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Showing content with the highest reputation on 06/05/2018 in Risposte
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8 points“Cari Juventini Ieri notte guardando la Mole dal balcone di casa mia e osservando la tempesta, mi sono ritrovato in un momento di tristezza e ho deciso di condividere qualche pensiero con voi. Nonostante i tanti titoli vinti in questi ultimi sei anni, nonostante i tanti bellissimi ed unici momenti che abbiamo vissuto insieme … c’è comunque qualcosa che manca, e so bene di non essere l’unico a pensarla cosi. In 3 anni abbiamo raggiunto 2 finali di Champions arrivando ad un passo dal realizzare il nostro sogno... Vicinissimi al traguardo… noi Juventini oramai è da più di vent’anni che vogliamo portarci a casa questa benedetta Coppa. Io personalmente me la sogno da tre 33 anni. Di aver perso di nuovo in finale … fa veramente male… anzi malissimo. E un momento molto difficile da affrontare. Nonostante abbiamo scritto un pezzo di storia unica vincendo sei scudetti consecutivi, sono molto giù di morale! Una frustrazione immensa. Però, cari Juventini … anche in questo momento, ciò che ci rende forti è di non mollare mai! Ci rialzeremo e prima o poi vinceremo anche questo titolo! Dobbiamo continuare a crederci! Fino Alla Fine! In questo momento difficile voglio rivolgere anche un pensiero alle vittime, le loro famiglie e ai feriti del sabato notte! Un abbraccio, Steph”
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7 points7 anni vissuti alla grande Ha dato l'anima per questa maglia,grande professionista giusto lasciare per il bene suo e della Juventus
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5 pointsuno scudetto reso bellissimo dall'antijuventinismo imperante ed il piagnisteo napoletano coleroso ai massimi livelli
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4 pointsÈ chiaro che hanno lasciato volutamente questo campionato per concentrarsi meglio sul prossimo
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4 pointsCampione Professionista Juventino Vero. Grazie di tutto, già dalle prime partite ci hai fatto dimenticare gli anni di Marco Mott, Grygera e altri mezzi giocatori che occupavano indegnamente quella posizione. Buona fortuna!
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3 pointsAd agosto mi ero salvato questa immagine, con la previsione di sport *****aset sul campionato che stava per iniziare, per farmi due risate a maggio: E' giunto il momento di ridere...
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3 pointsnon c'è niente di peggio di un deficiente che si crede qualcuno oltre alla demenza aggiunge la presunzione che è un mix letale il napoli calcio è tutto ciò
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3 points
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3 pointsManco una soddisfazione nella vita pure quando tifano contro sono incurabili
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3 pointsLuca Marelli dice che era rigore e rosso in quanto intervento non genuino in particolare scrive... Rugani non tenta in alcun modo di giocare il pallone ma spinge l’avversario col braccio sinistro all’altezza del collo. (vi invito ad oservare cosa sta guardando Rugani e la distanza dal pallone) Settimana scorsa invece per Fiorentina - Napoli, lo stesso esimio Marelli scriveva così.... intervenire in questo modo, con una gamba ad altezza ascella, da tergo e non commettere un fallo è praticamente impossibile. Mazzoleni opta per il calcio di rigore e per l’ammonizione di Koulibaly, valutando l’episodio come DOGSO genuino (cioè impedimento di una chiara occasione da rete tentando di giocare il pallone). (vi invito sempre ad osservare cosa guarda Koulibaly e la distanza dal pallone) In occasione del gol del Napoli contro il Genoa lo stesso Marelli commentava l'episodio della spinta sempre di Koulibaly che nemmeno ha incluso in moviola, ma rispondendo ad un utente che gli chiedeva dell'episodio... LUCA MARELLIdice: 19 marzo 2018 en 12:35 Koulibaly appoggia le mani su un avversario, decisamente troppo poco per annullare una rete. Un auspicio: non si monti uno scandalo su un episodio inesistente, non trasformiamo il calcio in una caccia all’errore, altrimenti ci conviene dedicarci al la pelota basca… Invece per quanto riguarda Khedira... Irregolarità piuttosto evidente: Khedira si aiuta parecchio col braccio sinistro, di fatto impedendo al difensore di contrastarlo.La rete doveva essere annullata. In concluione di tutto sto papiro quello che voglio dire è leggete pure, ma sempre con un approccio critico, perchè ahimè siamo dinnanzi a persone del genere...
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3 pointsAll’ultima questo ragazzo si merita che lo Stadium gli faccia sentire tutto l’affetto possibile per questi 7 anni
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3 pointsPer me pensare di fischiare sti ragazzi è veramente fuori dal mondo
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3 pointsOra non diciamo eresie che Claudio Gentile viene e ti suona a casa, idem anche Moreno Torricelli. Piano con certe esternazioni
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3 points
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3 pointsSe noti, TUTTE le foto del GT che circolano sono scattate al Comunale e sono sempre riferite a derby. Tutte foto con una bella cornice di folla alle spalle della squadra schierata. Tutte le foto al fila e fondi a spalti semideserti sono curiosamente scomparse. Veramente, a questi Goebbels gli fa un baffo !
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2 pointsHanno esultato come pazzi da secondi in classifica, ma oltretutto il Napoli nelle ultime 10 partite ha fatto 4V, 4X, 2S cioè 16 punti. Il tutto senza impegni infrasettimanali e cogliendo anche qualche vittoria all'ultimo cross (Chievo e Juve). Con la media di 1,6 punti a partita per un quarto abbondante di campionato non vai da nessuna parte. E' una media che sulle 38 partite ti porterebbe a 61 punti cioè non vai nemmeno in Europa League. Quindi non c'era davvero nessun motivo di esultare come matti, la squadra era cotta e doveva comunque recuperare un punto o due. Eh ma niente, vai a spiegarglielo.
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2 points
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2 pointsE'ancora troppo poco. Spero di chiudere a pari punti e vincere con la differenza reti. Meritate tutte le sofferenze del mondo, maledetti figli di p*****a!
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2 pointsma poi basta con le inquadrature tra il pubblico a vede i bambini col panino ca muzzarell a na mano e il santino e' inzign all'altr BASTA ESIGO di nuovo le lotte scudetto con le strafyghe scosciate delle giovani di forza italia in tribuna
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2 points
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2 pointsIl nano veggente Insigne è il primo che dovrebbe sotterrarsi dalla vergogna dopo le interviste sulle finali fino al prossimo campionato. Tanto non sarebbe un impresa troppo ardua per lui visto che si e no dovrà scavarsi una fossa profonda 20 - 30 cm max.
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2 pointsDisoccupati, camorristi, baby gang e giornalisti Rai. tutti insieme nella stessa piazza con un unico sogno. PRENDERLA NEL COOLO
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2 pointsc'è chi ne vince sette e chi frequenta le sette "il napoli è la squadra di tutti" Lele Adani
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2 pointsMi raccomando Allegri lasciamo di nuovo in panchina Costa e Benatia A questo punto possiamo dedicare anima e cuore a questa partita, visto che Roma Juve sarà praticamente ininfluente (anzi vi dico di più per me il Napoli neanche vince a Genova) Giocherei così Buffon Cuadrado Benatia Rugani Alex Sandro Khedira Pjanic Matuidi Dybala Higuain Costa Bisogna alzare la coppa in faccia a quel pagliaccio di Bonucci
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2 pointsormai è tardi per l'Europa, però andare a strappare un punto al san Paolo non è da tutti. Respect
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2 pointsVoglio sobriamente ricordarlo così.. Con quella sua vena mai polemica..
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2 pointsMa hai visto la partita? Fare sempre il bastian contrario non mi sembra una cosa intelligente
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2 pointsVisto che ha portato bene, e visto che era stato messo qua vi concludo l'ot. Api salve!!!
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2 pointsInutile stare qui ascrivere poemi su questo grandissimo campione che per anni ha rullato chiunque gli passasse a tiro su quella fascia, litigando puntualmente con guardalinee, fili d'erba, cartelloni pubblicitari e raccattapalle.. Un unico episodio mi ricorda il giocatore MOSTRUOSO che è stato.. Tottenahm Juve.. 1-0 per loro, Son che ci fa ammattire.. Dopo essere stato re integrato in lista Champion's appena due settimana prima, Allegri lo butta nella mischia.. Annichilisce Son, da il via al gol del pareggio, gioca una partita superba.. Mi mancherai caro Licht, per me sei un fuoriclasse, nonostante madre natura ti abbia dotato di due ferri da stiro al posto dei piedi..
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2 pointsUn palmares non fa di certo un giocatore il più grande di sempre nel suo ruolo. Lichtsteiner è un pezzo di storia della Juventus indubbiamente, ma non di certo il più grande di sempre in quel ruolo. Non si è mai risparmiato ad ogni modo in NESSUNA occasione.
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2 pointsSuo il primo gol allo Stadium che ha dato il via alla rinascita nel mio cuore, per sempre
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2 pointsAnche quest'anno ci abbiamo messo del nostro, ora il traguardo è vicino. c**** quanto sarebbe bello vincere questo scudetto (e vivere quei giorni a Napoli)!
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2 pointsQUESTO, se lo vinciamo, vale più di ogni altro trofeo.
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1 pointLeggendo molto spesso i topic, queli seri che parlano delle partite Live, del mercato, delle analisi tattiche, tante volte me ne sto zitto, in quanto si evidenziano conoscenze calcistiche che io purtroppo non ho. Sorge quindi una curiosità che nel rispetto della privacy, mi auguro vogliate soddisfare, ma chi di voi ha un ruolo attivo nel mondo del calcio ? ( i videogiochi, giochi manageriali etc etc non valgono ) Grazie. -3 - 2 -1
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1 pointha detto proprio così, appena chi lo intervistava ha accennato a questa insinuazione Uolter ha subito smentito in modo categorico sorridendo come quello che sa di aver combinato una stronxata ma fa buona faccia a cattivo gioco.
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1 pointNon scherziamo dai, le lodi a Khedira le leggo solo quando segna nonostante una prestazione anonima per uno del suo calibro (un po' come Cuadrado), non ne ha più, in campo lo si nota pochissimo se non per qualche taglio in avanti, per il resto è stata una stagione da ectoplasma, giocatore pesante che non ha più il passo per questi livelli, specie in Europa, grazie di tutto Sami ma ciao... Se lo riconfermassero non oso pensare cosa sarà il prossimo anno con un anno in più sul groppone...
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1 pointuno dei terzini destri più grandi che abbiano vestito la nostra maglia. un leone sempre. grazie di tutto licht, è stato un privilegio.
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1 pointMolto bene. E' capitato anche a me l'anno scorso. Strano però che abbiano scelto dei tubi di gomma. Non sapevo fossi un imprenditore agricolo. Anche io mi occupo di agricoltura soprattutto dal versante amministrativo. Ci sentiamo Ettore.
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1 pointL'incompetenza di Allegri arriva al punto di non saper contare fino a 11???
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1 pointStanno rosicando a livelli MAI VISTI e cosa fanno? invocano una nuova farsa ah che bello vincere e farli star male
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1 pointil rigore non c'è invece sul gol khedira e l altro si ostacolano a vicenda. Non diciamo cazzate va..
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1 pointBeh Claudio Gentile per distacco il più grande di sempre secondo me, e parlare per lui anche di Juventus in questo senso addirittura potrebbe essere pure riduttivo. Un gigante che fermò anche Maradona al Campionato del Mondo.
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1 pointAllora io non capisco... Kolibrì contro la fiorentina inizialmente viene ammonito e viene dato il rigore... Poi essendo fuori area viene espulso... Ammesso che ci sia fallo di rugani eh
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1 pointLa visione del calcio di Allegri Una riflessione sul dibattito generato dalle parole del tecnico della Juventus ai microfoni di Sky Sport. Condividi: 418 Nel 2014, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Massimiliano Allegri aveva parlato della sua maniera di intendere il calcio e il mestiere di allenatore. A rileggerla oggi, a quattro anni di distanza, si ritrovano esattamente gli stessi concetti espressi nell’intervista televisiva per Sky nel post-partita di Inter-Juventus: c’è persino il paragone tra calcio e basket. È una conferma che, al di là dell’impeto del momento, le idee di Allegri sono ferme e radicate e le sue parole, che hanno generato una grande polemica, non dovrebbero sorprendere più di tanto. Certo, i toni utilizzati e il contesto in cui sono state espresse vanno contestualizzate. In questa stagione c’è stato un lungo dibattito sul gioco della Juventus, solido e pratico ma i cui risultati sono figli più della sua forza difensiva e delle giocate individuali dei suoi campioni che di un impianto di gioco strutturato e, perché no, bello da vedere. Sembra questo il punto di vista di Allegri. Tuttavia vorrei provare a mettere da parte il quadro entro cui le idee di Allegri sono state espresse, e il fatto che lasciando in maniera brusca l’intervista abbia troncato ogni discussione affermando implicitamente che la “sua verità” sia sostanzialmente l’unica possibile. Considerando anche che qualcuno ha sintetizzato i commenti di Allegri come: «La tattica – quantomeno in fase d’attacco – non conta nulla e si vince coi campioni», mi sembra più interessante riflettere sul senso delle sue parole e definire meglio il suo orizzonte di pensiero. Allegri ha detto davvero che la tattica non serve, che bastano Messi e Cristiano Ronaldo? Soprattutto, conoscendo il suo calcio, è possibile abbia detto e pensi davvero una cosa del genere? Le premesse emotive Il monologo di Allegri nasce da una domanda di Daniele Adani. L’opinionista di Sky premette che secondo lui il campionato verrà deciso «più sulle giocate che sul gioco»;quindi chiede al tecnico se la Juve «può giocare meglio, può riuscire a essere padrona del proprio destino…», se può arrivare «a meritarsi la giocata decisiva… più che a trovarla». La premessa sembra contenere una dicotomia tra giocate e gioco che vengono però riconciliate nella domanda successiva, in cui la giocata può e deve diventare una conseguenza del gioco. Rimane sottinteso che per giocata si intenda il gesto determinante e puntuale di un giocatore che risulta decisivo per orientare i destini di un match, mentre per giocosembra intendersi una dimensione maggiormente collettiva e generale di conduzione tattica di una partita. Inizialmente Allegri risponde ribadendo alcuni concetti espressi poco prima, dialogando con Massimo Ambrosini sulla partita appena conclusa con l’Inter: lamenta che la sua squadra avrebbe dovuto creare le condizioni per generare un 2 vs 1 sulle fasce tramite le ricezioni sul corpo di Mandzukic (esterno sinistro del 4-2-3-1) che, impegnando Cancelo, avrebbe liberato spazio esterno ad Alex Sandro e ai tagli interni di Douglas Costa (esterno destro), propedeutici alle sovrapposizioni di Cuadrado. Mandzukic riceve un pallone lanciato dall’altra fascia da Cuadrado creando, insieme ad Alex Sandro, un 2 vs 1 contro Cancelo. Secondo Allegri la Juventus ha usato troppo poco questa situazione tattica In questa fase, cioè, Allegri si rammarica che la sua squadra non abbia messo in difficoltà gli avversari attraverso soluzioni di gioco che possano essere ricondotte alla definizione di “tattica collettiva”. Un termine con cui si intende il movimento organizzato di due o più giocatori (quindi anche di un intero reparto e/o dell’intera squadra) finalizzato al raggiungimento di uno scopo comune, difensivo o offensivo. Allegri prosegue sottolineando come quella precedente contro il Napoli fosse stata una brutta partita, precisando che la Juve ha giocato male ma che il Napoli non ha fatto molto meglio, «non c’è stato un tiro in porta in 90 minuti». Proprio discutendo della sfida contro il Napoli, il tecnico inizia a contrapporre la sua idea di calcio a quella che secondo lui, in maniera generica, veicolano gli opinionisti di Sky. Massimiliano Allegri ritiene che quella contro la squadra di Sarri sia stata un brutta partita “in generale” altrimenti “si vede un calcio completamente diverso e allora io mi fermo e non dico niente”, definendo così l’alterità della sua visione del calcio rispetto a quella (un po’ sbrigativamente) attribuita ai suoi interlocutori. Punto nell’orgoglio, rivendicando i meriti della sua squadra, vincitrice di 18 delle ultime 21 partite di campionato, Allegri evidenzia come sia quasi fisiologico avere dei momenti di pausa e inizia la parte di discussione che ha acceso il dibattito. «Bisogna capire i momenti della stagione…. Purtroppo il calcio è diventato… è troppa teoria. Sento parlar di schemi, di robe, di robe, di cose». Il paragone con il basket A quel punto si inserisce il conduttore Marco Cattaneo che afferma che anche gli schemi contano, e Allegri inizia un paragone con il basket: «Fanno gli schemi…alla fine… non è venuto fuori lo schema, hai 3 secondi per pensare… a chi la danno la palla? A quello più bravo che gioca in 1 vs 1 e tira… o esce da un blocco e tira… E gli schemi non vengono nel basket…». Il paragone sembra quindi ricondursi a quanto affermato in precedenza riguardo il momento della stagione bianconera. Allegri non dice che nel basket non servano gli schemi, ma che quando uno schema fallisce si tende ad affidarsi al giocatore più bravo, alla giocata individuale (1 vs 1). Introduce però un elemento di tattica collettiva, parlando dell’uscita da un blocco precedente al tiro. L’allenatore della Juventus sembra voler dire che, in un momento di difficoltà della squadra, le soluzioni possano provenire dalle capacità individuali dei calciatori. Il confronto tra i due sport è però più profondo, tanto che anche nell’intervista del 2014 Allegri utilizzava le stesse argomentazioni. Il tecnico juventino prosegue affermando che in misura maggiore che nel basket, non sono gli schemi a far vincere le partite nel calcio. Sia basket che calcio sono due sport classificabili come open skill, cioè discipline in cui il gesto tecnico è condizionato dall’imprevedibilità del contesto ed è fondamentale la capacità di adattarlo con estrema rapidità. Le variabili da cui ogni singolo gesto è influenzato sono praticamente infinite (posizione di compagni e avversari, posizione in campo, risultato della partita, condizioni di fatica fisica e mentale). In aggiunta, e Allegri lo sottolinea, il calcio a differenza del basket si gioca con i piedi, cioè con le estremità che non sono deputate al controllo e alle gestione di oggetti, su una superficie d gioco molto più ampia. Aumenta il numero di variabili e, in definitiva, amplifica l’imprevedibilità del risultato di ogni singolo gesto tecnico, rendendo più complesso portare a termine con successo soluzioni predeterminate (schema). In definitiva Allegri, per ridurre l’importanza degli schemi nel basket, lo paragona a uno sport simile al calcio, in cui gli schemi, per le dimensioni del campo e le estremità con cui si gioca il pallone – e, aggiungo io, per la natura più discontinua del basket che aumenta la ripetibilità riducendo le variabili in gioco – possono talvolta risultare inefficaci, lasciando il campo alle soluzioni individuali degli interpreti. Per rafforzare il concetto, Allegri, come nell’intervista del 2014, aveva sottolineato che se le qualità individuali non fossero importanti i grandi calciatori non costerebbero le cifre che costano. La parte che è stata interpretata come “tattica vs tecnica” A quel punto Allegri vira sulla formazione dei giovani calciatori, affermando che “Bisogna cambiare… I giocatori, a cominciare da quelli piccolini, vanno fatti lavorare sulla tecnica e sulla tattica individuale”. La “tattica individuale” è l’esecuzione di un gesto tecnico all’interno di un contesto di gioco e rappresenta quell’insieme di comportamenti che il singolo calciatore adotta per rendere efficace il suo gioco e la sua prestazione tecnica. All’interno del concetto di tattica individuale è presente il processo decisionale che ogni calciatore deve compiere in ogni momento della partita. Allegri conclude dicendo “Questo è il male del calcio italiano…” e sembra che si riferisca alla sottovalutazione dell’aspetto tecnico e individuale a vantaggio di una dimensione più collettiva e schematica. Prosegue: “Non sento una volta un gesto tecnico”, accusando l’informazione specializzata di trascurare l’importanza della tecnica nel gioco. Chiude infine dicendo che “bisogna dare un’organizzazione difensiva”, lasciando immaginare una fase offensiva centrata esclusivamente sulla libertà del talento dei giocatori. Le sue ultime parole sembrano descrivere una differenza radicale tra il suo modo di intendere il calcio e quello dei suoi interlocutori: «Semplice, il calcio è molto semplice, non lo rendete complicato che poi vi intortate… Continuate con le vostre teorie che fate bene… Per me il calcio è un’altra roba». Un post-gara, specie di una partita così importante e intensa come è stata Inter-Juventus, non è forse il momento migliore per rivelare il proprio modo di intendere il calcio. Allegri è apparso infastidito dalle ripetute critiche al gioco della propria squadra, ritenendole ingiuste alla luce dei risultati ottenuti. Le incoerenze di Allegri L’adrenalina della situazione ha comunque portato Allegri ad eccessive semplificazioni. Una, ad esempio, sta nell’avere appiattito la domanda posta da Adani, che chiedeva se fosse possibile trovare un modo migliore per permettere ai giocatori di esprimere il proprio talento. Allegri ha contrapposto la parola “schema”, il cui significato rimanda a soluzioni di gioco pre-ordinate, studiate a tavolino e riproposte in campo in modo rigido. Che Allegri fornisca in realtà idee di natura collettiva in fase d’attacco lo rivela lui stesso nell’intervista di poco prima, parlando degli errori strategici dei suoi calciatori. L’assoluta libertà offensiva, uno dei due estremi del discorso, non è in effetti contemplata nemmeno nell’esempio della pallacanestro, in cui la giocata del singolo è successiva al fallimento degli schemi. Sull’altro estremo, quello che in teoria sarebbe il calcio promosso dagli opinionisti di Sky, si lascia immaginare un gioco meccanico e privo della libera interpretazione dei singoli calciatori che, ad alti livelli, viene sempre più raramente proposto. Nella realtà il calcio è sempre più basato sui princìpi di gioco, cioè le caratteristiche che una squadra vuole possedere nello sviluppo del proprio calcio e che disegnano la struttura di gioco della squadra stessa. Esempi di principi di gioco possono essere “attaccare lo spazio lasciato libero dall’avversario uscito in pressione” o “marcare gli appoggi e aggredire il portatore di palla immediatamente dopo avere perso il possesso”. Allenando per principi si rendono chiari gli obiettivi e, in accordo con la complessità del gioco, si riducono le soluzioni prestabilite per lasciare spazio alle scelte dei calciatori che devono essere coerenti con il principio da perseguire. Si passa dall’importanza quasi esclusivamente tecnica del calciatore nella qualità dell’esecuzione di uno schema, al ruolo decisivo, insieme tecnico e tattico (tattica individuale) nella scelta della migliore soluzione da attuare per soddisfare le migliori esigenze della squadra nel rispetto dei principi comuni. Se un gioco totalmente libero da qualsiasi direzione preordinata dagli allenatori e uno dominato invece dagli schemi rappresentano due estremi opposti difficilmente riscontrabili nella realtà (e verosimilmente datati), la vera frontiera può forse passare tra allenatori i cui principi di gioco sono meno influenzati dal contesto (caratteristiche dei calciatori a disposizione e degli avversari) e allenatori che provano a ottimizzare le proprie chance di vittoria cucendo abiti tattici disegnati sul contesto. È una distinzione arbitraria perché ogni allenatore possiede dosi variabili di principi immutabili e prova, in misure diverse, ad adattare la propria squadra alla specificità della particolare gara. Il calcio di Allegri, dal basso verso l’alto (dalla pratica alla teoria) Per la costruzione del proprio gioco, ad esempio, Allegri ama partire dal campo e non da un’idea astratta (la teoria da lui citata?) e lavora sul campo per trovare ed affinare le connessioni tecniche tra i calciatori, con una costruzione della propria squadra che parte dal basso per giungere al disegno generale. È un calcio che si sviluppa in maniera induttiva e non deduttiva. Illuminante è la definizione di Davide Nicola: «Per me Allegri può giocare in ogni modo e può allenare qualunque giocatore. Ha una maturità perfetta nella gestione della rosa, ha una lettura incredibile a partita in corso. Allegri in questo momento è al top. Sa come aggiungere imprevedibilità al suo gioco, sfruttando le caratteristiche base dei suoi calciatori, e adotta strategie differenti studiate sugli avversari». Quello di Allegri è un approccio bottom-up (dal basso verso l’alto) che può essere distinto da quello top-down, di altri allenatori, in cui i principi nascono dall’alto e discendono a cascata verso la definizione del modello di gioco. Ma, anche questa distinzione, in un sistema complesso come quello rappresentato dal gioco del calcio, presenta ampi margini di fluidità nella misura in cui gli sviluppi del gioco sono definiti in campo dalle scelte dei singoli calciatori che, basate sui principi generali, influenzano circolarmente la definizione e l’ evoluzione dei principi stessi. Cuadrado è in possesso di palla. Higuain (come ogni altro calciatore, compreso Cuadrado) deve compiere una scelta. Può ad esempio attaccare alle spalle Miranda, disegnando una linea di passaggio profonda o muoversi verso il pallone, utilizzando il movimento di Khedira che trascina via Rafinha per ricevere il pallone alle spalle del centrocampo interista. L’insieme delle scelte di tutti i giocatori definisce la tattica. I principi di gioco condivisi forniscono coerenza all’insieme delle scelte Quindi, cosa voleva dire? L’intervista post-gara rilasciata a Sky da Massimiliano Allegri è stata ricca di spunti di riflessione, sebbene il tecnico della Juventus abbia forzato i concetti. Oltre alle considerazioni sull’utilità degli schemi, Allegri ha sottolineato l’importanza nella formazione dei giovani di lavorare sulla tecnica e sulla tattica individuale a discapito della tattica collettiva. Una considerazione generale condivisibile: i giovani devono apprendere la corretta esecuzione del gesto (tecnica) e affinare i processi di scelta e decisione che sono chiamati ad effettuare nel contesto reale della gara (tattica individuale). Senza un adeguato sviluppo delle capacità di scelta del singolo calciatore, la tattica collettiva rischia di diventare una serie di regole che il giovane segue senza capirne il senso profondo, in maniera meccanica. Le forzature dialettiche di Allegri hanno trasmesso un messaggio rigido, cioè che la tattica non conti nulla e che la fortuna di una squadra risieda nei piedi dei propri campioni. Ma è proprio la natura del gioco a reclamare lo sviluppo della tattica. L’alto numero di variabili in gioco, e le numerose interazioni possibili con i compagni e con gli avversari, richiedono inevitabilmente che tutti i componenti di una squadra abbiano un linguaggio comune e adottino i medesimi principi di gioco. Questa è, in maniera più profonda, la tattica, e non è possibile farne a meno senza pregiudicare l’efficacia della prestazione. Non va confusa con lo schema, una soluzione di gioco prestabilita, che rischia di diventare meccanica e che rappresenta, nella migliore delle ipotesi, solo un mezzo per tradurre in pratica i principi di gioco. Tattica e calciatori non vanno visti come due entità separate, ma dovrebbero influenzarsi a vicenda. Le scelte e la tecnica degli interpreti dovrebbero concorrere al disegno, all’affinamento e all’esecuzione puntuale del quadro generale. La definizione chiara del linguaggio comune della squadra aiuta i calciatori ad esprimersi al meglio e, nel caso dei campioni, li mette nelle condizioni migliori di far vincere le partite alle proprie squadre. In fin dei conti, non un concetto così diverso come quello espresso dalla domanda di Adani.