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totojuve

Tifoso Juventus
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  1. Di ciò che è successo oggi mi piace ricordare solo il gran gol di Pereyra. Veramente bello!
  2. Fifa, Blatter: "L'Uefa mi odia. Platini? Perdono, ma non dimentico" Il presidente dopo la rielezione a presidente della Fifa: "Non hanno capito che nel 1998 sono diventato presidente". Intanto, dall'Usa annunciano: altre incriminazioni per corruzione 30 MAGGIO 2015 - MILANO Fresco di rielezione alla presidenza della Fifa, per Joseph Blatter è il momento di mandare i primi segnali a chi ha deciso di non mettersi dalla sua parte. E il bersaglio più grosso e rumoroso è lui, quel Michel Platini - numero 1 della UEFA -, che il giorno precedente le elezioni gli ha chiesto prima in privato e poi pubblicamente le dimissioni, annunciando il sostegno alla candidatura del giordano Alì Bin al-Hussein. Blatter, questa mattina in un'intervista agli svizzeri di RTS, ha dapprima preso di mira l'organo amministrativo del calcio europeo: "C'è un odio che non viene soltanto da una persona, ma da un'organizzazione, l'Uefa, che non ha capito che nel 1998 sono diventato presidente". Per poi lanciare la bordata al francese: "Platini? Perdono tutto il mondo, ma non dimentico". ALTRE INCRIMINAZIONI — Nel frattempo il New York Times riferisce che Richard Weber, responsabile delle indagini penali dell'Internal revenue service (Irs), l'agenzia americana del fisco, si è detto "abbastanza convinto" che ci saranno altre incriminazioni nell'ambito dell'inchiesta penale di corruzione nella Fifa. Weber non avrebbe però indicato i nomi degli altri dirigenti Fifa coinvolti, né se tra questi ci possa essere anche il neorieletto presidente Blatter.
  3. Io penso che sarebbe una sciagura se giocasse con frequenza, visto che in area si permette di fare tutto
  4. Quando si parla di competenza nel calcio bisogna citare Moggi. Invece i fessi vogliono ricordarlo per le "telefonate" Fuori dalle balle!!!
  5. Mi ero abituato bene, viziato, direi: una partita della Juve con vittoria ogni 3-4 giorni. L'attesa ora mi sembra un'infinità. e
  6. Che a napoli il PG abbia applicato il punto 2 del tuo 358 bis? In tal caso ci hai azzeccato!
  7. Lazio-Roma, due tifosi accoltellati davanti allo stadio Due tifosi sono stati accoltellati nei pressi dello stadio Olimpico prima dell'inizio del Derby. Secondo quanto si è appreso, è accaduto su lungotevere Thaon di Revel all'altezza di via Giulio Romano. Sono stati soccorsi dal 118 e trasportati al policlinico Gemelli in codice rosso, ma non sarebbero in pericolo di vita. I due sarebbero stati feriti all'addome. Dalle prime informazioni sembra si tratti di due tifosi della Roma. Le ferite riportate all'addome risulterebbero già trattate al Pronto soccorso. Finita la partita, alcuni tifosi della Lazio hanno cominciato a lanciare petardi e bottiglie verso i blindati della Polizia e gli agenti in tenuta antisommossa. Gli agenti hanno risposto lanciando lacrimogeni e spingendo i tifosi verso ponte Milvio. Intanto un gruppo di tifosi giallorossi ha tentato una breve carica verso le forze dell'Ordine che li hanno respinti. L'episodio è avvenuto all'altezza del Ponte Duca d'Aosta. Ci sono stati anche attimi di tensione poco prima dell'inizio del match tra un gruppo di ultrà ed un cordone delle forze dell'ordine schierato all'esterno dello stadio Olimpico. Ci sarebbe stato un lancio di bottiglie, fumogeni e altri oggetti verso le forze dell'ordine che hanno utilizzato gli idranti per disperdere i tifosi. Durante i controlli trovati nascosti per strada un casco, un estintore e un trolley con dentro barattoli di alluminio. La situazione è tornata presto alla normalità. Trovate roncole e crick. Prima dell'inizio della partita gli gli agenti della Polizia di Stato hanno effettuato una serie di bonifiche intorno allo stadio controllando aiuole secchioni dell'immondizia, tombini, e tutti quei posti idonei per l'occultamento di oggetti pericolosi. Durante le verifiche, in largo Maresciallo Diaz e via di Lariano, nascosti tra le siepi, sono stati rinvenuti e sequestrati una serie di oggetti tra cui, un casco da motociclista, una catena, un estintore, un coltello da cucina due roncole un crick e una valigia trolley con all'interno numerosi barattoli di alluminio. Ore 17 C'è anche un piccolo gruppo di ultrà del Wisla Cracovia a supportare i tifosi della Lazio nel derby con la Roma. I polacchi, circa una cinquantina, che seguiranno il match in curva Nord dopo il gemellaggio con i biancocelesti, si sono riuniti nel pre partita in zona Ponte Milvio dove hanno ostentato saluti romani e hanno bruciato delle sciarpe della squadra giallorossa.
  8. Ah, Sandulli! Lo accompagnano con l'auto di Lotito, presidente della sua lazio. Al circolo della Caccia si va a piedi! Forse qualcuno dovrebbe ricordaglielo.
  9. "fin che la barca va, lasciala andare fin che la barca va, tu non remare fin che la barca va, stai a guardare; quando l'amore viene il campanello suonerà; quando l'amore viene il campanello suonerà" (Pace, Panzeri, Pilat) Anch'io nulla di personale. Figurati
  10. Mi pare che il napoli c'entri poco con le premiazioni. Intanto
  11. Paparesta. Io lo metto tra le vittime di farsopoli. E' stato fatto fuori senza accettabile motivazione.
  12. Sotto la lente - Fu vera gloria? 22.05.2015 01:30 di Carmen Vanetti Twitter: @@carmenvanetti1 Calciopoli è stata una vetrina: una vetrina che ha messo in mostra le peggiori brutture, lo squallore in cui versa la giustizia italiota, sia sportiva che ordinaria. Poi però qualcuno ha pulito un po’ il vetro e la verità, pur negata e rinnegata, si è palesata. Calciopoli è stata usata anche come trampolino: in tanti se ne son serviti per raggiungere scopi che altrimenti sarebbero rimasti fuori portata. Ma anche qui alla fine il tempo è stato galantuomo e, uno dopo l’altro, i frutti di Calciopoli stanno cadendo a terra, irrimediabilmente guasti. Cominciamo da chi ha guidato, almeno sotto i riflettori, il tram: il pm Narducci e il maggiore, poi tenente colonnello, Attilio Auricchio: entrambi nell’aula 216 del tribunale di Napoli non avevano fatto una gran figura, nessuno dimenticherà mai il “piaccia o non piaccia” del primo e le contraddizioni e le incongruenze in cui è caduto il secondo nei serrati controinterrogatori delle difese; ad entrambi l’inchiesta-groviera aveva aperto la via della politica, nella giunta di De Magistris al comune di Napoli, il primo come assessore, il secondo come capo di gabinetto, direttore generale e capo dei vigili. Una volta fallita la via della politica per contrasti col Sindaco, Narducci è tornato mestamente in Magistratura, ma con come pm a Napoli o a Salerno come avrebbe desiderato, bensì come giudice a Perugia; Attilio Auricchio al Comune di Napoli c’è rimasto (puntava addirittura alla poltrona di vicesindaco ma l’arma dei cc cui tuttora appartiene ha detto di no); ma è inciampato nella storiaccia degli affari legati all’America’s Cup con le accuse di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Questo dal lato dei carnefici. Ora vediamo il destino di alcune sedicenti vittime. Una è finita sulle prime pagine solo qualche settimana fa: l’uomo dal pigiama bianconero, Zdenek Zeman, il miglior (a suo dire) allenatore dell’orbe terracqueo, la cui carriera giurava essere stata rovinata da Luciano Moggi; in realtà non ci aveva creduto nessuno quando aveva raccontato la sua cantilena alla dott.Casoria, la sequela di insuccessi parlava per lui (se a un buongustaio come l’Avvocato non piaceva il suo modo di allenare un motivo ci sarà pur stato): e il trend è continuato, implacabile, con insuccessi ed esoneri, con sempre nuovi record, tipo l’ultimo, a base di esonero e dimissioni nella stessa stagione. Una vera impresa da Maestro. L’elenco può continuare con l’onestissimo Presidente, quello che ‘eh no, su Moratti non si può’, non si può mandarlo in B per una questioncina di passaporti falsi, lui che aveva speso centinaia di milioni; in realtà di magagne, ce n’erano tante altre, ma non si doveva dire; ‘l’Inter non interessa’, ‘Piaccia o non piaccia, non ci sono telefonate del signor Moratti con i designatori’; c’erano, le telefonate, e anche i regalini, c’era la misteriosa visita alla dott. ssa Boccassini; c’erano, soprattutto, pedinamenti e intercettazioni; spesso al riparo di un “qualcuno si offrì di farlo”. Ora qualcuno, dalla lontana Indonesia, si è offerto di liberarlo da un’Inter onusta più di debiti che di gloria; in realtà solo gli aficionados della seconda squadra di Milano possono gloriarsi di uno scudetto di cartone, mai vinto e regalato loro da un loro tifoso (anzi, di più, un loro ex CdA) e di un triplete costruito sulle rovine delle vergogne di Calciopoli. Ora l’Inter, praticamente data in pegno alle banche, annaspa nel tentativo di acchiappare almeno un posto nell’Europa League, mentre l’Uefa la tiene nel mirino per il FPF e tecnico e tifosi vagheggiano sogni di scudetto, i soliti scudetti agostani. E poi Cellino, uno dei quattro testimoni citati come testi-chiave dalle motivazioni del secondo grado: lo spessore del personaggio si era già palesato appieno nel dibattimento di Napoli; trascinato nell’aula 216 da una minaccia di accompagnamento coatto (dopo tre convocazioni disattese) si era perso in una fumosa serie di sensazioni, di sentito dire, di “magari ho parlato a sproposito”, con un atteggiamento che aveva indotto donna Teresa Casoria ad appiccicargli l’etichetta di esuberante e indisciplinato. Etichette peggiori avrebbe avuto nel post-Calciopoli quando il pasticcio dello stadio (in stile Lego) lo avrebbe condotto addirittura in carcere. Allora aveva lasciato l’isola, per un’altra isola, dove però le regole sono molto meno labili che nell’ex BelPaese e dove, quando al secondo tentativo (nel primo col West Ham l’affare era sfumato sul filo di lana) era riuscito ad acquisire la maggioranza del Leeds, le sue pendenze erano state messe sotto il microscopio e solo dopo un lungo periodo nel limbo ha potuto prendere possesso dell’agognato club, che ha concluso al 15° posto della Championship, la serie B inglese: peraltro anche oltremanica Cellino ha tenuto fede alla sua fama di mangia-allenatori (5 nell’ultimo anno). E il Cagliari, ora nelle mani di Giulini, scuola Inter, col vice f., responsabile delle relazioni esterne e della sicurezza Inter dal 2003, gli anni caldi dell’intelligence, con il significativo aiuto di Zeman è intanto mestamente retrocesso in serie B. Poi ci sarebbe anche il ribaltatore Baldini, che nel post-Calciopoli, dopo una parentesi al seguito di Capello nell’avventura al Real e poi alla Nazionale inglese, ha tentato il ritorno in quella Roma dove nel 2001 era riuscito, come direttore sportivo, a strappare lo scudetto alla Juve: eppure si era, a suo dire, sotto il sistema Moggi, così potente che il club giallorosso poté usufruire del cambiamento di regole in corsa sul numero degli extracomunitari (salvandosi altresì da possibili penalizzazioni); stavolta, nel nuovo calcio pulito gli va male, un settimo e un sesto posto (malgrado, oppure complice, l’aiuto del Maestro Zeman), e allora emigra anche lui oltremanica, al Tottenham, non schiodandosi nemmeno lì dal sesto posto. Poi ci sono i media, capeggiati dalla rosea giornalaccio rosa: non tutti gli orientatori sono ancora sulla breccia, ma hanno comunque trovato epigoni “all’altezza”, degni di cotanta mission. Il quartier generale rosa ha trasferito scatoloni e cartoni in periferia, in quel di Crescenzago, ma l’animus farsopolaro non si è perso. E Luciano Moggi, l’uomo nero del 2006? Volevano toglierlo di mezzo, per sempre, ma lui è sempre lì, sulla barricata, perché il calcio non può non essere il suo mondo, semplicemente. Perché il pallone, in realtà, lo porta sempre lui.
  13. Che piacere leggere un fratello bianconero iscritto al forum prima ancora della farsa! La vittoria di ieri, quella dello scudo di quest'anno e degli ultimi tre anni non ci restituisce sicuramente quello che ci hanno tolto, ma dimostra a chi ancora fa finta che nel 2006 fosse tutto vero che la Juventus ha una forza innata che la porta ad essere fortissima, almeno in Italia, da oltre cent'anni. Le vittorie poi servono a far aumentare la bile dei nostri nemici. E, stai tranquillo, qualcuno sta organizzando, sta tramando per metterci il bastone tra le ruote. E dobbiamo essere sempre vigili. I nemici sono tanti e anche molto potenti alcuni.
  14. Ragazzi, il chulo fa parte del gioco. Prendiamoci la CI.
  15. Calcio nel caos, ispezioni nelle pay tv: Guardia di Finanza indaga su vendita diritti [il messaggero] Il calcio è nella bufera, con una inchiesta che tocca gli interessi più profondi. Nell'ambito di accertamenti sulla vendita dei diritti televisivi per le stagioni calcistiche 2015-2018 finanzieri del nucleo speciale Tutela Mercati, d'intesa con l'Autorità Garante della Concorrenza, stanno eseguendo ispezioni a Milano e Roma presso le sedi della Lega calcio di serie A e di alcune pay-tv. Concorrenza falsata. L'ipotesi investigativa all'esame di Antitrust e Guardia di Finanza è che l'esito finale della vendita dei diritti televisivi per le stagioni calcistici 2015-2018, espletata dalla Lega calcio nel giugno 2014, sia stato alterato da un accordo restrittivo della concorrenza. Lega Calcio coinvolta. Tale accordo - sempre secondo l'ipotesi investigativa - sarebbe avvenuto fra i principali operatori attivi a livello nazionale sul mercato delle pay-tv, vale a dire Sky e Mediaset. La stessa Lega Calcio, in violazione di disposizioni europee - ipotizzano gli investigatori - avrebbe favorito gli accordi. Le ispezioni, nel dettaglio, avvengono nelle sedi della Lega nazionale professionisti, di Infront Itali srl, di Sky Italia srl, di Reti Televisive Italiane Spa; di Mediaset Spa; e di Mediaset Premium Spa. Malago' frena. «Onestamente non saprei commentare, però attenzione, una ispezione, un controllo o una verifica non devono far pensare necessariamente che ci sono cose che non funzionano, magari c'è stata una denuncia quindi potrebbe essere un atto dovuto. Non posso esprimere una opinione nè credo sia giusto farlo adesso». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagó, a margine della seduta della Giunta Coni commentando le ispezioni della Guardia di Finanza legate ai diritti tv. Ipotesi di accordo partita dalle parole di LotitoLe Fiamme Gialle indagano con l'Antitrust sull'esito finale della vendita dei diritti televisivi per le stagioni calcistiche 2015-2018: i due operatori raggiunsero un accordo che manteneva lo status quo, mentre la Serie A rinunciò a milioni di potenziali guadagni di GIULIANO BALESTRERI [la Repubblica] MILANO - "Io, di bilanci, me ne intendo, sono quello che ha fatto prendere 1,2 miliardi alla Lega di A, ho fatto parlare Murdoch e Berlusconi". Sarebbero state le parole del presidente della Lazio, Claudio Lotito, a spingere l'Antitrust ad aprire un'indagine sull'assegnazione dei diritti tv della Serie A. Nel mirino dell'authority sono finite Sky, Mediaset e la Lega Calcio, oggetto delle ispezioni della Guardia di Finanza. Al centro dell'inchiesta, l'esito finale della vendita dei diritti tv per il triennio 2015-2018, assegnati a giugno 2014: il nodo riguarda l'accordo tra Sky e Mediaset - promosso da Infront - per mantenere lo status quo, impedendo alla tv di Murdoch di aggiudicarsi i lotti più pregiati dell'asta. Un'intesa avvallata dalla Lega che pur di non annullare il bando si accontentò di ricavi certi, ma probabilmente inferiori. E, nonostante, le minacce di ricorsi da parte di Eurosport. Gli interessi. Insomma a vincere l'asta non furono le offerte migliori, ma piuttosto gli interessi in gioco, alla faccia di ogni regola. Sky aveva fretta a chiudere l'accordo perché era in dirittura d'arrivo la fusione con Sky Germania e BSkyb in Inghilterra, mentre Mediaset, dopo essersi aggiudicata l'esclusiva per la Champions League 2015-18, aveva bisogno del "meglio della Serie A" per attirare quel partner industriale per la pay tv che cerca da tempo. In Lega Calcio lo scontro fu duro soprattutto tra Lazio e Juventus: da un lato perché Claudio Lotito - come dimostrano le sue parole - è il gran manovratore del Palazzo, forte dei legami con Galliani si dice controlli 17-18 voti (su 20), mentre Agnelli sosteneva la massimizzazione dei profitti (senza dimenticare che John Elkann siede anche nel board della NewsCorp di Rupert Murdoch) e il rispetto delle regole. Pur senza aver mai chiuso all'ipotesi di un'intesa nell'interesse di tutti. Il ruolo della Lega e di Infront. A spostare il peso della bilancia fu, soprattutto, Infront, l'advisor della Lega Calcio che avallò le tesi di Mediaset sconfessando il bando preparato: "Sky ha offerto la cifra più alta ma non può vincere sia sul satellite che sul digitale" dicevano lo scorso anno gli ambienti vicini alla Lega controllata - di fatto - dalla cordata del Milan di Galliani. Nel suo ruolo di venditore, la Confindustria del pallone si riservò, quindi, il diritto di scegliere la soluzione preferita, a prescindere dalle regole del gioco. Di più: si decise di aggiungere ex post una clausola non scritta al fine di vietare l'assegnazione allo stesso soggetto dei lotti più pregiati: "Vogliamo massimizzare il ritorno, senza creare un monopolio. Altrimenti - dicevano gli advisor - avremmo venduto per esclusiva e non per piattaforma". Un assist a Mediaset che dall'apertura delle buste uscì sconfitta. Nel frattempo Infront è passata ai cinesi di Wanda, ma Marco Bogarelli è rimasto il deus ex machina del calcio italiano. I fatti. Per capire di cosa si tratta bisogna fare un passo indietro, tornando all'estate dello scorso anno, quando dopo una battaglia lunga settimane Sky si era aggiudicata l'intero campionato sul satellite e Mediaset le partite delle migliori 8 squadre di serie A sul digitale terrestre (pari all'86% dello share). Un accordo definito al ribasso per tutti: a cominciare dalla Lega che per il triennio incasserà 945 milioni di euro (572 dalla piattaforma satellitare di Rupert Murdoch, gli altri dal Biscione) anziché i 1.100 milioni offerti dai vari concorrenti e i 954 milioni della base d'asta. Anche per questo, già un anno fa, gli addetti ai lavori si auguravano che nessuno degli attori in gara usciti perdenti dall'asta, presentasse ricorso. Le offerte. Sky, infatti, si era aggiudicata il lotto A - i diritti delle migliori 8 squadre per il satellite - per il quale aveva effettivamente presentato l'offerta più alta. La pay tv satellitare, però, ottenne anche il pacchetto D - tutte le altre partite in esclusiva su satellite e digitale terrestre - nonostante la sua offerta fosse risultata inferiore a quella di Mediaset, Fox e più alta di soli 10 milioni rispetto a quella di Eurosport. Peggio: il lotto D arrivo a Sky attraverso Mediaset, dopo che l'Agcom diede, in accordo con la Lega, il via libera alla sub-licenza. Di più: l'offerta del Biscione era stata sì la più alta, ma solo perché vincolata all'aggiudicazione di uno dei due lotti A o B, senza che questa eventualità fosse, peraltro, permessa dal bando di gara. Anche per questo il presidente della Serie A, Maurizio Beretta definì la decisione "nell'interesse del consumatore". Bizzarro anche il modo con cui Mediaset si aggiudicò il lotto B - i diritti delle migliori 8 squadre, ma sul digitale terrestre - nonostante un'offerta economica inferiore a quelle di Sky e Fox. Il risultato. Grazie all'accordo raggiunto, Sky con soli 8 milioni in più rispetto all'ultimo contratto si aggiudicò 132 partite in esclusiva (78 in più), rinunciando, però, ai piani di sbarco sul digitale per cui aveva preparato il decoder unico. Mediaset, invece, spende 373 milioni contro gli attuali 277 per trasmettere meno partite, ma garantendosi - con la Champions League - la miglior offerta di calcio in Italia ed evitando l'arrivo di Murdoch sul digitale. L'asta. All'apertura delle buste - il 5 giugno 2014 - Sky aveva presentato le offerte più alte per i pacchetti A e B, quelli con le migliori squadre su satellite e digitale terrestre, mettendo sul piatto 779 milioni di euro. Il Biscione, invece, aveva depositato un'offerta più bassa per entrambi i lotti, puntando forte sul pacchetto D, quello con i diritti per le "altre" 12 squadre giocando d'astuzia: aveva vincolato la proposta da 301 milioni (121 più di Fox e 51 più di Sky) all'assegnazione anche di A o B. Un vincolo non previsto dal banda di gara. Nelle tesi dell'Antitrust, invece, A e B sarebbero dovute andare a Sky, mentre il lotto D sarebbe dovuto tornare sul mercato.
  16. Certo che a vederli a fine partita, allenatore in primis, questi prescritti sembravano proprio dei miserabili !
  17. Secondo il suo allenatore non meritavano di perdere Il cartone, prima o poi, si squaglia.
  18. Dopo le partite di ieri, che peccato non avere altre squadre italiane in europa!
  19. Dalla foto mi rendo conto che il marito ha scelto bene. Complimenti! Ma guarda un po' io proprio uguale a te Certo, basta che vinca la Juve!
  20. Auguri! Anche al marito. La foto è del giorno del matrimonio?
  21. Certo che aspettiamo! Il tempo è galantuomo, si dice. Ed è vero. Ora godiamo, ma pensiamo anche ai nostri connazionali che soffrono per il mal di fegato. Buone finali
  22. Vi ricordo che per quanto riguarda il dopo parma-napoli non è successo niente solo baci e abbracci lo chiamano fair play Noi stasera SPERAMOLO (Wmontero cit.)
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