Vai al contenuto

totojuve

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    5218
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    1

Tutti i contenuti di totojuve

  1. Che Giraudo e Moggi non si sarebbero mai salvati sono arciconvinto pure io. Però c'era qualcosa nella tattica degli avvocati che non andava. Io, che non sono esperto di questioni forensi, non te lo so dire. E' la stessa situazione che si ha quando il presidente di una squadra cambia l'allenatore: qualcosa cambia. Buon giorno, afoso, ma buono.
  2. Il caldo della Toscana deve essere più caldo di quello del Salento Trova l'ombra o una zona ventilata
  3. Ma poi le partite della Juve le vedi? E' questo il mio problema.
  4. Torno ancora su Sarri. Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista a SportWeek. Il tecnico del Napoli ha motivato il coro anti-Juve al quale ha preso parte qualche giorno fa e non solo. Queste le sue parole: “Amo il Napoli e la Fiorentina, saltare mi è venuto naturale. La Juventus è ancora la più forte a causa della mentalità: non sbagliano mai contro le piccole”. E già, viene proprio naturale! E' stato fagocitato proprio dal covo giusto.
  5. PAGHERANNO MAI? LUGLIO 25, 2015 CARMEN VANETTI E’ di questi giorni la sentenza della seconda sezione civile della Corte d’Appello di Milano (presidente Luigi De Ruggiero), sentenza che ha confermato “la responsabilità sia di Telecom spa che di Fc Internazionale in relazione all’illecita attività” (trattasi di spionaggio) posta in essere nei confronti dell’ex calciatore nerazzurro Bobo Vieri. La corte d’appello ha riconosciuto il danno patito da Vieri per la conoscenza dei dati relativi alla sua vita personale, nonché la “gravità oggettiva delle intrusioni”, anche se ha ridotto la cifra dovuta al danneggiato perché la corte di primo grado non aveva spiegato come il danno era stato quantificato. In effetti su quest’ultimo particolare si è incentrata l’attenzione dei media anziché, come sarebbe stato doveroso, sull’ennesima conferma giudiziario di quella gravissima, e devastante per chi l’ha subita, operazione di spionaggio messa insieme da Telecom-Pirelli-Inter. Un’operazione che in realtà non ha riguardato il solo Vieri (pedinato e intercettato per scoprire se la conduzione della sua vita privata influiva sulle sue condizioni atletiche), ma che è entrata a piedi uniti nella vicenda di Farsopoli: tra gli spiati Moggi e Giraudo, l’arbitro De Santis, la Gea, Bergamo e Pairetto. E le conferme in tal senso sono state esplicite da parte di Giuliano Tavaroli, l’ex capo della security Telecom-Pirelli, che precisò che se n’era occupato Adamo Bove, il quale non può confermare perché morto suicida nel 2006; nel suo ufficio la Guardia di Finanza aveva sequestrato un apparato RT6000, apparecchio simile a quello in dotazione alle Procure usato per registrare le intercettazioni telefoniche; l’ha confermato però per lui la sua segretaria Caterina Plateo, interrogata nel novembre 2011 nell’ambito del processo Telecom. La cosa curiosa è che il pc di Tavaroli è poi finito a Roma, in via In Selci. Strani casi della vita. Trattasi, nel caso dell’attività di intelligence Telecom- Pirelli-Inter a danno di tesserati (nell’esclusivo interesse dell’Inter, perché certo scopo dello spionaggio non era scoprire perché i malcapitati non gommassero Pirelli), di qualcosa di molto più grave di un reato sportivo, di un grave reato penale che ha scavato nell’intimità delle vite, oltre che nei rapporti d’affari, delle vittime. Ma l’Inter da ciò non ha subito il benché minimo danno: anzi, lo strano viaggio del Pc di Tavaroli da Milano a Roma fa sorgere interrogativi assai inquietanti in merito alle indagini di Farsopoli, agli strani intrecci tra l’Operazione Ladroni e le indagini auricchiesche supportate da aiutanti gentilmente concessi dalla rosea, di quella galassia RCS dove, dichiarano essi stessi, si nasce interisti. Parimenti l’Inter è passata indenne da un’altra vicenda dove pure un suo dirigente, quel Gabriele Oriali ora al soldo della Figc (per la gioia di quel vecchio cuore nerazzurro che è Tavecchio) per i documenti fasulli di Alvaro Recoba(ottenuti con l’aiuto di Franco Baldini e di un faccendiere) ha patteggiato, il 5 maggio 2006, al pari del calciatore, una pena di 6 mesi di reclusione con la condizionale per i reati di ricettazione (per la patente) e concorso in falso (per il passaporto), il tutto commutato in multa da 25.400 euro: la giustizia sportiva, quella che contro la Juve si è distinta per un uso spregiudicato della ghigliottina, ha fatto finta di niente (in casi analoghi in Francia e Spagna si era giunti alla squalifica dei giocatori e alla penalizzazione dei club coinvolti); d’altronde, disse Carraro, non si poteva mandare in B la squadra di un presidente che aveva speso centinaia di milioni, quegli stessi che certificavano in realtà la sua inadeguatezza, visto che chi in quel momento costruiva squadre vincenti si auto sosteneva (e non si trastullava a giocare alla spia, anzi doveva difendersi dagli spioni). Naturalmente niente era accaduto nemmeno in precedenza nei casi delle plusvalenze fittizie e della vendita del marchio a se stessi, of course. E veniamo a Calciopoli: l’Inter viene tenuta fuori sin dall’inizio. Declama Narducci: “Non esistono telefonate del signor Moratti”. Detto fatto. Moggi, col suo efficientissimo staff, gliele produce. Non ce ne sarebbe stato bisogno, in realtà, perché si scopre che Auricchio quelle telefonate le aveva: erano state ascoltate e baffeggiate come rilevanti, molto rilevanti, ma erano state messe da parte perché, come detto già in via In Selci all’assistente Coppola, l’Inter non interessava. Quindi la definizione di ‘sfuggite’, appioppata da Auricchio alle telefonate nerazzurre, è assolutamente impropria, in termini lessicali. Poi però, una volta disseppellite, gridano vendetta e la Juve, passata nel frattempo sotto la presidenza di Andrea Agnelli, presenta in merito un esposto chiedendo parità di trattamento: confida nella solerzia della Giustizia sportiva, che nel 2006 fu un fulmine di guerra (agevolata anche dal vergognoso comportamento della proprietà bianconera); invece no: Palazzi lascia riposare e decantare il tutto finché non scadono i termini per la prescrizione; e in quel momento scrive. Cosa scrive? Certo, certo, i dirigenti dell’Inter facevano cose gravi, ma è tutto prescritto. Un’altra brutta macchia di sterco sull’immagine della giustizia sportiva e di quel circolo della caccia che nel 2006, guidato da un ex CdA dell’Inter, aveva detto ai nerazzurri di pur metter in bacheca anche uno scudetto mai vinto. L’onda lunga di Calciopoli si è andata esaurendo e adesso l’Inter è passata di mano, che nel novembre 2013 ha preso le redini del club, una strana figura di magnate indonesiano, in un quadro di interessi dai contorni indefiniti che si sviluppano sull’asse Hong Kong-Isole Cayman, tra soldi e paradisi fiscali, passando per la *****eka Investment Ltd… Ma quel che è certo è che l’Inter nei suoi armadi non nasconde solo scudetti di cartone, nasconde troppi scheletri (alcuni risalenti addirittura ai tempi di Helenio Herrera), occultati con un rete di silenzi complici e di carrettate di sabbia come raramente è dato vedere. Ma noi continuiamo a sperare che il tempo sia galantuomo e sia lui, prima o poi, a far scivolare gli onesti su quel fango con cui hanno ricoperto il mondo del calcio: un mondo che dovrebbe tornare ad essere comandato da un pallone che rotola su un prato verde, e non da oscuri maneggi nel chiuso delle segreterie. http://juventusungrandeamore.com/2015/07/25/pagheranno-mai/
  6. Palazzi, il 31 i deferimenti. 8 club rischiano la retrocessione 22 luglio 2015 Il 31 luglio o il 1 agosto ci saranno i primi maxi-deferimenti di Stefano Palazzi ma intanto ecco che da Catanzaro si apre un nuovo filone. La squadra mobile sta eseguendo dei decreti di perquisizione con contestuali avvisi di garanzia a carico di nove persone, tra cui calciatori e dirigenti di società sportive, ritenute responsabili di aver partecipato all'alterazione dei risultati delle partite di calcio Martina-Paganese, Vigor Lamezia-Casertana, Salernitana-Barletta e Pistoiese-L'Aquila, tutte del campionato di Lega Pro Gironi B e C anno 2014-2015. Alcuni degli indagati erano già stati colpiti da avvisi di garanzia nell'ambito dell'operazione Dirty Soccer, eseguita nello scorso mese di maggio, mentre ai nuovi soggetti sottoposti a indagine è stata contestata la frode in competizioni sportive aggravata dall'essere oggetto di concorsi pronostici e scommesse. L'alterazione del risultato delle partite, infatti, avrebbe avuto come fine l'illecito guadagno conseguente alle scommesse sul loro risultato. Intanto, come detto, Palazzi va avanti per la sua strada: di questo nuovo filone in arrivo da Catanzaro si occuperà solo più avanti, quando avrà gli atti. Entro mercoledì 22 saranno notificate le comunicazioni di chiusura indagini relative alle inchieste sui filoni di Catanzaro e Catania. Da quella data gli indagati potranno chiedere l'accesso agli atti, una eventuale audizione o in alternativa l'invio di una memoria difensiva (la Procura darà un termine di 2 giorni). Ipoteticamente sarà possibile svolgere le audizioni da sabato e nei giorni seguenti (a seconda del numero di audizioni, si punta a chiudere tutto in 3/4 giorni, fino al 28 luglio). Il 31 luglio o 1 agosto, quindi, i provvedimenti della Procura federale: deferimento o archiviazione. Entro 10 il Tribunale Federale Nazionale convocherà l'udienza di primo grado (quindi intorno al 9-10 agosto). Ci sono 8 club che rischiano la retrocessione per responsabilità diretta: Catania (sarebbe ripescata l'Entella) e Teramo (in B andrebbe l'Ascoli) poi Savona (coinvolta nella combine con il Teramo), Torres, Vigor Lamezia, Brindisi, Catanzaro e Barletta (ma il club pugliese non si è iscritto alla Lega Pro). La Lega Pro sarà sconvolta fra club che non si sono iscritti (entro il 27 i ripescaggi) e quelli che verranno retrocessi dalla giustizia sportiva. E questo, come detto, è solo l'inizio. Poi, ci sarà il nuovo filone di Cremona e il nuovissimo di Catanzaro. Per quanto riguarda Cremona potrebbero avere problemi l'Atalanta, il Chievo e la Lazio in serie A: ma l'eventuale processo (sportivo) si terrà solo a settembre, quindi a stagione già iniziata. Il Cagliari aveva chiesto di bloccare i calendari (lunedì 27 luglio), con la speranza di poter tornare in A al posto dell'Atalanta: ma Palazzi vuole privilegiare i casi che prevedono la responsabilità diretta e quindi il club bergamasco potrebbe rischiare di avere dei punti di penalizzazione (1-2?) solo dalla prossima annata. Così come i club coinvolti nelle partite sospette con il Catania di Pulvirenti (vale a dire Varese, Livorno, Avellino, Trapani e Ternana) potrebbero avere dei punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionati di serie B. Tantissimi i tesserati coinvolti in questi filoni: e per fortuna che non c'è più il Tnas del Coni che prima spazzava via tutto... Lega Pro, i "compiti" delle vacanze dei tre subcommissari Parte un po' al rallentatore il lavoro del commissariamento della Lega Pro: il giudice della Corte dei Conti, Tommaso Miele, non ha ancora incontrato i tre subcommissari, coi quali ha avuto solo colloqui telefonici. Non sarà un lavoro facile, da qui al 31 ottobre: da mettere mano a due bilanci, da seguire la situazione iscrizioni (quanti club il prossimo anno?) e i processi del calcioscommesse, da nominare il selezionatore della Nazionale di Lega Pro (ma il prossimo presidente, appena nominato, potrebbe anche cambiarlo...), da dare uno sguardo al famoso dossier Ghirelli, il dg che aspetta di essere reintegrato, eccetera. Intanto Miele ha dato i... compiti delle vacanze ai suoi tre vice: il commercialista e consulente della Dna (direzione nazionale antimafia) Dino Feliziani si occuperà di "specifiche questioni in materia di bilancio che gli saranno di volta in volta richieste dal Commissario Straordinario, con obbligo di riferire esclusivamente allo stesso"; il notaio, ed ex n.1 dell'Aia, Salvatore Lombardo, curerà "le materie statutarie e i regolamenti" e infine il dottor Paolo Marcheschi si occuperà della "materia agonistica". L'assicuratore, ed ex dj, toscano è iscritto all'associazione allenatore, stimato dal presidente Renzo Ulivieri ("persona in gamba e perbene") e dal sottosegretario Luca Lotti che avrebbe speso una buona parola per lui, anche se Marcheschi è legato a Fratelli d'Italia (prima era a Forza Italia). I ragazzi e il doping, a Roma il videofestival "Vivere da sportivi" Il doping è il fenomeno che i ragazzi italiani avvertono come uno dei maggiori problemi dello sport. Grande attenzione anche per l'integrazione dei disabili e la necessità di maggiore lealtà. Sarà la Campania la regione italiana con più scuole presenti al Videofestival. La giuria composta da tecnici della comunicazione e rappresentanti del mondo sportivo ha decretato i migliori 10 spot e 10 video dell'edizione 2015 della campagna di sensibilizzazione Vivere da Sportivi. Dall'analisi dei filmati scelti risulta subito evidente che il doping risulta essere una delle problematiche più sentite dai giovani cineasti, visto che ben tre degli spot, sui sei che parteciperanno in autunno al Videofestival (Roma, 14 e 15 ottobre), trattano questo fenomeno. Molto variegati, oltre al doping, gli argomenti trattati dalle scuole per la realizzazione dei loro spot e brevi video. Su 10 spot e 10 video molti naturalmente trattano il fair play (sia in gara che fuori), l'integrazione dei disabili e l'importanza dello sport come fattore di salute e socializzazione. Un filmato di Napoli è dedicato ad Alessandro Zanardi, ed un altro, sempre di Napoli ma di altro Istituto, riprende un episodio di bullismo telematico accaduto realmente nella stessa scuola. Dal punto di vista geografico le regioni con maggior presenza di finalisti risultano essere la Campania, il Veneto ed il Lazio, ma saranno presenti anche scuole provenienti da Lombardia, Puglia, Sicilia, Sardegna e Toscana. "In realtà - spiega Monica Promontorio, presidente del Comitato Vivere da Sportivi - molti studenti e insegnanti hanno anche trattato il problema della violenza fra tifosi e fra sportivi, ma in molti casi questi prodotti sono realizzati con l'esclusivo uso di foto e spesso sono tecnicamente poveri e dunque risulta poi improbabile, anche se non impossibile, che una giuria variegata come quella di selezione li scelga per il Videofestival. Ma il problema è comunque molto sentito". Il Venezia passa dai russi agli americani Dopo l'ultimo fallimento dell'Unione Venezia (il secondo in sei anni) sotto la gestione del russo Korablin, la squadra lagunare passa nelle mani degli americani. Il nuovo presidente del "Venezia Football Club" è James Daniels, è nato in Pennsylvania ma viene dal Connecticut, dove fa l'amministratore delegato della High Ridge Brands, compagnia di prodotti per l'igiene personale. Nel cda della nuova società veneta, accanto al presidente a stelle e strisce ci sarà Alessandro Vasta, avvocato padovano associato del famoso studio Tonucci&Partners di Roma che aveva avuto già un ruolo decisivo nell'acquisto della Roma da parte di Pallotta. Intanto, il nuovo dg del nuovo Venezia sarà Perinetti.
  7. Sotto la lente - Barboni o revisionisti prezzolati, noi siamo sempre qui 24.07.2015 01:10 di Carmen Vanetti Twitter: @@carmenvanetti1 articolo letto 4805 volte Barboni o revisionisti prezzolati, noi siamo sempre qui Era l’aprile 2010, l’epoca in cui le famose telefonate pomposamente negate da un tronfio Narducci ruppero la coltre di silenzio con cui sinora si era coperta l’Inter, disvelando come anche i dirigenti nerazzurri, da Moratti a Facchetti, telefonassero eccome. Una grave disillusione per chi aveva pensato di farla franca, una boccata invece di verità per chi, come Moggi, non si era arreso e lottava strenuamente (per sé e per gli altri malcapitati finiti nel calderone calciopolaro) e per chi come noi, al suo fianco, cercava faticosamente di districarsi nel meandro di falsità che il sentimento popolare (cit. Mario Serio, componente della sandulliana Corte federale) aveva costruito. “Sono giorni di attacchi vili e volgari”, "Si stanno raccontando delle barzellette” proruppe Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto; le telefonate che non c’erano e invece c’erano rappresentavano, a suo dire, "un estremo tentativo, condotto in modo poco civile, della difesa di un imputato". Insomma “la credibilità di mio padre non può essere attaccata da quattro barboni, con tutto il rispetto per i barboni". Ma i barboni non si sono arresi e, per tutti questi lunghi anni, hanno continuato la loro battaglia a fianco di Luciano Moggi e delle verità che col suo formidabile staff l’ex dirigente bianconero andava continuamente disseppellendo; si son sentiti dire di tutto dagli orientatori del sentimento popolare: “sbirraglia” e “scherani” di Moggi tra gli epiteti ultimamente più gettonati. Adesso la verità la sanno tutti: tutti conoscono la genesi di Calciopoli, con i torbidi intrecci sull’asse Milano-Torino, tra lotte di soldi e potere all’interno della Famiglia e maneggi milanesi, a partire dallo spionaggio dell’intelligence Telecom-Pirelli. Sappiamo quel che è successo alla Juve e quello che, stando a quanto emerso e raccolto dallo stesso Procuratore Palazzi (attento però a lasciar intervenire una ‘salutare’ prescrizione), sarebbe dovuto toccare all’Inter. Ma nell’ambiente nerazzurro e dintorni (compresi i media orientanti) non vorrebbero mai sentirselo ricordare. E quando Luciano Moggi ha ricordato, rivolgendosi, nell’ottobre 2010 a ‘Notti magiche’, ad una bandiera interista come Javier Zanetti, i peccati che gravavano sulle spalle dei dirigenti dell’Inter (tra cui, inevitabilmente, anche il Facchetti nell’esercizio delle sue funzioni, perché l’uomo Facchetti, a differenza dell’uomo Moggi, è sempre stato preservato da tutti per quanto riguarda la sua sfera personale), il figlio di Giacinto Facchetti pensò bene di querelare Luciano Moggi per diffamazione aggravata. Moggi, costretto per l’ennesima volta a difendersi, portò in tribunale documentazione e testimonianze a supporto di quanto affermato, tutto materiale peraltro già divenuto noto nel corso del processo penale di Napoli. Elementi probatori ammessi in dibattimento dal giudice Magi: elementi così forti da spaventare il pm Remondino: “Ma voi volete rifare il processo di Napoli”. La conseguente assoluzione di Moggi, inevitabile alla luce del fatto che le sue asserzioni, erano semplicemente un riepilogo di quanto emerso dal 2006 ad oggi, ha scatenato l’ira della famiglia Facchetti che, dalle colonne del quotidiano di riferimento per l’accusa in relazione a Calciopoli, ha bacchettato questa estrema sintesi del Grande Imbroglio come operazione di sciacallaggio e manomissione della memoria: memoria che in realtà, ben lungi dall’essere stata manomessa, è stata ricondotta alla sue vera essenza, sempre per quanto riguarda i fatti avvenuti e non l’essenza delle persone coinvolte. Nel compendio sono entrate la prescrizione dovuta al ritardo di Palazzi (che ha evitato all’Inter financo il processo), le telefonate che non c’erano e invece c’erano, con tutte le loro brutture e, per soprammercato, altre faccenduole nerazzurre (come l’opera di intelligence Telecom-Pirelli e la storia dei passaporti falsi). Ma no, queste cose faceva più comodo che fossero state sepolte dall’oblio: tenerle vive è roba da “revisionisti prezzolati e da bar”. Peccato che la stragrande maggioranza di quanti le tengono vive, a differenza dei media orientanti che sono gestiti da remunerati professionisti del settore, sia composta da persone che hanno messo il loro tempo e le conoscenze acquisite unicamente al servizio della verità. E le ore non le hanno trascorse nei bar a sfogliare la rosea in bella mostra sul bancone dei gelati, ma nella frenetica consultazione di leggi, documenti, intercettazioni. Però tant’è. La verità è scomoda: tanto si è brigato, a destra e a manca, per mistificarla; non per niente, a buon diritto, l’avvocato Prioreschi definì Calciopoli il Grande Imbroglio, tra le schede svizzere mute e popolate a piacimento (nonché acquisite nel modo che sappiamo, e in merito a ciò De Cillis è stato rinviato a giudizio per falsa testimonianza) e il pc di Tavaroli che partiva da Milano e, guarda caso, finiva proprio in via In Selci. E adesso quattro barboni, divenuti revisionisti prezzolati, pretendono ancora di chiedere GIUSTIZIA? Non c’è dubbio: la chiederanno sempre e si batteranno sempre, perché il trionfo della verità è ricompensa ben più alta e gratificante di una remunerazione alla catena di un padrone. http://www.tuttojuve.com/primo-piano/sotto-la-lente-barboni-o-revisionisti-prezzolati-noi-siamo-sempre-qui-245914 Lo ammetto: sono un fan di Carmen Vanetti
  8. Intanto il procuratore ha archiviato il caso lotito.
  9. Stai forse parlando di "epurazione"? Io ho piena fiducia nel team che dirige queste operazioni. Intanto un poco di goduria per il risultato del nostro Direttore. Grandi soddisfazioni in riva a questo fiume non ne abbiamo, ma ogni tanto qualche piccola carognetta passa. Passa.
  10. Qualcuno stamattina ha seguito su radio1 la trasmissione "radio anch'io"? Io a tratti. L'argomento era incentrato sull'opportunità o meno di rendere pubbliche le intercettazioni. Vengono intervistati giornalisti (tutti favorevoli, naturalmente alla pubblicazione) e uomini di legge (a volte garantisti e, a volte, giustizialisti). Ad un certo punto è intervenuto un avvocato che voleva essere garantista e, come esempio, riportava il caso di calciopoli. Inizialmente sembrava che fosse al corrente delle vicende di Moggi, di Bergamo e di tutti i coinvolti. Ma concludeva dicendo che in quell'occasione la Juventus era poi riuscita a scovare altre telefonate intercettate che dimostravano come anche altre squadre avevano colloquiato con Bergamo e Pairetto e, quindi, ANCHE ALTRE SOCIETA' VENIVANO COINVOLTE. Ma quali altre squadre sono state coinvolte? A chi faceva riferimento? "L'inter non interessava" ai carabinieri La giustizia sportiva non ha coinvolto per niente i nerazzurri, anzi li ha omaggiati di uno scudo sottratto alla Juventus Un manipolo di consiglieri si sono definiti "incompetenti"... E' chiaro che era uno dei tanti che parlano e sparlano a sproposito, dicendo anche grosse catzate.
  11. Il punto è che gente di sport fomenta l'odio. Un allenatore dovrebbe essere maestro di sport. Ma, forse, chiedo troppo
  12. Allora è roba di secondo taglio. Vale come tanti di quelli nostri che tra qualche anno giocheranno nel Crotone, nel Bari, ....
  13. Scusate se mi sono distratto, ma questo Vadalà viene per stare in prima squadra o nella Primavera?
  14. Stesse sensazioni mie, fratello. E' uno schifo!
  15. SPORT Sarri: "chi non salta juventino è" 18:07 (ANSA) - NAPOLI - Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri si sono uniti oggi ai tifosi, cantando "chi non salta juventino è". Il presidente e il nuovo allenatore del Napoli erano insieme a Dimaro, per la presentazione delle nuove maglie del Napoli per la prossima stagione, quando dai tifosi è partito il coro e i due, il presidente e l'allenatore, si sono uniti a loro. Per Sarri si tratta della prima esibizione nel coro che caratterizza per i napoletani la rivalità con la Juventus.
  16. Redazione Goal Italia 11/lug/2015 09.35.00 Lega Calcio e FIGC sembrano decisi a respingere la richiesta del Cagliari di fare slittare l'inizio della Serie A per il caso Atalanta: "Non ci sono i presupposti". La Serie A 2015/16 partirà regolarmente il 22/23 agosto. Secondo quanto riporta 'Il Corriere dello Sport', infatti, la risposta della Lega Calcio alla richiesta di rinvio avanzata dal Cagliari sul caso Atalanta sarebbe arrivata puntuale quanto chiara. Al momento, insomma, non ci sarebbe alcun motivo che farebbe ipotizzare un inizio ritardato anche perchè, ci tengono a sottolineare da via Rosellini, l'eventuale coinvolgimento degli orobici nel calcioscommesse sarebbe decisamente più marginale rispetto a quello di altre squadre di B, campionato che infatti partirà probabilmente non prima di settembre. Clamoroso, ad esempio, il caso del Catania con il presidente Pulvirenti che ha addirittura ammesso di aver cercato di alterare cinque partite, per non parlare del Parma (fallito e retrocesso d'ufficio in Serie D) e delTeramo (promosso dalla Lega Pro ma pesantemente coinvolto nell'inchiesta di Catanzaro). Tre squadre queste che, quindi, andranno probabilmente sostituite nel tabellone di B, operazione per la quale sarà però necessario attendere l'esito del processo sportivo che il Procuratore Federale Palazzi sta istruendo in questi giorni. Il dirigente del Cagliari, f., intervistato da 'La giornalaccio rosa dello Sport', dal canto suo però non ci sta e ribadisce: "Il Cagliari chiede a chi di competenza che, qualora ci sia esigenza di istituire processi sportivi da cui potrebbero arrivare sentenze potenzialmente influenti sulla classifica del medesimo torneo, si faccia in fretta. Non chiediamo di mettere sotto accusa Tizio o Caio né condanne preconfezionate a chicchessia. Tantomeno abbiamo chiesto lo slittamento dell’inizio del campionato di serie A o della compilazione dei calendari. Noi ci guardiamo bene dal puntare il dito contro una squadra e una società con cui abbiamo ottimi rapporti. Ripeto, il nostro discorso è di tempi. Esempio: se si facesse un processo sportivo a ottobre e lì emergesse una qualsiasi sanzione che, applicata allo scorso campionato sarebbe decisiva per il Cagliari, si configurerebbe un danno o una beffa. O entrambe le cose". Quindi f. continua: "Se avessimo realmente idea di poter essere ripescati, ma le pare che avremmo ceduto Ekdal, o che cederemmo Astori? In realtà chiediamo soltanto di poter capire cosa c’è di concreto su una vicenda che per noi si può serenamente chiudere anche con due punti di penalizzazione a carico di una eventuale colpevole. In tal caso per noi cambierebbe zero e nessuno avrebbe da ridire. Ma l’eventualità di poter vedere in autunno una situazione come quella di cui parlavo prima, ecco almeno quella vorremmo evitarla". Eventualità fantascientifica comunque, almeno a sentire le parole del DG della FIGC, Michele Uva, che intervistato dal 'Corriere dello Sport' ribadisce: "No, l’ipotesi di un rinvio è totalmente da escludere. Palazzi è già a lavoro ma non ha ancora ricevuto le carte da Cremona. Noi possiamo far solo sì che la Procura sia pronta per essere più rapida possibile. La domanda sull'inizio del campionato però va fatta alla Lega di A che decide quando iniziare il campionato. Le leghe sono totalmente autonome". Difficile in ogni caso ipotizzare che qualcuno possa anche solo pensare di fare slittare l'inizio del campionato non fosse altro perchè, il prossimo giugno, in Francia si giocheranno gli Europei nei quali la nostra Nazionale sarà sicuramente impegnata. La sensazione, insomma, è che il caso sia chiuso. Definitivamente. LUPUS IN FABULA
  17. Si, è vero, in figgiccì l'etica non si prescrive Grazie per avermi fatto ricordare di questo personaggio, f.. Ha fatto parte anche dell'ufficio inchieste della federazione, esticazzi!
  18. Calcioscommesse, il Cagliari diffida: "Niente calendari, serie A sub judice" In una lettera inviata alla Federcalcio, il club sardo, appena retrocesso in B, chiede di congelare la graduatoria dello scorso campionato. Senza mai citarlo direttamente, il riferimento è all'Atalanta e al suo ex allenatore, Colantuono, del quale il procuratore Di Martino ha chiesto il rinvio a giudizio per la partita con il Crotone del 2011 di GIULIANO FOSCHINI e MARCO MENSURATI ROMA - La classifica dell'ultimo campionato di serie A è "da considerarsi sub judice ". Dunque, almeno per il momento, "non ha efficacia". La bomba che si attendeva è arrivata. A lanciarla è il Cagliari, appena retrocesso in B, che dopo le richieste di rinvio a giudizio della procura di Cremona mette sostanzialmente in mora Federcalcio, Coni e procura federale, chiedendo di congelare la graduatoria dello scorso campionato di A e di fatto diffidando il calcio italiano dal compilare i calendari per il campionato che partirà il 22 agosto. Anche senza essere mai citato direttamente, il caso riguarda l'Atalanta e il suo ex allenatore, Stefano Colantuono. Secondo il procuratore Roberto di Martino, Colantuono ha partecipato alla frode di Crotone-Atalanta, gara del 2011 appattata secondo l'accusa da Cristiano Doni, che in un messaggio scriveva a un compagno: "Il mister lo sa". Sulla carta, quindi, oltre a Colantuono rischierebbe l'Atatalanta che, per la responsabilità oggettiva, potrebbe avere una penalizzazione che, per essere afflittiva, andrebbe applicata alla classifica della scorsa stagione. Modificando l'esito del campionato. È su questo, evidentemente, che punta il Cagliari che, nella lettera inviata, spiega come "alla luce della notifica del 415bis nei confronti di alcuni tesserati della serie A per alterazione di partite il cui esito sarebbe stato manipolato ", è necessario che la Federcalcio prenda immediati provvedimenti. Per il Cagliari ci sono infatti "fondate e rilevanti ragioni per revocare" o mettere "in dubbio la regolarità del campionato a cui la scrivente ha preso parte". "In particolare - si legge ancora nella lettera - il coinvolgimento accertato dall'ordine requirente di alcuni tesserati di squadra della massima serie configurerebbe, ove le accuse fossero confermate, l'ipotesi di responsabilità oggettiva per illecito a carico del club". Ipotesi che prevede, ricorda il Cagliari, "la penalizzazione di punti in classifica del campionato 2014-2015". "Siffatto provvedimento- si legge ancora - produrrebbe la riscrittura della classifica finale". Per questo il Cagliari ritiene l'esito dello scorso campionato (con i sardi retrocessi con 34 punti, tre in memo dell'Atalanta) "sub judice, sino al pronunciamento degli instaurandi giudizi avanti gli organi giudiziali sportivi". "Si chiede - si legge ancora nella lettera inviata agli organi federali - di adottare ogni iniziativa opportuna anche e in via preventiva o di autotutela per preservare la regolarità del campionato nonché garantire il principio di afflittivita nella corrente stagione". Quale determinazione? Innanzitutto, dice il Cagliari, la "graduatoria finale ritenuta non definitiva". Ma il club ricorda anche i "danni commerciali, tecnico, sportivi e di immagine " che avrebbe patito. Tutto passa ora nelle mani del procuratore federale Stefano Palazzi che sulla base della nuova trasmissione di atti da parte di Cremona (in realtà li ha a disposizione già da qualche mese, dal momento della chiusura indagini, senza però avere dato fino a ora alcun seguito concreto) dovrà valutare se istruire nuovi processi sportivi. Il Cagliari, che preferisce non commentare la notizia, conosce bene un precedente: nel 2011 il Ravenna fu penalizzato di 7 punti nell'anno in corso per un tentativo di combine operato dall'allora ds Giorgio Buffone. Penalizzazione che nasceva proprio dall'inchiesta di Cremona.
  19. Conte, però, non può non sapere. Condannatelo! Quindi vivi di speranza? Altro che "nec spe nec metu"!
×
×
  • Crea Nuovo...