrata in vigore (aprile 2011) della legge vaticana antiriciclaggio. "Con lo Ior la situazione é molto migliorata", ha spiegato Bruelhart, che ha ricordato come questi aspetti siano sottolineato anche nel rapporto Moneyval e riferiti dagli stessi valutatori europei. 6 - BRUELHART,DOPO CASO POS AVVIATO DIALOGO BANKITALIA (ANSA) - Dopo la vicenda del blocco dei pagamenti elettronici con bancomat e carte di credito, le autorità vaticane hanno ritenuto "necessario entrare in un dialogo costruttivo con la Banca d'Italia". "Abbiamo lavorato in questi mesi - ha detto in conferenza stampa il direttore dell'Aif, René Bruelhart - e abbiamo instaurato questo dialogo che nel prossimo futuro verrà formalizzato". Bruelhart ha anche spiegato che nella vicenda dei pagamenti Pos bloccati all'inizio del 2013, "la Banca d'Italia ha chiuso alcune attività relative a banche europee che avevano rapporti con lo Ior", puntualizzando che "la Banca d'Italia non ha giurisdizione sul Vaticano e sullo Ior" e che quindi le ingiunzioni della Banca d' Italia "non riguardavano il Vaticano". 7 - MPS:BRIAMONTE,AVVOCATO DEGLI AGNELLI E CONSULENTE IOR (ANSA) - Michele Briamonte, 36 anni, è consigliere di Mps dall'aprile 2012, quando alla presidenza dell'istituto senese arrivò Alessandro Profumo. Conosciuto come il legale di Fiat e Juventus, Briamonte fa parte infatti dello studio Grande Stevens, da sempre 'l'avvocato dell'Avvocato Agnellì. In questa veste ha difeso il club bianconero nella vicenda Calciopoli e lo stesso Grande Stevens nel processo per l'equity swap di Ifil-Exor, che ha visto il 21 febbraio la condanna in Appello di Gabetti e Grande Stevens. La nomina nel cda di Mps per l'avvocato piemontese arrivò grazie alla decisione di inserirlo nella lista dei soci privati formata da Unicoop, Finamonte (la finanziaria della famiglia Aleotti, proprietaria della Menarini). Pochi giorni dopo la perquisizione del 5 marzo dell'abitazione e degli uffici di Briamonte, ordinata dalla procura senese, L'Espresso pubblicò la notizia che l'avvocato, che è anche un consulente dello Ior, era stato fermato per un controllo a Fiumicino insieme a monsignor Roberto Lucchini, uno dei collaboratori del Segretario di Stato, cardinale Tarciso Bertone. Briamonte presentò ai finanzieri un passaporto diplomatico vaticano, cosa che gli avrebbe permesso di evitare la perquisizione dei bagagli. Subito, però, vennero esclusi collegamenti tra l'inchiesta senese e quanto successo a Fiumicino. Poco più di un mese prima alla procura di Siena i magistrati titolari dell'inchiesta su Mps avevano sentito, come persona informata sui fatti l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, da sempre rappresentante in Italia di Banco Santander, l'istituto che aveva venduto nel 2009 al Monte Antonveneta per 9,3 miliardi di euro. http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-tempesta-allincrocio-mps-bertone-agnelli-interdetto-lavvocato-briamonte2-il-legale-che-fu-perquisito-56287.htm
  8. 'A Caltanissetta un indegno spettacolo' Editoriali - Editoriali Scritto da Salvatore Borsellino Martedì 14 Maggio 2013 22:19 Stamattina il post "Ciao Agnese" ha superato il milione di visualizzazioni. Il pensiero di quanta gente sia emotivamente coinvolta dal coraggio e insieme dalla dolcezza con cui questa donna ha saputo affrontare il martirio degli ultimi suoi anni di vita già sconvolta da quella strage in cui ventuno anni fa era stato massacrato suo marito e il padre dei suoi figli, Paolo Borsellino, mi ha aiutato a superare l'indegno spettacolo a cui ho dovuto assistere oggi nell'aula bunker di Caltanissetta. Due testimoni di quella strage, il colonnello Giovanni Arcangioli e l'ex magistrato Giuseppe Ayala che hanno continuato a disseminare di ostacoli la strada della Verità e della Giustizia su quella strage costellandola dei macigni dei loro "non ricordo", delle contraddizioni rispetto alle testimonianze degli altri testi e delle loro stesse testimonianze rese in passato arrivando all'assurdo, nel caso di Ayala di bollare come "clamoroso errore di verbalizzazione" una testimonianza da lui stesso resa e, ovviamente, regolarmente sottoscritta, come unica via per negare una incontrovertibile contestazione del Pubblico Ministero. Per tacere degli squallidi tentativi di Giovanni Arcangioli di sollecitare la benevolenza della Corte con parole come queste: "Da otto anni vivo in questa situazione che ha distrutto me, la mia famiglia. Da otto anni sono sui mass-media. Per voi e' la prima volta, per me no. Io sono distrutto dentro. Non so che ho fatto per meritarmi questo". Forse dimenticando di parlare davanti a chi da oltre venti anni vive una situazione che ha distrutto ben più di una famiglia. Da oltre venti anni è spesso attaccato o addirittura dipinto come insano di mente dai mass media solo perchè continua a chiedere Verità e Giustizia. Da chi ha sentito per troppe volte menzogne spacciate per verità. Da chi non può più accettare di sentire descrivere l'orrore di quello che c'era il 19 luglio in via D'Amelio per giustificare quelle che sempre più appaiono non come amnesie ma come evidenti menzogne. Se tante persone descrivono gli stessi momenti, le stesse situazioni, gli stessi gesti in maniera così assolutamente differente tanto da far credere di parlare di posti e di momenti diversi, pur ammettendo che almeno uno di loro dica la verità non che una sola possibilità, CHE TUTTI GLI ALTRI, O FORSE ANCHE TUTTI, MENTANO. Salvatore Borsellino (14 maggio 2013) http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=7173:oggi-un-indegno-spettacolo-a-caltanissetta&catid=2:editoriali&Itemid=4
  9. CHI HA SISDE-MATO L’AGENDA ROSSA DI BORSELLINO? IN QUESTE FOTO L’UOMO CHE L’HA RUBATA Il procuratore capo Lari è sicuro: “Non è stata rubata dalla mafia. Qualcuno all’interno delle istituzioni sa dov’è finita l’agenda di Paolo” - Passati al setaccio i filmati di quel giorno, nel mirino le immagini tra le 17 e 15 e le 17 e 30 - All’interno dettagli e spunti sulla “trattativa”? Attilio Bolzoni e Salvo Palazzolo per "la Repubblica" Stanno cercando una faccia, stanno inseguendo un uomo. Quello che ha rubato l'agenda rossa di Paolo Borsellino. È lì, in un vortice di immagini girate in mezzo a carcasse di auto in fumo. È lì, fra la folla, qualche minuto dopo la strage. L'ultimo mistero sulla famosa agenda che il procuratore Borsellino teneva sempre con sé si nasconde probabilmente in un video di una decina di minuti che gli investigatori della Dia e della polizia scientifica hanno consegnato ai magistrati di Caltanissetta. Un filmato fatto di frammenti messi insieme incastrando riprese di operatori televisivi di Rai, Canale 5, emittenti private e anche di qualche videoamatore. «Tutto quello che esiste come immagini di quel pomeriggio adesso ce l'abbiamo e siamo certi che qualcosa troveremo», dice il procuratore capo della repubblica Sergio Lari. Aggiunge poi il procuratore: «Non è stata rubata dalla mafia. Qualcuno all'interno delle istituzioni sa dov'è finita l'agenda di Paolo». Fra quelle mille facce che compaiono e scompaiono in pochi attimi dal filmato, gli inquirenti sono convinti di individuare il ladro dell'agenda rossa. I loro sospetti si sono concentrati su un funzionario degli apparati di sicurezza che era lì, sul luogo della strage. Dal quartiere generale dell'intelligence italiana sono stati spediti alla procura di Caltanissetta alcuni album con i volti degli agenti in servizio a Palermo nell'estate del 1992, le loro foto saranno confrontate con quelle degli uomini che si vedono nel filmato ricostruito dalla Scientifica. È questa adesso l'ultima pista per tentare di scovare il ladro dell'agenda rossa. Dalle carte dell'inchiesta sull'uccisione di Paolo Borsellino, i procuratori hanno ripescato un verbale di interrogatorio di un poliziotto della «squadra volanti» arrivato fra i primi in via Mariano D'Amelio dopo l'esplosione. Una testimonianza che non risale al 1992, ma a soli alcuni anni fa. Ha dichiarato l'ispettore Giuseppe Garofalo: «Ricordo di avere notato una persona, in abiti civili, alla quale ho chiesto spiegazioni in merito alla sua presenza nei pressi dell'auto. A questo proposito non riesco a ricordare se la persona menzionata mi abbia chiesto qualcosa in merito alla borsa o se io l'ho vista con la borsa in mano, o comunque nei pressi dell'auto del giudice». E ancora: «Di sicuro, io ho chiesto a questa persona chi fosse, per essere interessato alla borsa del giudice. Lui mi ha risposto di appartenere ai servizi. Posso dire che era vestito in maniera elegante, con la giacca, di cui non ricordo i colori». È lui, l'uomo che stanno cercando. L'agenda rossa di Paolo Borsellino - un regalo dell'Arma dei carabinieri - era dentro una borsa di pelle, il giudice l'aveva sistemata dietro il sedile del suo autista, sulla Croma blindata. La borsa del procuratore è stata recuperata con tutti gli oggetti personali, tutti tranne l'agenda rossa. La prima relazione di servizio sul ritrovamento di quella borsa risale a cinque mesi dopo la strage, è firmata da un altro ispettore della «squadra volanti» della polizia, Francesco Paolo Maggi, lo stessoche nel pomeriggio del 19 luglio l'ha portata alla squadra mobile e consegnata al dirigente Arnaldo La Barbera. È un altro dei «gialli » della strage. Perché tutto questo tempo per redigere un verbale sulla borsa? Le nuove indagini dei procuratori di Caltanissetta hanno ristretto l'arco di tempo in cui è stata rubata l'agenda. Prima le indagini si erano concentrate tra le 16.58 - l'ora dell'esplosione - e le 17.20 - il momento in cui la borsa di pelle è stata vista, fotografata e ripresa dalle telecamere fra le mani di un ufficiale dei carabinieri - ma adesso tutta l'attenzione è dedicata ai quindici minuti che vanno dalle 17.15 alle 17.30. Uno spostamento per polarizzare l'investigazione sulle immagini raccolte nel video della Dia e della polizia scientifica. Alle 17.20, infatti, l'allora capitano Giovanni Arcangioli viene ripreso con la borsa di Paolo Borsellino mentre cammina in via Mariano D'Amelio e si dirige verso via Autonomia Siciliana. L'ufficiale è inquisito in un primo momento per avere rubato l'agenda rossa (raccontò di averla avuta da due magistrati, che però lo smentirono), ma poi è stato prosciolto: non c'è prova che in quel momento l'agenda rossa si trovasse ancora nella borsa. Questo ha scritto un giudice, e la Cassazione ha confermato. Ieri, Arcangioli è stato ascoltato al processo Borsellino quater. E ha ribadito la sua versione: «Non so nulla di quell'agenda rossa, nella borsa non c'era alcun elemento utile per le indagini». Ora l'indagine è tutta intorno ai cinque minuti precedenti all'immagine che fissa la borsa nelle mani di Arcangioli e sui dieci successivi, quando la zona di via D'Amelio viene recintata. Chi, prima o dopo di quell'ufficiale, ha prelevato e trasportato la borsa del procuratore ucciso? L'agenda rossa è stata prelevata prima o dopo delle 17.20? Così da qualche settimana è ripartita l'inchiesta - con questo video - sulla scomparsa di quello che viene considerato il documento- chiave non solo della strage di via Mariano D'Amelio, ma anche della strage di Capaci. A esplorare i misteri del 19 luglio è un pool, con Lari anche Nico Gozzo, Gabriele Paci e Stefano Luciani. Nell'agenda rossa il procuratore aveva registrato tutto ciò che era accaduto dalla morte di Giovanni Falcone. Poi qualcuno l'ha rubata. Perché? «Sono convinto che la scomparsa sia strettamente collegata ai misteri della trattativa fra alcuni pezzi di Stato e Cosa nostra», dice il capo dei pubblici ministeri di Caltanissetta. Sergio Lari lancia un appello: «Chi sa, parli. Non è tollerabile che dentro le istituzioni qualcuno stia zitto». http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/chi-ha-sisde-mato-lagenda-rossa-di-borsellinoin-queste-foto-luomo-che-lha-rubata-55825.htm
  10. Guardate il video ora, perché tra qualche giorno sparirà: http://video.repubblica.it/edizione/palermo/i-ladri-dell-agenda-rossa-di-borsellino/128418/126917?ref=&ref=HRER2-1
  11. Li avete già letti credo, ma vi linko ugualmente i pezzi che ho scritto negli ultimi 6 mesi. - 21-11-2012 - Juventus Stadium: Corso Gaetano Scirea numero 50 (foto) - 22-01-2013 - Il pasticciaccio dell'Arena Rock - 31-01-2013 - La nuova sede della Juventus: storia, progetto e foto - 09-02-2013 - L'Area 12 e la crisi Mi occuperò del nuovo reportage appena il clima sarà più decente (a Torino pioverà per qualche settimana, si dice in giro ).
  12. Il numero non lo so. Mi sono perso da un pezzo... Ma di scudetto si tratta.
  13. "Vittima" di De Magistris, ex giudice si toglie la vita Era pg di Catanzaro, fu prosciolto dalle accuse ma non si è più ripreso. Si è fatto praticare la dolce morte a Basilea, forse fingendosi malato Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo - Domenica 14/04/2013 D'Amico era un magistrato per bene, una «toga buona» e fuori dai giochi di potere. Ma era diventato un altro dopo esser stato indagato eppoi prosciolto per una storia partorita da quel mostro giudiziario che va sotto il nome di «Poseidone». Una delle fallimentari inchieste-spettacolo condotte da Luigi de Magistris ai tempi in cui, vestendo la toga di pm d'assalto in Calabria, dava la caccia ai fantasmi dei poteri forti e della massoneria deviata. D'Amico rimase imbrigliato nella rete a strascico lanciata dall'attuale sindaco di Napoli e dal suo consulente Gioacchino Genchi per catturare le immaginarie talpe che si muovevano nei sotterranei della Procura calabrese. C'è una strana «forza» che interviene nelle mie inchieste, andava ripetendo in quei mesi de Magistris, convinto di essere inviso a forze occulte. Oltre a D'Amico, finirono sott'inchiesta a Salerno l'ex pg Domenico Pudia, il capo dei gip Antonio Baudi, il carabiniere Mario Russo e l'ex procuratore Mariano Lombardi, scomparso un paio di anni fa. Furono tutti prosciolti. «Insussistenza della notizia di reato», insostenibile «fattispecie associativa» e «lacunoso impianto accusatorio» furono i termini usati dal giudice per demolire il teorema della fuga di notizie orchestrata dai massimi vertici del distretto giudiziario di Catanzaro. Eppure, nonostante la riabilitazione da quell'infamia subita dopo oltre trent'anni di onorata carriera, Pietro D'Amico non si è più ripreso. È entrato in depressione. Tra il disgusto e la rabbia agli amici aveva confidato: «Questa magistratura non mi merita», e si era dimesso. Era stato massacrato, ai tempi delle Grandi Inchieste di Giggino. Messo in croce sui giornali per un sospetto suffragato da indizi labili. Era finito nel tritacarne investigativo di de Magistris e Genchi (entrambi oggi sotto processo a Roma per l'acquisizione illegale dei tabulati telefonici di otto parlamentari) per aver fatto due telefonate. Una al presidente della Regione Calabria Giuseppe Chiaravalloti (suo collega magistrato) della durata di venti secondi. Cronometrati. E l'altra all'allora deputato-avvocato Giancarlo Pittelli. Ecco, i sospetti su D'Amico nacquero così: per aver chiamato due futuri indagati di de Magistris. Il nome del procuratore generale aggiunto fece capolino anche nella vicenda che vide coinvolto l'allora capitano dei carabinieri Attilio Auricchio, braccio destro di de Magistris ai tempi di Catanzaro e oggi suo fedele capo di Gabinetto al Comune di Napoli. Fu D'Amico, infatti, a ottenere che l'ufficiale dell'Arma fosse punito per aver sbagliato a trascrivere una intercettazione telefonica in cui, al posto della parola «provveditore», era stato annotato «procuratore», con l'aggiunta (che nella conversazione originale non esisteva) del nome Chiaravalloti. D'Amico impugnò l'assoluzione nel procedimento disciplinare di primo grado e trascinò Auricchio davanti al gran giurì del ministero della Giustizia che ribaltò l'assoluzione e gli inflisse la censura. Ai pm che lo sentirono qualche tempo dopo, Auricchio rivelò che il ricorso di D'Amico era animato da «uno zelo “sospetto”». «Per l'allucinante inchiesta di Salerno, era entrato in una depressione nerissima», dice al Giornale l'ex governatore Chiaravalloti. «Era un buono, un uomo dolcissimo. Uno studioso, lontano dai giochi di potere. Visse quell'indagine come un torto personale che non è riuscito a superare». L'ex pg Domenico Pudia ricorda che D'Amico «da tempo, in seguito a quelle accuse, aveva perso il sorriso». Quell'indagine «finì come doveva finire, ma nonostante tutto lui non si è più ripreso. Ebbe una sorta di rigetto della magistratura e forse dei magistrati». «Finì nei guai perché parlava con me», sottolinea Giancarlo Pittelli. Che aggiuge: «De Magistris ha fatto del male a centinaia di persone che ho difeso. A me ha distrutto l'esistenza». Diceva di essere affetto da un male incurabile, D'Amico, così da poter ottenere il via libera al suicidio assistito. Ma più d'uno ne dubita. Il fratello ha saputo tutto solo a cose fatte, con una chiamata dalla clinica. «Se n'è andato un magistrato onesto, una persona perbene», commenta il coordinatore cittadino del Pdl partenopeo, Amedeo Laboccetta. «Tante sono le vittime del de Magistris pubblico ministero, tante sono quelle del de Magistris sindaco di Napoli. Il suo fallimento politico è sotto gli occhi di tutti. Altrimenti, non avremmo raccolto 20mila firme per le dimissioni in poche ore. La città vuole liberarsene. Ormai, deve andare via». http://www.ilgiornal..-906661.html Il paese degli intrighi e degli strani suicidi...
  14. Non ci resta che combattere http://blog.ju29ro.c...combattere.html
  15. Ed ora via alla sezione porno e andiamo verso i 100.000 in porche settimane!
  16. Inchiesta Ior, un caso diplomatico L'uomo chiave delle nuove indagini sulla banca del Vaticano si chiama Michele Briamonte. Consulente Ior e consigliere di Monte Paschi, è stato fermato all'areoporto di Ciampino con un alto prelato che lavora alla segreteria di Stato. La guardia di Finanza voleva perquisirlo, ma lui ha esibito il passaporto della Santa Sede (21 marzo 2013) Si apre un nuovo fronte nell'inchiesta giudiziaria sullo Ior, la banca del Vaticano. A fine febbraio la Guardia di Finanza ha fermato all'aeroporto romano di Ciampino monsignor Roberto Lucchini e l'avvocato Michele Briamonte, due nomi eccellenti della nomenklatura della Santa Sede. Il primo lavora nella segreteria di Stato guidata dal cardinale Tarcisio Bertone, mentre il legale, partner dello studio torinese Grande Stevens, è da anni consulente dello Ior. Briamonte e Lucchini si sono opposti alla perquisizione esibendo un passaporto diplomatico vaticano. Dopo una convulsa trattativa e numerosi contatti telefonici con la segreteria di Stato, l'avvocato e il monsignore hanno potuto lasciare l'aeroporto romano senza consegnare ai militari le loro borse. Resta un mistero perché Briamonte, che non è cittadino vaticano, abbia a disposizione un passaporto della Santa Sede.
  17. PICCOLO OT PER I GOBBI DI TORINO: Dal 18 al 24 marzo ci sarà un forte supplemento di postazioni autovelox sparse per la città. Su molti dei principali corsi o quasi. Andate piano, molto piano (sotto i 50), perché 'ste *****e evidentemente hanno bisogno di fare cassa... La lista dei luoghi non ho tempo di postarvela, perché ora devo uscire. Forse sul web si trova qualcosa. Non so... PS Ho scritto qui solo perché so che i bugianèn del forum leggono tutti qui, giustamente. Dunque non rispondete a questo post, sennò mandate il topic in vacca. Mi è scappata una battuta inconsapevole.... :haha: :sventola2:
  18. Moggi è la migliore cura di tutti i tempi http://www.ju29ro.co...ti-i-tempi.html
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