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7 pointsLo storico massaggiatore bianconero degli anni d'oro di Lippi è morto all'età di 75 anni. Mi rattrista molto la notizia, uno dei leader veri di quel gruppo irripetibile. Un simbolo, per sempre nella storia bianconera con quei fantastici baffoni e quel carisma unico. Che la terra ti sia lieve, un abbraccio alla famiglia Inviato dal mio Samsung Note9 utilizzando Tapatalk
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6 pointsL' ho conosciuto. Persona educatissima, affabile, gentilissima. Mi ha dato anche il suo numero di telefono, perché avevo idea prima o poi di intervistarlo, ai miei tempi di ju29ro, poi è successo tutto il casino, e il progetto è finito in un cassetto. Anche perché con il passaggio redazionale a GLMDJ, ho dato predilezione a scrivere di cose più pesanti e questo tipo di cose le ho un po' sottovalutate. Il calcio poi nel frattempo è andato definitivamente a donne meretrici, e quindi sinceramente mi è passato un po' di mente. Poi lo hanno intervistato in tanti dopo, giornali e tv, quindi c'erano molte meno cose da raccontare... Mi ricordo di quando mi raccontò di un infortunio in campo non mi ricordo più di chi. Dal campo gli fanno segno di entrare, lui prende i borsoni e scatta verso il campo. Sente uno strappo ad una gamba, corre tutto sbilenco con una smorfia di dolore, a soccorrere il giocatore. Dopodiché torna in panca, zoppicando vistosamente, nell'attesa della fine del match, perché cammina a fatica e non vede l'ora di andare a casa. Ma, all'improvviso, si fa male un altro giocatore, dal campo gli fanno segno di entrare, lui prende di nuovo i borsoni e scatta verso il campo. Sente uno strappo ad una gamba, l'altra, quella sana, ora non più sana, corre tutto sbilenco con una smorfia di dolore, a soccorrere il giocatore. In due scatti si è strappato tutte e due le gambe, nel giro di pochi minuti. Deve averlo raccontato anche in tv... Posto una sua intervista, per ricordarlo. Oggi abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Sergio Giunta, il mitico e storico massaggiatore della Juventus da metà anni ’90 fino alla stagione 2006/2007. È stato alla Juve negli anni più belli della nostra gioventù juventina, quindi in quelli ruggenti di Lippi, in quelli sfortunati di Ancelotti, nei vincenti sul campo di Capello e in quello della risalita dalla B con Deschamps. È stato molto piacevole fare due chiacchiere con lui, è persona davvero amabile e disponibile, ci ha aperto qualche cassetto dei ricordi e si è percepito benissimo il suo amore per questo sport, la passione per il suo lavoro e il legame speciale avuto con la Juventus. Un mese fa circa avevamo intervistato Moreno Torricelli, uno degli eroi di Roma 1996, ci siamo ripetuti con uno degli artefici dietro le quinte di quel successo bellissimo. A pochi giorni dalla sfida con l’Ajax, speriamo sia di buon auspicio . Un ringraziamento speciale va a Franco Leonetti, senza la gentilezza del quale questa intervista non sarebbe stata possibile. Cosa pensa dei tanti infortuni muscolari che abbiamo avuto negli ultimi anni, quale potrebbe essere per lei la causa principale? È argomento delicato questo ed è difficile fare un’analisi generalizzata. Bisogna valutare bene le cose. A volte ci sono degli affaticamenti muscolari dovuti ai troppi e ravvicinati impegni che i calciatori hanno. È molto soggettiva la cosa. Per quanti parametri tu possa avere degli atleti capiterà che un certo giocatore in un determinato giorno sarà più o meno propenso alla fatica e quindi più o meno soggetto a problemi muscolari. Inoltre, anche un certo tipo di allenamento potrebbe essere adatto per un calciatore ma meno indicato per un altro e portare dunque a dei rischi in tal senso. Negli anni ‘80 e poi ‘90 la preparazione atletica ha conquistato sempre più spazio nel lavoro delle squadre e dopo gli anni ‘90 è ormai quasi sempre personalizzata. Quanto è cambiato il lavoro di un massaggiatore in questi anni e quanto sono evoluti gli strumenti tecnologi per misurare la crescita degli atleti? Io ho iniziato negli anni ’80 col Torino e c’era un certo tipo di modalità di allenamento, non c’era il preparatore atletico che come figura è arrivato negli anni successivi. Il programma di lavoro per chi faceva il mio mestiere si concentrava quasi esclusivamente sul dopo partita, nel defaticante, che allora consisteva o nel massaggio o nell’idromassaggio. Invece con l’avvento dei preparatori atletici – e ancor oggi dopo diverso tempo che sono lontano da quell’ambiente penso sia la stessa cosa – il defaticante fatto all’indomani della partita si è trasformato in una corsettina leggera tanto per scaricare le tossine della gara, ma alcuni calciatori comunque gradiscono ugualmente ricevere un massaggio e fare l’idromassaggio. Oggi ci sono sicuramente tanti macchinari tecnologici in più che aiutano, ma ci devono essere sempre la competenza e l’intuito alla base del nostro mestiere. Spesso dopo i gol Alessandro Del Piero correva ad abbracciarla, sintomo di un grande feeling tra di voi. Lo sente ancora? Come vedrebbe una sua posizione all’interno dell’assetto societario? Ho avuto un bellissimo rapporto con Ale. Io sono arrivato nel ’94 e lui era agli albori della sua carriera ed era lì dall’anno prima. Nel tempo è diventato quel campione che tutti conosciamo. Attualmente non siamo in contatto, anche perché lui è andato prima in Australia come calciatore, poi ora sta spesso in America per le sue attività imprenditoriali e quindi si è allontanato “dalla mia visione”. Mi è capitato di risentirlo alcuni anni fa, poi ho perso il suo telefono e non ci siamo più sentiti. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, sicuramente come persona avrebbe le qualità per ricoprire un ruolo dirigenziale, perché è un ragazzo molto intelligente e sicuramente legato ai colori bianconeri. Rimanendo su Del Piero, lei lo aveva intuito le prime volte che lo vide allenarsi e giocare che avrebbe potuto avere il tipo di carriera che ha avuto e diventare tra le leggende più luminose della storia juventina? Calcisticamente si. Si vedeva che ogni anno diventava sempre più forte. Era poi un ragazzo ambizioso, finito l’allenamento si fermava spesso un’ulteriore mezz’oretta per calciare in porta e provare a migliorare sempre di più, era un grande giocatore già dagli inizi. Ha trovato differenze particolari lavorando prima con Lippi e poi con Capello? Premetto che sono entrambi due grandi allenatori. Il rapporto che ho avuto con Lippi, durato ben 8 anni, è andato oltre l’aspetto lavorativo, si è creato un legame speciale, di confidenza. Si parlava non solo di calcio, ma anche della famiglia, dei figli, dei nipoti, era un rapporto molto intimo se vogliamo. Con Capello era leggermente diverso ma devo dire che son stato bene anche con lui. Quale è stato il giocatore che con più frequenza ricorreva alle sue attenzioni o era particolarmente soggetto a stress muscolari e di contraltare quale quello che al contrario meno aveva bisogno delle sue cure? Chi non aveva quasi mai bisogno delle mie cure erano sicuramente Zidane e Nedved, che bisognava prenderli con la forza per metterli sul lettino. Tra chi gli piaceva il massaggio invece posso citare Fonseca e Trezeguet. O anche, quando lavoravo per il Toro, Leo Junior e Pato Aguilera. Alla fine ho fatto 14 anni di Torino e 13 di Juventus, una vita nel calcio. Della Juventus poi sono stato anche giocatore nelle giovanili, dal ’60 al ’70, giocando con Bettega e Causio, ero un’ala sinistra. Ho giocato pure una partita in prima squadra in amichevole al posto di Menichelli, mi pare nel 1968. Diventare il primo massaggiatore della Juventus, dopo essere stato juventino anche da bambino come giocatore, per me è stato il massimo. E l’essere stato prima un calciatore devo dire che mi ha aiutato molto anche nella mia attività di massaggiatore, mi ha aiutato a capire sia i giocatori che gli allenatori, non ho mai litigato né discusso nemmeno una volta con alcuno. Oltre ai mister bianconeri ho avuto la fortuna di poter stare accanto a quelli del Torino, da Radice a Mondonico, e non ho mai avuto uno screzio con nessuno di loro. Ha un aneddoto sull’Avvocato da raccontarci? Che fosse un gran personaggio è indiscutibile. Personalmente non è che avessi grandi rapporti con lui, occupando il ruolo che avevo non era così frequente poterci parlare. A volte si soffermava agli allenamenti, o quando la domenica si giocava in casa arrivava e parlava col mister. È capitato però a volte che mi facesse delle domande sul tipo di fasciature, perché ne aveva viste in passato sempre di molto voluminose, mentre io con poco cerotto e poche altre cose riuscivo a stabilizzare una caviglia, ad esempio. Per me il contatto con questo grande uomo è stato particolare, perchè io prima di iniziare questa carriera ero operaio in FIAT, per cui ritrovarsi in qualche modo vicino a Giovanni Agnelli non era una cosa di tutti i giorni, era davvero un’emozione per il sottoscritto. Come nacque la vicenda della campagna della vergogna e cosa risponderebbe a chi tutt’oggi ancora insulta la Juve con le farneticanti accuse di doping? Guardi, io queste cose non voglio neanche sentirle, son stato alla Juventus per 13 anni, ho vinto scudetti, la Coppa Campioni e altre coppe assortite, ma non ho mai pensato minimamente ad avvenimenti del genere. Per me sono i giocatori che han vinto, l’ambiente che noi avevamo era fantastico: perché per vincere occorre che i vari comparti siano tra loro ben amalgamati, c’era una bella famiglia. Con Lippi, con Capello, con Ancelotti, con Deschamps, noi si è sempre vinto perché secondo il mio modesto parere eravamo davvero un gruppo unito, un corpo solo. Tra non molto sarà l’anniversario della scomparsa di Andrea Fortunato, un suo ricordo legato a lui? Purtroppo no perché in pratica io sono arrivato nel ’94, l’anno che Fortunato è stato fermo per la tremenda malattia e l’ho incontrato mi pare a Genova quando lui era venuto a trovare la squadra, ma non ho avuto particolari rapporti con lui. Domanda riguardante i settori giovanili. Ultimamente si sta sempre più assistendo a continui infortuni importanti a ragazzi pronti ad esplodere. Secondo lei per quale motivo succede questo? Troppi carichi di lavoro? Lavoro eccessivo per dei ragazzi in sviluppo? Oppure semplice casualita? Anche questa è una domanda a cui non è facile rispondere. Bisogna vedere innanzi tutto cosa fanno adesso nei vari settori giovanili. Io ho fatto il settore giovanile della Juventus, dove avevamo Mario Pedrale che è stato un grandissimo talent scout di giovani, ma parliamo di quasi 50 anni fa. I metodi di allenamento sono sicuramente cambiati, dirle altro sarebbe complicato perché ci sarebbero troppi fattori da valutare. Un tempo nei settori giovanili di sicuro gli allenamenti erano molto più semplici e fisicamente leggeri di oggi, che il calcio sta evolvendo sempre di più verso una fisicità esasperata e alcuni ragazzi potrebbero assorbire meglio i carichi rispetto ad altri. È soggettiva la cosa. C’è qualche calciatore con cui ancora adesso ha un legame particolare? Mi capita spesso di messaggiare con Zidane, Deschamps, Pessotto, per rimanere in chiave juventina. Passando alla sponda granata mi sento ancora con Giacomo Ferri, con Benedetti, Leo Junior, quest’ultimo proprio a dicembre mi ha mandato una foto del suo nipotino con la maglia del Flamenco. Ultima domanda. Lei è stato il massaggiatore dell’ultima Champions vinta dalla Juve. Dopodomani riparte l’avventura europea con i quarti proprio contro l’Ajax. Per lei potrebbe essere veramente l’anno giusto questo, con un Ronaldo in più e un campionato archiviato ben prima di Pasqua? Già negli ultimi anni ci siamo andati vicini con due finali perse e due eliminazioni immeritate, quest’anno con l’apporto di questo eccezionale campione io direi che si potrebbe pensare di poter vincere la coppa. Ma sono sempre dell’idea che il pallone è rotondo e di conseguenza non si può avere certezza. Naturalmente mi auguro che vinca. Io di finali ne ho fatte 4 e ne ho perse 3, anche abbastanza stupidamente. Ho perso quella a Manchester ai rigori col Milan (che è quella che più di tutte mi è rimasta sullo stomaco), quella con il Borussia Dortmund a Monaco 3 a 1 in una stagione che fino alla finale avevamo vinto sempre in casa e fuori, e ho perso contro il Real Madrid ad Amsterdam 1 a 0, dove Pippo Inzaghi – un’altro giocatore che sento sempre volentieri tutt’ora – arrivò fisicamente in condizioni veramente poco ottimali, così come anche lo stesso Del Piero… E loro fino a quel momento erano stati una coppia gol pazzesca. Per questo dico il pallone è rotondo. Noi ci si allenava al mattino, prima della partita della sera, e sembrava che avessimo il cortello tra i denti, la voglia di fare l’impresa. E poi si arrivava alla partita ed eravamo un po’ stressati, scarichi. In più ci sono anche gli avversari. Sono tanti i fattori che incidono insomma. È stato un piacere poterla ospitare. La ringraziamo di cuore. È stato un piacere per me. Lorenzo Nicoletti https://radioblackandwhite1897.wordpress.com/2019/04/08/intervista-a-sergio-giunta/ Caro Sergio, RIP.
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3 pointsPossiamo ufficialmente dire che Folletti in confronto a questi era un fenomeno.
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3 pointsQuante cose in gara puoi fare costruire inventare ma trova un minuto per RESTARE SANO CHE DAVANTI ABBIAMO VLAHOVIC E BASTA
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3 pointsQualche segnale positivo, ma individuale e non collettivo. Il più positivo è Nico Gonzales. Ho molti dubbi su questo giocatore, soprattutto fisici. Ieri invece mi ha colpito. L'ho visto in grande spolvero. Ha fatto più ieri sera che in tutte le prime partite giocate, dove davvero mi è sembrato lento, inconsistente. Bella la punizione di Koop anche se per il resto non granché. Conceicao come al solito. Dal punto di vista del gioco di squadra, malissimo i primi 35 minuti. Senza pressing, senza sbocchi in attacco, molto lenti, quasi solo passaggi all'indietro all'altezza della metà campo. Nel finale di tempo dei buoni segnali dovuti non a caso ad una velocizzazione del gioco in attacco. La ripresa fa gioco a sè, nel senso che dopo il 2-0 il Cagliari si scompone e il nostro gioco di rimessa ha la meglio. Questo tuttavia è poco significativo rispetto ai nostri problemi, il principale dei quali è l'incapacità quasi totale di manovra pericolosa d'attacco. Se non c'è una svolta netta in questo senso, avremo ancora molte difficoltà.
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3 pointsBravo a non demoralizzarsi quando escluso dalla nazionale e con l'arrivo di D.Luiz, Thuram e Koopmeiners, sembrava potesse essere accantonato anche alla Juve. Alla fine è rimasto un pilastro della squadra, magari anche per demeriti dei suoi compagni ma pure per sua abnegazione, che lo ha portato a far bene anche nell'insolito ruolo di difensore centrale.
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2 pointsUn simbolo per chi come me era bambino negli anni '90. Impossibile non ricordarsi di lui coi baffoni, le borracce in mano, l'abbigliamento Kappa e le esultanze ai nostri gol. Ciao Sergio
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2 pointsSe lo vendono io vado a deflagrarmi sotto l’ufficio di Giuntoli, direttamente nelle fondamenta 2004, gia fatto diversi gol, assist e giocate decisive Si ci deve investire sopra, anche perché siamo carenti di qualità davanti Ci si sega sui club che investono in talenti col ciuccio nei denti dicendo “perchéh noi nn lo facciamo h purrre????” quando fanno bene e gli viene dato spazio, poi hai un talentino in casa quando già si è calato bene nella tua realtà e lo vendi? Per prendere chi poi? Un ennesimo sopravvalutato pagato a peso d’oro da Fiorentina e simili? Diamogli spazio e possibilità di sbagliare che sembra avere un buon futuro davanti
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2 pointsHa fatto 3-4 giocate "semplici" che Koop non ha proprio nel suo repertorio. L'intesa con Vlahovic può solamente migliorare. Leggermente limitato, assieme a Mbangula, dai mille tocchi in più di Conceicao, sulla trequarti la palla deve girare velocemente Yldiz è la via di mezzo tra l'olandese (più centrocampista) e Nico (più attaccante), 4-5 partite per calarsi nel ruolo e capire quanti margini ha.
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2 pointsSotterrando la mia ex su Francisco ad oggi uno dei migliori se non il migliore, per il futuro dovrà ampliare il suo bagaglio che qui una volta che ti prendono le misure ti limitano non poco
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2 pointsdiciamo che ad evolvere deve essere soprattutto il gioco di squadra. Un conto è giocare in verticale, come spesso fa l'Atalanta, un conto è giocare con un giro palla lentissimo in orizzontale come abbiamo fatto noi in molte partite.
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2 pointsNo, non sono simpatici. Ci odiano in modo viscerale. Tra loro e i cartonati è una bella lotta. So che è quasi impossibile ma spero nell'atalanta. Sarei contento per Gasperini che è un gobbo vero e sarebbe venuto di corsa ad allenarci.
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2 pointsTolta la punizione poca cosa..cioè gioca da 6, fa il suo e stop Però dai, speriamo gli abbia dato una bella spinta sto capolavoro
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2 pointsÈ possibile che di ubriaconi c’è ne sia più di uno… mentre è sicuro che di cag@c@zzi storici ce ne siano pure troppi! Personalmente mi sento estremamente stanco di pareggiare, stasera mi è parso di vedere una lucetta là in fondo al tunnel, speriamo non sia un TIR in contromano. Pur con tutti i dovuti distinguo legati alla (poca) consistenza dell’avversario. E comunque se il folletto portoghese imparasse ad alzare un pochino la testa e ogni tanto a passarla dopo il primo dribbling sarebbe ancora più forte di quello che è (che è già tanta roba). Contento per il colpo di obice di Koop. Mentre prendeva la rincorsa pensavo: ma da lì di sinistro mica tirerà in porta… Dusan poteva farne 3, due se li è masticati, altri due li ha segnati in fuorigioco… in altre circostanze ci sarebbe da incavolarsi, per stasera va bene così. Infine un plauso per Nico: oltre ad un tocco sotto delizioso e non banale, un feroce scatto in diagonale (temevo partisse un flessore) a cui non eravamo abituati da tempo. Vediamo di ricominciare a riempire il bicchiere mezzo vuoto! (Così fra l’altro facciamo felice anche l’ubriacone…)
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2 pointsHa finalmente avuto il coraggio di cambiare il ruolo a certi giocatori. Bravo, ora però che continui così e non torni indietro nelle scelte, giocatori permettendo.
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1 point🇧🇷🧐 Douglas Luiz non è ancora certo di riuscire a prendere parte a #MonzaJuve. Il brasiliano verrà valutato da Thiago Motta, che deciderà solo all'ultimo se convocarlo o meno. [giornalaccio rosa dello Sport] ⚪️ @AroundJuventus Il programma speciale (cit) Ma andate a cacare
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1 pointSarebbe una scemenza cedere Yldiz. Gli hanno dato la 10 e dopo 6 mesi lo mandano via, non ci credo. Zazzaroni è un allegriano che vuole destabilizzare l'ambiente. Gli brucia ancora il buco del chulo.
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1 pointMi dispiace un sacco. Come diceva Morph, un simbolo della Juve di quegli anni, impresso nella memoria di un allora bambino.
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1 pointSecondo me il fatto abbastanza allucinante è stato non dargli nemmeno un minuto col Venezia dopo che col Bologna ci aveva parato le chiappe con una invenzione Non è sicuramente un fenomeno, ma mi pare uno di quelli più in palla offensivamente al momento
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1 pointSono due mesi che si parla di emergenza in difesa, di pochi attaccanti a disposizione ma improvvisamente due ore fa è cambiato tutto. Vendiamo uno dei pochi attaccanti appunto, per prendere un altro centrocampista. Così, a caso... Zazzaroni pensasse a Ballando con le Stelle con quei capelli da cretino. Il portiere serve a parare. Quindi bravi ai 4 marcatori, bravi a McKennie e Locatelli che hanno giocato bene in ruoli non loro e bravo a Di Gregorio che ha fatto una grande parata, anzi due. Non capisco che lamentela è la tua.
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1 pointEsatto. Preso un giocatore che si esaltava in un determinato contesto. Da noi chiunque farebbe fatica, vista l'idiosincrasia alla verticalizzazione. Posto che non vale 60 milioni, almeno in mezzo si è visto qualcosa di meglio.
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1 pointQuando fate di tutto per cercare dei difetti per sembrare dei fini intenditori vi riesce male. Quando punta l'uomo lo salta sempre, se non lo salta vince il rimpallo, in qualche modo crea sempre pericolo, ieri quando ha tirato in porta è sempre stato pericoloso ma per quale motivo deve cambiare modo di giocare? Ah per giocare più con i compagni perchè deve fare più assist, e poi mi ricordo almeno 3 gol che hanno dovuto solo appoggiare in porta dopo un suo passaggio, quello è un assist.
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1 pointPer il quinto anno di fila siamo a fare le tabelle per il quarto posto…e sembra una cosa normale ormai. Che roba….
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1 pointArriverà tutto, con il tempo cresceremo sotto ogni singolo aspetto. Iniziamo a recuperare giocatori importanti e cementiamo il gruppo.
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1 pointPoker della Juve col Cagliari in Coppa Italia, ora ci tocca l'Empoli. Vittoria meritata correndo solo qualche rischio per dabbenaggine e scarsa concentrazione.4 bei gol che allentano la tensione e ridanno fiducia ma occorre continuità,convinzione e qualche infortunato recuperato aiuterà. Inviato dal mio SM-A546B utilizzando Tapatalk
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1 pointMa un ritorno al vecchio sistema di coppe no eh.... La coppa campioni x chi vince il campionato....che sarebbe come una super Champions.....la coppa coppe x i vincitori di coppe nazionali e l UEFA Cup x le posizioni dal 2 al 6 posto..... Hai partite belle fra i vincitori di campionato , fra i vincitori delle coppe e un mini campionato x le altre.....andata e ritorno, si parte dai 16 x le prime 2 e dal 32 x la UEFA....meno partite ma di qualità.... Sinceramente a me sta CL non è mai piaciuta....la coppa campioni era di un altro fascino
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1 pointCon loro si ovviamente, però sai com'è nel calcio soprattutto quello moderno contano le riserve quasi quanto i titolari e se sta piangendo per la rosa corta del City immagina cosa avrebbe fatto con quelle passate dalla Continassa negli ultimi 10 anni, altro che il campo di Perugia, avrebbe allagato tutta Torino, soprattutto considerando l'affidabilità del J-Medical
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1 pointhttps://x.com/juventusfans/status/1868625520155668565?t=EAkWxDNID9Rjd01ULS0UgQ&s=19
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1 pointIl mio scudetto sarà quando l’Inter uscirà dalla Champions, lo scudetto lo vincono a marzo.. sono diventato come il classico tifoso interista 2012-2019
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1 pointCambiaso sì allenava in gruppo prima del City ed è la terza partita che salta. Siamo una barzelletta. Una barzelletta misteriosa.
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1 pointDeve variare le giocate e provare anche lo scambio di prima col compagno. È forte nell'1 contro 1, ma rischia di diventare prevedibile.
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1 pointMerita tutte le congratulazioni per la sua partita di ieri Ma non inizieremo nemmeno a farlo passare per Bellingham, eh.. Negli ultimi tre anni ha mostrato anche un lato oscuro, di irregolarità, di una rara inutilità e a volte dato l'impressione di essere un handicap. Con Motta c'è un vero e proprio risveglio, ma ha ancora molto da dimostrare alla Juventus. Ci sono state partite anche in questa stagione in cui è ricaduto nei suoi limiti. Abbiamo bisogno del Locatelli di ieri, sempre, non solo una volta ogni tanto
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1 pointLetteralmente dominante. Eppure fino a 3 partite fa per i soliti decerebrati era un cesso a pedali da buttare a mare, uno scarto estivo. Continuate così, il prossimo a tornare ai suoi livelli sarà Koopmainers. Daje Khephren, col tempo e col lavoro tutto torna.